Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
In Inghilterra una scuola ha vietato lo slang
Una secondary school londinese (che comprende quindi un livello di istruzione che va dagli 11 ai 16/18 anni), la Ark All Saints Academy, ha stilato una lista di espressioni vietate in «situazioni formali di apprendimento e durante gli esami», nell’ottica di dissuadere gli studenti a usare toni colloquiali nell’iterazione con i docenti e in generale con gli adulti. La decisione della scuola arriva dalla constatazione di come i ragazzini abbiano iniziato a usare certe parole anche nei testi scritti, come test o compiti in classe, dimostrando come facciano sempre più fatica a distinguere le situazioni formali da quelle “rilassate”. «Lo sviluppo delle capacità di lettura e conversazione sono obiettivi centrali nell’aiutare i nostri studenti ad apprendere in modo efficace e a realizzare il loro potenziale sia nel mondo accademico che non», ha dichiarato al Guardian Lucy Frame, preside della scuola, proseguendo «non abbiamo bannato in toto l’uso di queste parole, ovviamente tra di loro possono usarle, lo scopo è far capire che nei contesti formali e negli esami è importante esprimersi in un certo modo». La decisione riflette probabilmente un divario crescente tra la lingua accettata dagli insegnanti e quella utilizzata quotidianamente dagli alunni in alcune aree del Regno Unito, come dimostra un sondaggio sui ragazzi britannici del 2019: lo “slanglish” sarebbe il motivo più comune per il quale i ragazzini non passano il General Certificate of Secondary Education, il nostro esame di terza media.
Al bando, come si diceva, sia parole che modi di dire: all’inizio della frase sarà proibito dire “Ermmm”, il nostro “mmmmm”, tipico di quando a un’interrogazione si tergiversa in cerca di stimoli, perlopiù esterni se non hai studiato oppure “basically”, il nostro “praticamente”. Stessa sorte per “you know” o “you see”, definizioni abusatissime nello slang anglofono, (si veda Kim Kardashian che non riesce a non iniziare una farse senza un acutissimo «Ehm you know…»). Per quanto riguarda le espressioni, saranno vietate “Oh my God” o “Oh my days/my goodness”. Stessa cosa per “That’s a neck” e conseguente coppino, modo di dire e gesto anglosassone utilizzato quando qualche amico sbaglia clamorosamente qualcosa, mentre “He cut his eyes at me”, il nostro “guardarmi male” sarà ugualmente inutilizzabile. Alla gogna anche “wow”, come “bare” nell’accezione di estremamente o molto.
Non tutti sembrano d’accordo però. Interpellato dal Guardian, Marcello Giovanelli, docente di lingua e letteratura inglese dell’Università di Aston sostiene come lo slang sia l’essenziale propulsore nell’innovazione linguistica, infatti ha definito l’espressione «He cut his eyes at me» un «esempio meravigliosamente creativo». Il docente avverte: l’abbandono del proprio linguaggio, usato in casa e con gli amici, può danneggiare l’identità e l’autostima. C’è ragione di scandalizzarsi sentendo le nuove generazioni dare del “tu” ai docenti delle medie oppure fa solo parte dell’evoluzione del linguaggio e dei suoi usi?

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.