Attualità

Storia di Tavi, la cosmofaga

Da un blog per adolescenti al calendario Pirelli, vita di Tavi Gevinson, la diciannovenne che si è mangiata il mondo.

di Miriam Goi

Non ricordo quando sono incappata per la prima volta in Tavi Gevinson e un po’ mi dispiace, perché è come non sapere quando e dove è iniziata una storia d’amore. Vorrei avere una foto, uno screenshot, una nota su un diario, un giorno cerchiato sul calendario. E invece nulla. È successo sicuramente su Internet in uno di quei momenti folli in cui ci si perde tra mille correlati e retweet, e si raggiunge per la prima volta un volto mai visto, un nome nuovo, un sito frastornante. L’assurda bellezza e l’estetica un po’ anni ’90 di Rookie Mag mi hanno colpita all’istante: è un magazine online per ragazze teenager che spopola negli Usa e ha conquistato fan da tutte le parti del mondo, su cui si trovano tutte le cose che sui giornali per adolescenti tradizionali non siamo abituati a trovare. Ansia, malattie mentali, autolesionismo, depressione, disturbi alimentari, masturbazione. Ci sono anche moda, tutorial Diy, vignette, illustrazioni e collage. Tutte le autrici sono donne. Esattamente come un’adolescente, ho trascorso ore del mio tempo da allora 24enne a cercare notizie sulla storia del magazine e sulla sua fondatrice, una ragazza classe 1996 nata a Chicago. Tavi per l’appunto. Esattamente come un’adolescente sono uscita dalla mia prima immersione nella vita di Tavi come se avessi appena finito di fare un lungo viaggio, emozionata come quando al liceo scoprivo una band nuova o mi innamoravo di una star al punto da voler scoprire ogni dettaglio della sua vita.

Old photos from high school by @petrafcollins

Una foto pubblicata da Tavi Gevinson (@tavitulle) in data:

 

Quando si legge la storia della vita di Tavi, al mondo da soli 19 anni, si rimane a bocca aperta. Alla meglio si può essere molto contenti per la ricchezza delle sue esperienze, alla peggio si può vivere un frustrante momento à la “cosa facevo io a 19 anni?”. La sua carriera inizia a 11 anni, quando con il fashion blog Style Rookie si fa conoscere negli ambienti più importanti della moda e viene invitata alle Fashion Week più prestigiose al fianco di Anna Wintour, Karl Lagerfeld e molti altri guru della moda. Il suo look, come lo definirà lei stessa in seguito, ricorda quello di una «nonna sotto effetto di ecstasy». Mischia colori, materiali, forme e tessuti come nessun altro osa fare. Viene spedita a Tokyo da Pop Magazine per intervistare Rei Kawakubo, una delle fashion designer a cui più si ispira per il suo stile, intervista John Galliano, conquista copertine e ritratti sul New Yorker e sul New York Times Magazine, scrive per  Harper’s Bazaar.

Dopo tanti inviti, tante interviste e fotografie, Tavi  si stufa. E decide che quel mondo non fa per lei, è molto più bello visto da lontano, dalla sua cameretta. L’ha romanticizzato sfogliando in solitudine centinaia di riviste. Quando si segue da lontano ogni mossa delle star, le proprie aspettative sui loro comportamenti sono molto alte. Nel caso di Tavi sono andate in frantumi nel momento in cui l’unica domanda che Anna Wintour è stata in grado di farle quando erano sedute una accanto all’altra alla Fashion Week di New York è: «Allora, in che scuola vai?». La rottura col mondo della moda e con l’establishment che lo rappresenta segna un’evoluzione e le insegna che essere fan di qualcosa o qualcuno è una delle cose che più riempie la sua vita, che più la rende felice. A debita distanza.

Barneys New York Celebrates Fashion's Night Out

Tornata alla monotonia della vita del liceo, a 15 anni, su suggerimento di alcuni amici della sorella, fonda il magazine online Rookie Mag. Dopo una potentissima infatuazione per il  movimento riot grrrl e la sua estetica, si appassiona infatti a molte tematiche femministe e al linguaggio di alcuni teen magazine ormai defunti da tempo come Sassy Magazine. Quando scrive sul suo blog che sta cercando collaboratrici per un nuovo progetto editoriale, riceve 3.000 candidature. Pochi mesi dopo Rookie Mag è online, con Tavi nel ruolo di Editor-in-Chief e Anaheed Alani, ex fact-checker del New York Times Magazine, come Editorial Director e Story Editor (per la cronaca, ha lasciato il suo lavoro al Times per Rookie).

Il magazine ogni mese pubblica storie e testimonianze che ruotano intorno a un tema. Il primo giorno di ogni mese il sito cambia tema e colore dominante, prendendo ispirazione dalle moodboard e dai diari che la sua fondatrice inizia a scrivere dal primo giorno della messa online di Rookie Mag, risalente al 2011. Ogni volta che Tavi finisce un diario e ne inizia un altro cambia i poster nella sua camera, cambia il suo abbigliamento, il suo modo di scrivere e la musica che ascolta. La vita di un’adolescente nata nel 1996 è fluida e rapida, i riferimenti culturali si aggiornano al ritmo degli innamoramenti platonici, Internet ne definisce il ritmo e la continua possibilità di reinventarsi. Lei stessa cerca di influenzare il suo presente e le sue lettrici mettendo il suo mondo, la sua camera, i suoi pensieri e le sue emozioni, sotto gli occhi di tutti.

