Attualità | Rassegna

Di cosa si è parlato questa settimana

Viviamo davvero un'epoca senza certezze: una democrazia può diventare una dittatura dalla sera alla mattina, un uomo può essere ucciso a Manhattan senza che nessuno veda nulla e il Festival di Sanremo non è detto che continui a farlo la Rai.

di Studio

Esteri – Un golpe al cerchio e uno alla botte
Mentre tutti si preparavano a dormire, in un martedì sera qualunque, in Corea del Sud è stata proclamata la legge marziale, una sventurata decisione del contestassimo Presidente in carica, Yoon Suk Yeol, che ha riportato alla mente uno dei periodi più bui della storia del Paese. Yoon, conservatore ed ex procuratore, ha giustificato la scelta asserendo che negli ultimi mesi la sua amministrazione era minacciata dalle opposizioni e da infiltrazioni nord coreane, una scusa che tutti gli analisti politici hanno interpretato come un patetico, e pericoloso, tentativo di rimanere al potere nonostante gli scandali e il bassissimo indice di gradimento popolare. Nella cultura del palli-palli coreano (빨리빨리), hanno scherzato alcuni giornalisti, il colpo di Stato si è risolto in poche ore: i parlamentari si sono letteralmente lanciati oltre la siepe per votare una risoluzione che, a tarda notte, chiedeva al presidente di nullificare la legge marziale. E così è stato: ora sono iniziate le proteste in piazza e se la storia della Corea del Sud ci insegna qualcosa, per Yoon il tempo potrebbe essere (finalmente) finito.

Ancora esteri – Barnier, prenditi cura di te
Una settimana da dimenticare per la Francia, a cui siamo soliti guardare come esempio di stabilità politica. Mercoledì il governo era stato sfiduciato dall’Assemblea nazionale, con il voto congiunto del Nuovo fronte popolare e del Reassemblement National, il partito di Marine Le Pen. La motivazione: Barnier aveva fatto approvare la legge di bilancio 2025 senza chiedere l’ok al parlamento. Il giorno dopo, Macron ha parlato alla nazione: ha detto che non si dimetterà e che nominerà un nuovo Primo ministro (o Prima ministra?). Ma non si sa da quale parte politica o maggioranza pescherà. Nel frattempo, del governo Barnier resta un record: è il più breve nella storia della Quinta Repubblica francese, vale a dire di tutti i governi che si sono succeduti nel Paese dal 1958 a oggi.

Cronaca – Le relazioni pericolose
Filippo Turetta è stato condannato all’ergastolo in primo grado per il femminicidio di Giulia Cecchettin: una pena attesa, da cui usciamo tutti, come società, con l’amaro in bocca. Lo ha detto anche Gino Cecchettin dopo la sentenza, con quel: «Nessuno mi ridarà Giulia, abbiamo perso tutti». In effetti, da questo caso di cronaca ne usciamo male e il 2024 va pure peggio, visto che i femminicidi sono già più di 100 in undici mesi, secondo l’osservatorio Non Una di Meno. C’è ancora un dettaglio che sta facendo discutere e che ha fatto arrabbiare molte e molti: l’esclusione dello stalking come aggravante. Segno, purtroppo, che non ci sono ancora gli strumenti adeguati per combattere una violenza silenziosa ma persecutoria come questa.

Stati Uniti – Lo chiamavano sanità
Quante volte abbiamo commentato un caso di cronaca con l’abusata formula “sembra un film”? Troppe, è vero, ma l’omicidio di Brian Thompson, Ceo di UnitedHealthcare, tra le più grandi compagnie di assicurazioni sanitarie americane, sembra davvero “un film”. L’agguato in piena Manhattan, le tre pallottole con una parola scritta su ognuna (delay, deny, depose) che richiamano il titolo di un libro critico verso il sistema assicurativo americano (Delay, deny, defend), e poi la fuga in bici del killer e la sparizione. Si tratta di un killer professionista o di un vendicatore più o meno mascherato? Per tutta una serie di caratteristiche e di implicazioni anche politiche la vicenda è stata tra le più seguite della settimana, mentre la UnitedHealthcare ha dovuto chiudere i commenti ai post in memoria di Thompson perché troppi erano a favore dell’assassino.

Economia – Stellantis stellina la notte si avvicina
In questo momento di crisi profonda e generale dell’industria automobilistica, in cui in Europa arrivano al pettine i nodi mai affrontati veramente e sempre rimandati della transizione all’elettrico, Stellantis dimissiona il suo super Ceo Carlos Tavares. Si è parlato di buonuscite stellari per lui (ma pare che sia uomo morigeratissimo da alberghi a tre stelle e vestiti da impiegato). Mentre negli stessi giorni, sempre a proposito di soldi, sul Corriere si affacciava con ingenuità un interrogativo inquietante: “Auto, e se il motivo del crollo delle vendite fosse semplicemente perché costano troppo?”. Ecco.

Spettacolo – Discorsi da Tar
Forse Amadeus sapeva? È per questo che ha mollato la Rai e se ne è andato sul Nove? Sapeva che il Tar della Liguria avrebbe deciso che non sta scritto da nessuna parte che Sanremo debba organizzarlo la Rai? Vai a sapere, anche perché non è facile capire quali siano le possibili conseguenze della decisione del tribunale: le sentenze amministrative, si sa, non sono tra le letture più semplici. Sta di fatto che, da quando la notizia si è diffusa, è tutto un “what if”: come sarebbe il Sanremo di Mediaset? E quello di La7? Se finisse su Netflix? Lo scopriremo nel 2026 quando, per come stanno le cose adesso, il Comune di Sanremo dovrà mettere a bando il Festival. E sarà un caso, ma il contratto di Amadeus con Nove finisce nel 2028: prima che scada, fa in tempo a farne altri tre, di Festival.