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Quali sono le opere più violente della letteratura?

Ci sono diversi generi canonici che si contendono la violenza esplicita nella letteratura: l’horror, il giallo, a volte il thriller. Ci sono libri, però, che sono talmente violenti in alcune scene da costituire quasi un genere a sé stante. Su Lit Hub si sono impegnati a sceglierne soltanto 9.

Secondo Emily Temple, al primo posto c’è Meridiano di sangue di Cormac McCarthy, che già dalle prime pagine presenta al lettore un protagonista incline alla violenza più irrazionale. Nel libro, definito da Harold Bloom «il più grande libro scritto dai tempi di Mentre morivo di Faulkner», l’aggressività fine a se stessa diventa più intensa man mano che si procede nella lettura. Pagine impegnative anche quelle di Piercing di Ryu Murakami, il cui protagonista perverso e meticoloso immagina di pugnalare le sue vittime con un punteruolo da ghiaccio. Sempre sul filone della violenza solo fantasticata c’è American Psycho, il romanzo di Bret Easton Ellis che l’omonimo film con Christian Bale ha reso famoso nel 2000. Mentre nel film l’interpretazione è abbastanza chiara, nel romanzo è meno chiaro se le truculente fantasie del protagonista siano soltanto tali.

Di 2666, il lungo romanzo in cinque parti di Roberto Bolaño, a lasciare un segno durante la lettura è sicuramente la parte degli omicidi – per la precisione, 112 – che avvengono nel libro si susseguono nel giro di pochi anni, nella piccola cittadina di Santa Teresa. L’episodio, scrive Temple, è il cuore pulsante della narrazione. Non si esce indenni nemmeno da un romanzo apparentemente innocuo come L’uccello che girava le viti del mondo di Haruki Murakami, che in una singola scena concentra la più straziante delle torture che si possano immaginare.

Il garzone del macellaio è il romanzo di Patrick McCabe che lascia immaginare già dal titolo diverse scene sanguinolente, in un crescendo di suspence che rivela solo alla fine gli orribili crimini compiuti dal protagonista. Poi c’è La fabbrica degli orrori di Iain Banks, che parla di un piccolo assassino misogino a cui piace uccidere le vespe, e Arancia Meccanica, il romanzo di Anthony Burgess considerato ancora più violento della sua più famosa trasposizione cinematografica, diretta da Kubrick.

A concludere la lista c’è una sorta di intruso: non si tratta di un romanzo ma di un’opera teatrale di Shakespeare che, a detta di Temple, all’epoca della sua messa in scena fece addirittura svenire il pubblico. Tito Andronico è forse la sua tragedia più violenta, con tanto di decapitazioni, stupri e mutilazioni di vario genere, raccontate nel dettaglio.