Entrare nel mondo di Rookie o leggere Tavi per la prima volta è come entrare in una stanza piena di belle foto alle pareti

Non è raro commuoversi leggendo uno dei suoi editoriali di inizio mese, come non è raro immedesimarsi nei racconti in prima persona delle tante voci femminili che popolano Rookie Mag. La spietata sincerità con cui sono raccontati episodi di molestia, cotte, l’odio-amore nei confronti del proprio corpo, l’ossessione per le popstar, il rapporto con i propri genitori, il razzismo subìto al liceo, è spiazzante e feroce nella sua autenticità. Le ragazze di Rookie, sia le autrici che le lettrici, condividono linguaggi, background e vite a loro modo molto simili. Si capiscono, si parlano, si scrivono tra loro, come quella volta che una fan del sito ha confidato di essere depressa in un commento a un articolo e Tavi l’ha invitata a Broadway a vedere lo spettacolo in cui recitava (“This Is Our Youth”). In un articolo scritto per il New York Magazine da Amy Larocca, la giornalista riporta una frase molto significativa di Tavi, che spiega come la vulnerabilità e la messa in piazza di sentimenti e sensazioni profonde sia per lei un punto di forza. Entrare nel mondo di Rookie o leggere Tavi per la prima volta è esattamente così: è come entrare in una stanza piena di belle foto alle pareti, vestiti meravigliosi e una carta da parati molto colorata. Si entra per trovare se stesse, si trovano persone che senza formalità raccontano i propri segreti più intimi e che ti invitano a fare lo stesso. Si piange un po’, si ride, ci si sente parte di qualcosa, si fanno conversazioni molto importanti. È stancante, ma si esce diversi. Un po’ cresciuti.

Hailee Steinfeld And Tavi Gevinson Ride Big Thunder Mountain Railroad At Disneyland

Le autrici di Rookie Mag sembrano un esercito, pronte a ottenere lavori per le testate più importanti degli Stati Uniti,  lavorare per BuzzFeed, a influenzare la stampa più mainstream. Giornali come Nylon Mag, Teen Vogue e Seventeen, anche se molto patinati, fanno sempre più spazio ai racconti autobiografici di ragazze, spesso e volentieri provenienti proprio da Rookie Mag. Lena Dunham ha fondato insieme a Jenni Konner una newsletter, (del team fa parte anche Laia Garcia, che collabora da tempo con Rookie Mag), il cui obiettivo è colpire un pubblico composto da giovani americane impegnate e cosmopolite; il target che il team dietro a Lenny vuole tra le altre cose convincere a votare Hillary Clinton alle presidenziali del 2016. Al centro della scena, ancora una volta, la nonfiction autobiografica. E le donne, ovviamente. Rookie Mag non è un magazine dichiaratamente femminista, come ha spiegato Tavi stessa su Dazed and Confused. Ma la sua fondatrice lo è, e praticamente tutti i contenuti pubblicati sul sito rispecchiano una mentalità che vuole mettere in luce loro: le ragazze, la loro ambizione, le sfide e le discriminazioni che si trovano ad affrontare ogni giorno, i loro traumi e i loro suggerimenti. Le ragazze condividono una saggezza sviluppata sul costante confronto con se stesse e con gli altri. I ragazzi che volessero metterci piede, anche se il loro accesso non è vietato in nessun modo, si sentiranno un po’ come se stessero provando a profanare un santuario, una cameretta chiusa a chiave, un diario col lucchetto che si apre con due giri di forcina per capelli. Rookie_Yearbook_Four_-_web Tavi nel frattempo sta crescendo. Ogni anno dal 2012 in poi è uscito in libreria un Rookie Yearbook, una raccolta dei pezzi migliori pubblicati sul sito nell’arco di un anno. Il 20 ottobre uscirà il quarto e ultimo volume, edito da Razorbill. Quattro Rookie Yearbook, uno per ogni anno dell’high school americana. La stessa Tavi nel frattempo si è diplomata e si è trasferita in un appartamento nel Lower East Side a New York. Per alcuni mesi è andata in scena con This is Our Youth, uno spettacolo scritto nel 1996 da Kenneth Lonergan e diretto da Anna D. Shapiro, al fianco di Michael Cera e Kieran Culkin. Ha smesso di tenere un diario perché, a suo dire, «finisci per stancarti di te stessa», mentre grazie alla recitazione, «sei protetta dal tuo personaggio». In una Q&A Session su Reddit ha spiegato come si sia abituata a scrivere ogni giorno dall’età di 12 anni e di sentirsi alla deriva quando non riversa parole su un pezzo di carta o su Internet. Grazie alla recitazione, dice, si è resa conto di quanto scrivere regolarmente la rendesse d’altronde meno presente, bloccata nella sua stessa testa, in un cervello incessantemente in modalità di narrazione e riflessione. Come saprà bene chi nella vita scrive ed è abituato a passare tanto tempo davanti ad un computer e alla propria testa, talvolta si vivono piccoli momenti di dissociazione e sembra impossibile trascorrere un momento della propria vita senza analizzarlo, o senza giustificarlo con «fa tutto schifo, ma ci scriverò su un pezzo grandioso per Vice o una serie tv per HBO».

