Cultura | Personaggi

Tutti amano Stanley Tucci

Da attore versatile a foodie esperto, nella serie Searching for Italy gira l’Italia in un tour enogastronomico di cui è il vero protagonista.

di Corinne Corci

Stanley Tucci in una scena di Searching For Italy, serie tv prodotta dalla Cnn

Se non fosse stato per Stanley Tucci, non avrei mai conosciuto la signora Cheri. La signora Cheri, di Hudson, fondatrice e amministratrice del blog iloveitalianmovies.com, in cui si presenta seduta al tavolo della cucina indossando una maglietta con la scritta “Andiamo!” sopra a una riproduzione malfatta della nostra penisola, è sposata con un italo americano, Brian, ha una figlia, sposata anche lei, e un gatto, Junior, che è il miglior animale da compagnia di sempre e tutti lo adorano, tranne gli scoiattoli per qualche motivo. Più di ogni altra cosa però la signora Cheri ha una grande, incommensurabile ossessione per Stanley Tucci. Di lui, come ha scritto raccontando quanto le sia piaciuta Searching for Italy, la nuova serie appena terminata sulla Cnn in cui l’attore ha girato l’Italia in un tour enogastronomico presentando chef, luoghi e piatti tipici, è impossibile fare a meno, perché Stanley Tucci non è mai abbastanza, è troppo bravo a fare tutto, sia in veste di attore tra i caratteristi più straordinariamente versatili degli ultimi anni, sia in versione foodie esperto, affascinante, colto e stilosissimo.

«È impossibile credere che pochi mesi fa la prima ondata di Covid-19 abbia svuotato queste strade di Napoli, quando in Italia è stato imposto il lockdown», afferma la voce fuoricampo di Tucci nel primo minuto della serie mentre ci passano davanti agli occhi le immagini del Vesuvio. Girata tra l’autunno del 2019 e settembre 2020, si tratta di una «lettera d’amore all’Italia», come l’ha definita Tucci numerose volte, da Napoli fino a Ischia, poi Roma, Bologna, Milano, Firenze e la Sicilia, in America è andata così bene che dopo le prime due puntate la Cnn ha assicurato una seconda stagione. E nonostante Searching for Italy sia a tratti l’ennesimo esempio del modo deformato in cui ci vedono dall’estero, pizza-ragù-linguini-carbonara-Scampia (sogno una serie internazionale ambientata a Caronno Varesino, ma qui c’è Forlimpopoli che ha dato i natali a Pellegrino Artusi e mi sembra già qualcosa), è comunque divertente, piacevolissima da guardare anche per un italiano proprio grazie al suo immenso protagonista. Che non è l’Italia.

Nessuno ha mai indossato così bene un parrucchino come c’è riuscito Stanley Tucci (nei panni del depravato omicida di Amabili resti è stato nominato agli Oscar), l’attore erede della grande tradizione dei personaggi secondari che rubano la scena, un po’ come Laura Dern. Di origini italiane, calabresi, e da sempre amante della cucina come ha dimostrato nel 1996 con Big Night, film che ha diretto e recitato interpretando un cuoco italo americano proprietario di un ristorante sulla East Coast, Tucci è passato dal tipico ruolo del gangster italiano (Miami Vice, Crime Story), ad altri in piccoli film indipendenti e produzioni enormi, Il caso Spotlight, The Terminal, Hunger Games, anche Beethoven del ’92, dimostrandosi sempre perfetto, nato per quella parte, pure in Conspiracy in cui faceva il gerarca nazista Adolf Eichmann e prima ancora in Winchell, sul famoso giornalista di rotocalchi (ruoli che gli valsero entrambi la vittoria ai Golden Globe).

Sul grande schermo, su quello piccolo, su Instagram, chissà se anche nella realtà, Stanley Tucci galvanizza. Sono sicura esista un nutrito gruppo di persone – di cui faccio parte – che lo considera uno degli esseri viventi più affascinanti del pianeta eppure non sono sicura di conoscerne le ragioni. Insider le ha ipotizzate, spiegando che la nuova serie di Tucci non avrebbe fatto altro che portare a compimento una fissazione nei suoi confronti che in molti era solo dormiente, risvegliando inconfessabili e sopite fantasie erotiche: «Forget the hot Duke in Bridgerton. Give me more Stanley Tucci», hanno scritto su Twitter, «Tucci in Italy is my kink», insomma Stanley Tucci ricoprimi di cipolle e fammi saltare come fai con il soffritto nella padella.

Nel 2009, dopo la perdita della prima moglie, da New York si è trasferito a Londra con i tre figli, nel 2012 ha sposato l’agente letteraria Felicity Blunt, sorella dell’attrice Emily, conosciuta sul set de Il diavolo veste Prada e con lei nello stesso anno ha persino pubblicato un libro di ricette, The Tucci Table (nel 2021 uscirà un altro libro, Taste, my Life through food). Sempre insieme a Blunt, durante la pandemia ha ideato e sviluppato su Instagram una web-serie in cui compariva nelle vesti di bartender intento nella preparazione di alcuni cocktail. All’epoca, quando il suo video (questo) in cui prepara un Negroni è diventato virale, sul Guardian Max Benweel, etero (al termine dell’articolo si definirà “tuccisessuale”), ha provato a indagare i motivi per cui Tucci-foodie sia così inspiegabilmente sexy. Prima cosa: le sue braccia. Poi: la nonchalance della sua voce. Seguono: l’appeal paterno da “puoi fidarti di me e di come taglio le zucchine”, il fatto che sia Stanley Tucci. Commentando Searching for Italy, il New Yorker ha scritto che potremmo passare le ore a guardare l’attore camminare in giro per l’Italia parlando della sfoglia tirata al matterello e mangiandosi i panzarotti in barca, e ne vorremmo ancora, perché Tucci è senza tempo, speriamo senza fine, mette tutti d’accordo, uomini, donne, amici, la signora Cheri. Si dice lo stesso di un buon piatto di pasta.