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Chloe Malle è la nuova direttrice di Vogue Us Figlia dell'attrice Candice Bergen e del regista francese Louis Malle, dal 2023 era direttrice del sito di Vogue, dove lavora da 14 anni.
Anche la più importante associazione di studiosi del genocidio del mondo dice che quello che sta avvenendo a Gaza è un genocidio L'International Association of Genocide Scholars ha pubblicato una risoluzione in cui condanna apertamente Israele.
La standing ovation più lunga di Venezia l’ha presa The Rock Per il suo ruolo in The Smashing Machine, il biopic sul lottatore Mark Kerr diretto da Benny Safdie.
Il Ceo di Nestlé è stato licenziato per aver nascosto una relazione con una sua dipendente Una «undisclosed romantic relationship» costata carissimo a Laurent Freixe, che lavorava per l'azienda da 40 anni.
La turistificazione in Albania è stata così veloce che farci le vacanze è diventato già troppo costoso I turisti aumentano sempre di più, spendono sempre di più, e questo sta causando gli ormai soliti problemi ai residenti.
Nell’assurdo piano di Trump per costruire la cosiddetta Riviera di Gaza ci sono anche delle città “governate” dall’AI Lo ha rivelato il Washington Post, che ha pubblicato parti di questo piano di ricostruzione di Gaza che sembra un (brutto) racconto sci-fi.
Stasera La chimera di Alice Rohrwacher arriva per la prima volta in tv, su Rai 3 Un film d'autore per festeggiare l'apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2025.
Emma Stone, che in Bugonia interpreta una donna accusata di essere un alieno, crede nell’esistenza degli alieni E ha spiegato anche perché: lo ha capito guardando la serie Cosmos di Carl Sagan.

Recensioni del tempo

Elevare le previsioni del tempo ad arte: intervista a Tom Scocca, che ogni giorno racconta il “meteo del giorno prima” con la scusa di parlare di tutti noi.

06 Marzo 2013

Insieme al calcio e alla politica spiccia, il tempo atmosferico è il grande protagonista del grande genere delle Chiacchierate Casuali E Imbarazzanti che capita a chiunque di fare senza preavviso nel corso della giornata. Ma a differenza dei primi due macroargomenti, la discussione sul meteo non si basa sulla divisione, l’ideologia, il tifo. Non divide: accomuna. Ci stringe forte durante l’inverno e fa alzare una leggera brezza consoltaria ad agosto. La Juve può piacere o far schifo; Nichi Vendola può entusiasmare o demoralizzare; ma la pioggia mette sempre tristezza e il sole è sempre bellissimo – nelle dosi consigliate. E allora perché concediamo al tempo solo qualche lamentela o le piatte profezie dei meteorologi? Perché non inzuppare la penna tra i nuvoloni neri o il cielo azzurro e vergare meravigliosi “recensioni del tempo” dando alla bassa e alta pressione quel che si meritano? Tom Scocca lo fa ogni giorno su The Awl, dicendo la sua sul tempo del giorno prima. Poi torna a fare il suo lavoro, ovvero dirigere Deadspin, il sito sportivo del network Gawker (lo scorso 15 gennaio è diventato deputy editor di Gawker.com). Lo abbiamo contattato per parlarne un po’: quel giorno a New York, dove vive, c’era il sole. Era il 28 novembre e a quella giornata Scocca ha dato ben quattro stellette.

Ciao Tom. Come ti è venuta l’idea di di fare le “recensioni del tempo”? Te l’ha chiesto The Awl o è stata una tua idea?

È una cosa che mi è venuta semplicemente in mente, o così mi è sembrato – in realtà, il mio amico e collega Joe MacLeod mi ha ricordato che una decina d’anni fa mi era venuta la stessa idea e me ne ero nel frattempo dimenticato. Ma una delle cose migliori dello scrivere online in generale e in particolare per The Awl è che non c’è alcuna barriera tra impulso ed esecuzione. Ho chiesto via chat a Choire Sicha (co-direttore del sito insieme ad Alex Balk, Nda) se poteva avere senso scrivere queste previsioni sul mio Tumblr, come hobby, e lui mi ha proposto di farlo per il suo sito. Quindi ho scritto il primo pezzo direttamente sulla finestra della chat ed è stato pubblicato quello stesso giorno.

In un’intervista hai detto che una delle prime cose che fai ogni mattina è leggere il meteo sul giornale «per mio figlio di quattro anni perché è molto importante che sia vestito opportunamente». È anche per questo motivo che sei così interessato all’argomento?

Il mio figlio maggiore è nato mentre stavamo a Pechino e quand’era bambino ho sempre guardato con lui le previsioni del tempo sul Beijing News, un quotidiano che ha un’ottima pagina dedicata al tempo, ben disegnata, nonché una delle poche parti del giornale che riuscivo a decifrare con quei pochi rudimenti di cinese che avevo. A Pechino il meteo era d’estrema importanza – i frequenti venti da sud-est accumulano smog e lo traportano fino in città e poi arrivano i venti di nord-ovest a spazzarlo via, quindi avevo l’abitudine di controllare sempre le bandieruole per capire se le cose sarebbero migliorate o peggiorate. (C’era anche un ufficio governativo che si occupava della modifica delle condizioni meteorologiche sparando materiale chimico fra le nuvole, cosa che aggiungeva un’ulteriore dimensione alla semplice lettura delle previsioni locali). Perciò sia io che lui siamo finiti per diventare molto più attenti al tempo di quanto saremmo potuto essere altrimenti.