Si sente una cosmophage, una persona che vuol mangiarsi il mondo, come ha spiegato su Elle

Potreste aver visto  Tavi sulla nuova campagna stampa di Clinique o averla riconosciuta come uno dei volti del Calendario Pirelli 2016, un’edizione curata da Annie Leibovitz che per la prima volta ritrarrà volti femminili noti per il loro ruolo e i loro riconoscimenti in campo sportivo, mediatico, editoriale, musicale, e non per il proprio corpo. Sarà guest star in una puntata di Scream Queens, una nuova serie tv prodotta da Fox. Si reinventa in continuazione. Si sente una cosmophage, una persona che vuol mangiarsi il mondo, come ha spiegato su  Elle. Si è tagliata i capelli perché non capiva se col suo stile stesse reclamando la sua femminilità o al contrario stesse soccombendo ad un modello di bellezza creato e imposto da altri. Vuole concentrarsi sempre meno su se stessa e sempre di più sugli altri, nel ruolo di editor per Rookie e firmando eccellenti interviste a giovani donne di successo, come  Miley Cyrus,  Taylor Swift Lorde. Ha curato da poco l’editing di un numero di  Poetry e della rubrica It Girls su Nylon Mag. Ha affermato più volte di non voler disconoscere il suo passato e tutte le sue fasi, che hanno contribuito a renderla ciò che è nel presente, errori e imbarazzi compresi. Ma al tempo stesso il taglio col passato è netto, tanto quanto lo è andare al liceo e vivere in provincia di Chicago e poi convivere con la migliore amica e fotografa Petra Collins in uno dei quartieri più in fermento di New York: dalla sua cameretta al mondo.

 

Made @tywrent take this cuz I was matching the wallpaper

 

Una foto pubblicata da Tavi Gevinson (@tavitulle) in data:

Non è difficile immaginare che molti fan rimangano delusi dal suo cambiamento, dalle sue amicizie mondane, dalla sua crescita. Tavi ha capito molto tempo fa di non voler lottare per essere “alternativa”. Ma la sua immersione in un nuovo mondo mainstream, il suo amore per le icone pop più celebri e la sua ricerca di un parziale distacco dallo stile autobiografico che l’ha caratterizzata finora possono suonare quasi come un tradimento per quei fan convinti di conoscere la vera Tavi. Di conoscere la sua “parte più autentica”.

Tutti, almeno un po’, ci cascano. Come Zadie Smith, che l’ha sentita parlare a un festival ed è corsa a casa a scriverle una mail consigliandole di non rinunciare all’iscrizione all’università. Come i fan che invidiano la sua vita o quelli che le dicono che è troppo privilegiata per capire qualcosa del “vero dolore”. Ogni persona cerca se stessa in Tavi. È così trasformista che sarebbe difficile non riuscire a identificarsi in una fase della sua costante transizione, ma al tempo stesso è altrettanto facile sentirsi traditi, abbandonati, come se i segreti nascosti che una volta sentivamo di avere in comune con lei fossero svaniti tra un palco di Broadway e un pomeriggio con Taylor Swift. Vista la sua giovane età, ognuno cerca in lei quello che ha avuto o non ha avuto alla sua stessa età e cerca di relazionarsi a lei di conseguenza. Si proietta se stessi nell’altro e si dà valore soltanto a ciò che ci rispecchia, come nei rapporti d’amore e d’amicizia più avvelenati dall’egocentrismo. Appena la piccola cosa che ci accomunava se ne va, sembra che anche il resto non abbia più senso.

L’ossessione che in tanti, me compresa, abbiamo per Tavi dice molto più di noi che di lei. Ci dice che siamo ossessionati dall’adolescenza, da quel liceo che da lontano sembra sempre più bello di quanto fosse in realtà, dalle foto ricordo che ogni tanto tiriamo fuori dal cassetto o dalla memoria dell’hard disk su cui le abbiamo nascoste. Quelle foto che dicono poco su quello che ritraevano e molto su quello che rimaneva fuori dal nostro obiettivo. La frustrazione, la noia, l’attesa, la solitudine, il bullismo, la rabbia. Ricostruiamo i nostri  ricordi tramite lei e da lontano tutto appare sfumato dallo stesso romanticismo che caratterizza l’estetica di Rookie Mag. Inutile dire che Tavi, questa cosa, l’aveva capita da un bel pezzo, quando affermava che la scuola le piaceva più perché le ricordava Freaks and GeeksThe Breakfast Club e meno per la vita che era costretta a viverci dentro.