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Perché il tempo in quarantena è sembrato andare più veloce

Ripensandoci oggi, che siamo nel mezzo della fase 2 e tentiamo di riabituarci alla nuova normalità, il tempo della quarantena sembra essere volato. È una sensazione che condividono molte persone, come racconta sulla Bbc Claudia Hammond, presentatrice radiofonica e autrice di Time Warped: Unlocking the Mysteries of Time Perception, saggio che indaga proprio le ragioni alla base delle diverse percezioni del tempo. Nonostante all’inizio fossimo tutti preoccupati di come avremmo passato le nostre giornate una volta annullati la mondanità e gli impegni di lavoro, e nonostante in molti fra noi si sono poi lanciati in altrettante attività, dalla cucina alla cura della casa e dei figli fino allo smart working, è difficile oggi distinguere nettamente il tempo che abbiamo passato rinchiusi nelle mura domestiche, con l’obbligo di non uscire.

Uno dei motivi, spiega Hammond, è che creiamo la nostra esperienza soggettiva del tempo nella nostra mente e non sempre corrisponde a ciò che leggiamo sull’orologio o sul calendario: «Stimiamo il tempo che passa in due modi: prospetticamente (quanto è veloce il tempo che passa in questo momento?) e retrospettivamente (da quanto è passata la scorsa settimana o l’ultimo decennio?)». La nuova routine instaurata nel lockdown, per quanto piena di ostacoli, sembra oggi un unico blocco in cui è difficile distinguere un giorno dall’altro o ricordare qualcosa di specifico. Questo perché, essendo stati sempre in casa a fare più o meno le stesse cose, i giorni hanno finito per assomigliarsi tutti, senza che ci fossero dei momenti particolari. Magari ricordiamo dov’eravamo quando il virus è comparso per la prima volta nel nostro Paese, o quando è stata annunciata la quarantena dal governo, o qualche notizia che ci ha colpito e fatto soffrire, ma individuare un momento “domestico” è molto più complicato.

I giorni “sfocati”, infatti, tendono ad accorparsi tutti insieme, identici fra loro, e questo ci impedisce di creare nuovi ricordi, una cosa che è fondamentale per la nostra percezione del tempo. «I ricordi sono uno dei modi con cui giudichiamo quanto tempo è passato. Quando vai in vacanza per una settimana in un nuovo posto, il tempo passa veloce mentre sei via e perché tutto è nuovo, ma quando torni a casa, ti guardi indietro e hai accumulato così tanti nuovi ricordi che spesso sembra di essere stati via molto più di una settimana», scrive Hammond. Con il tempo della quarantena, però, è successo l’esatto contrario: ci è sembrato interminabile mentre lo vivevamo, stretti nel presente, e ora inizia già a sfaldarsi e ad apparire confuso, quasi come un brutto sogno.