Quali sono le tue fonti preferite nel settore?

La pagina del meteo del New York Times è tuttora quella che uso di più per orientarmi. In caso di fenomeni in corso, se per esempio voglio evitare un temporale, controllo invece il sito The Weather Underground o Weather.com per previsioni ora-per-ora.

Scrivi soprattutto del tempo atmosferico di New York e spesso ti riferisci alle persone che incontri per strada: come camminano, come parlano, come si comportano. Quant’è importante la presenza fisica nel tuo lavoro?

Scrivo le previsioni del tempo in qualunque posto mi capiti di passare una giornata, che nella maggior parte delle volte è New York ma anche qualche altra città, se sono in viaggio. Ciò di cui scrivo è l’esperienza di vita nel tempo atmosferico di un determinato giorno, perciò quello che succede a me e agli altri animali umani attorno a me è la sua essenza. New York è un posto particolarmente indicato per farlo perché la città costringe la gente a uscire di casa e affrontare il clima. Invece nei posti in cui la vita si basa sull’automobile, spesso si anche fare a meno di mettersi la giacca.

Riusciresti a scrivere una delle tua recensioni del tempo guardando qualche foto di una città in cui non sei mai stato?

Sarebbe impossibile.

Sei una di quelle persone il cui umore viene influenzato dal tempo?

Sì, profondamente. Le previsioni del tempo creano le aspettative per tutto il resto del giorno. Decidono che vestiti metterò, quante cose pianificherò di fare e anche cosa mangerò (sia di che cibo avrò voglia, sia in quali posti andrò a far la spesa). E poi esci di casa e le tue aspettative incontrano il tempo atmosferico reale e le possibilità che avevi previsto possono aumentare o diminuire, a seconda. Passare la giornata fuori casa con un tempo migliore di quello previso è pura esaltazione. Quando succede, sembra che a guadagnarne non sia solo la qualità di vita ma anche la sua quantità.

E veniamo a un punto importante. La pioggia fa schifo. Perché?

La pioggia limita quel che puoi fare. Al di là del disagio animale dato dall’essere bagnati (o dallo sentirsi intrappolati per evitare di bagnarsi), c’è anche la coscienza della limitazione data alla nostra libertà da questa roba che cade arbitrariamente dal cielo. È esistenzialmente umiliante. La pioggia inaspettata è anche peggio.

Cosa ti ricordi dei giorni in cui la costa orientale degli Usa è stata colpita dall’uragano Sandy? Come hai affrontato il tuo lavoro durante e dopo il disastro?

Siamo stati fortunati perché viviamo in una zona alta della città e fuori dalle zone in cui la corrente non è saltata. Avevamo scorte di torce e altre luci alimentate a batteria che avevamo comprato per vari altri uragani e bufere di neve e che in qualche modo i bambini non erano riusciti a saccheggiare, quindi abbiamo affrontato la situazione con serenità. Le nostre riserve di cibo erano piuttosto abbondanti ma durante la tempesta abbiamo adottato l’arguta strategia di ammalarci a turno o a coppie, cosa che ci ha permesso di farle durare fino a quando il supermercato ha riaperto. Ho sempre avuto la tradizione di uscire di casa almeno per un istante durante gli uragani, per vederli e sentirli e annusarli. Mi sembra vigliacco scappare dalla natura mentre sta facendo qualcosa di straordinario. Quando era un ragazzo e c’era una tempesta di neve uscivo sempre con un righello per vedere quanta se ne era accumulata – confrontando le mie rivelazioni a quelle previste, sperando ne fosse scesa abbastanza da fare annullare scuola, che è quanto di meglio esiste in fatto di possibilità vitali aumentate dal tempo atmosferico. Sandy è stato un uragano forte e pericoloso e io non mi sentivo bene, e la cosa migliore era starsene dentro casa. Ma mentre mi stavo mettendo il mio impermeabile (quello soffocante e totalmente a prova d’acqua che uso solo in caso di eventi climatici disastrosi), mi son detto: Sono un critico del tempo! Potevo fare della mia abitudine perversa un obbligo professionale. E così sono uscito di casa, verso ovest, diretto al parco che domina dall’alto il fiume Hudson.

Meteorologicamente parlando, qual è stato finora il giorno migliore e quello peggiore da quando hai cominciato a recensire il tempo?

L’uragano è stato maestoso ma il giorno che, secondo me, ha davvero tirato dato il meglio di sé è stato il sette novembre. Era un giorno piovoso, freddo e sporco e pensavo che gli avrei dato zero stelle. Ma poi la pioggia è diventata una nevicata trasportata dal vento, insistente, violenta, eccitante – il ghiaccio scagliato ai tuoi piedi e la neve inzuppata che ti entrava a forza in bocca, e tutto è diventato selvaggio e indecente e impossibile da ignorare. La gente ha palesemente cominciato a farsi fare qualsiasi cosa dal tempo. Cos’altro potevo pretendere? Gli ho dato cinque stelle. Ho sempre adorato anche il tipo di giornata molto ordinario, da tre stelle, dove si può arrivare a ignorare il tempo, ma se ci presti attenzione, puoi scoprire qualcosa in grado di dare alla tua giornata un che di particolare. Il giorno peggiore probabilmente è stato ai primi d’ottobre, con una serie di giorni grigi, spiacevoli e senza qualità. Ottobre dovrebbe essere un mese meraviglioso a New York ma quello fu solo indistinto e noioso.

Dal numero 12 di Studio
Illustrazione di Studio Temp

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