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Un giocatore di poker ha passato 20 giorni chiuso al buio per vincere 100 mila dollari

Il Guardian racconta l’impresa del giocatore di poker professionista Rich Alati, che per vincere una scommessa da 100.000 dollari ha trascorso quasi tre settimane in una stanza buia insonorizzata, senza contatti con l’esterno. Tutto era iniziato a un torneo a Las Vegas, dove lo scorso settembre Alati aveva accettato la sfida di un altro pokerista, Rory Young: passare trenta giorni nell’isolamento di una stanza oscura, in cambio della cifra a cinque zeri; nel caso Alati avesse abbandonato, sarebbe stato lui a pagare il collega. Le condizioni erano state definite nei dettagli: pasti consegnati a intervalli irregolari, niente telefoni e tv; le concessioni si limitavano a oli da bagno, un tappetino elastico e una palla da massaggio. In molti avevano giudicato la prova eccessiva, oltreché pericolosa: uno psicologo consultato da Young l’aveva addirittura definita «estremamente gravosa per la salute mentale». Negli Usa, del resto, solo i detenuti più pericolosi vengono isolati nelle celle, mentre le regole dell’Onu sul trattamento dei prigionieri equiparano alla tortura l’isolamento che supera i 15 giorni . La sfida è iniziata nel novembre 2018, alla presenza di avvocati, cameraman, parenti e semplici curiosi. Alati aveva esaminato la camera, arredata con vasca da bagno, lavandino e materasso, dove le fessure e gli specchi erano stati coperti per evitare qualsiasi riflesso; dal primo giorno, si è imposto una routine a base di igiene quotidiana, allenamenti al mattino e così via, ripromettendosi di passare il tempo meditando.

L’insidia maggiore era rappresentata dalle spirali negative dei pensieri, che Alati ha contrastato concentrandosi su yoga e stretching. Trascorsi dieci giorni, Young (che aveva seguito sul video la quotidianità del rivale), gli aveva proposto di interrompere la scommessa e andarsene pagando 50.000 dollari, ma quest’ultimo aveva rifiutato con una risata sprezzante; passato altro tempo, Young ha ribaltato la prospettiva, offrendo al dirimpettaio 25.000 dollari per lasciare la stanza. I due si sono alla fine accordati sulla cifra di 62.400 dollari vinti da Alati, che trascorsi venti giorni è uscito, tornando alla normalità dopo tre settimane di buio e solitudine, convinto che sia stata fondamentale la consapevolezza di come, a differenza dei carcerati, la sua condizione fosse temporanea e discrezionale.

Entrambi i protagonisti della vicenda si sono detti soddisfatti: Young, nonostante la sconfitta costatagli migliaia di dollari, l’ha definita «una bella storia, con due persone che collaborano in modo equo»; Alati, d’altra parte, ha dichiarato di aver imparato ad apprezzare le cose che diamo per scontate, soprattutto «la possibilità di stare all’aperto».