Attualità

Sconcertati, esatto, sì

In cui Luca Ricolfi dice cosa si capisce (poco o niente) dalla redazione degli otto punti proposti dal Pd

di Federico Sarica

Oggi su La Stampa, in un commento intitolato “Gli otto punti incomunicabili del Pd”, Luca Ricolfi si dice  sconcertato per il comportamento del gruppo dirigente del Pd in questo periodo post-elettorale.
Ecco, senza drammatizzare e con una buona dose di pragmatismo che mi induce a stare vedere cosa succederà veramente nei prossimi tempi, per quanto vale, sono sconcertato anch’io. E lo sono la maggior parte di quelli con cui sto chiacchierando in questi giorni. Non dubbiosi, non afflitti, non preoccupati. Sconcertati.
Mi chiedo in quanti, da quelle parti, colgano la differenza.

Ecco l’incipit del pezzo di Ricolfi:

Mi è capitato, nei giorni scorsi, di prender parte a un dibattito televisivo sulle elezioni e di ascoltare una puntata di un talk show politico, sempre con esponenti del Pd. Poi, ieri, ho letto attentamente gli 8 punti programmatici con cui Bersani pensa di candidarsi a guidare un governo appoggiato da Grillo. Ebbene, lo dico subito, io sono sconcertato.

Sono sconcertato perché, più li leggi e li ascolti, più ti accorgi che nei dirigenti del Pd nulla, ma proprio nulla è cambiato dopo il voto. Non sono cambiati gli slogan, non sono cambiati i programmi, non sono cambiati gli atteggiamenti. Non sono cambiati i rituali, non sono cambiati i ragionamenti, non è cambiato il linguaggio. Non c’è nessuna idea veramente nuova. Solo tanta supponenza, e una completa incapacità di capire come si viene percepiti dagli altri. Questi dirigenti dimostrano, con il loro modo di parlare e di atteggiarsi, di non avere la minima idea di come la gente li vede. Se potessero entrare anche solo per qualche minuto nei nostri cervelli avrebbero uno shock: scoprirebbero che non solo non li apprezziamo, non solo li troviamo irritanti, ma siamo semplicemente increduli. […]

Continua a leggere su La Stampa.