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Tre persone hanno avuto problemi medici durante le riprese del reality ispirato a Squid Game

È possibile si tratti di una (perversa) forma di fedeltà all’opera originale: d’altronde, tutti abbiamo pensato la stessa cosa – ma siamo sicuri sia una buona idea? Non sarà mica pericoloso? E se qualcuno dovesse farsi male? – quando abbiamo scoperto che Netflix aveva deciso di realizzare un reality show ispirato a Squid Game. Una forma di fedeltà all’opera originale che, stando a quanto riporta il Guardian, ha portato al “ferimento” di tre partecipanti al reality. La stessa Netflix ha confermato che, in effetti, durante le riprese di Squid Game: The Challenge (questo il titolo del reality spin-off della serie, che vede 456 persone sfidarsi per un montepremi milionario, proprio come nella serie) tre concorrenti hanno avuto bisogno dell’intervento dei sanitari, ma la piattaforma si è anche premurata di precisare che i giornali che parlano di «infortuni gravi» raccontano il falso.

Tutto è partito da uno “scoop” del tabloid The Sun, che ha intervistato un concorrente del reality, rimasto anonimo, che ha raccontato che diverse persone hanno avuto bisogno di assistenza medica – alcune sarebbero addirittura state portate via dal set con delle barelle – a causa della temperatura freddissima dello studio (le riprese sono in corso di svolgimento presso i Cardington Studios, una ex base della Raf nel Bedfordshire, Regno Unito) in cui si stava registrando il primo degli squid game, Red Light, Green Light. Per chi non se lo ricordasse: si tratta di quella specie di “Un, due, tre, stella” in cui bisogna avanzare finché la gigantesca bambola-robot dà le spalle ai giocatori e rimanere immobili non appena si volta, chi si fa vedere ancora in movimento viene abbattuto a fucilate. Questo nella serie. Nel reality lo scopriremo.

«Nonostante stessero andando in ipotermia, molte persone hanno insistito per rimanere [sul set, ndr] perché in palio ci sono un sacco di soldi. Tanti hanno continuato a rimanere immobili, hanno continuato così per troppo tempo. C’è gente che ha iniziato il gioco convinta di diventare miliardaria e invece alla fine se ne è andata piangendo. Era come stare in una zona di guerra», questo il racconto, piuttosto drammatico, dell’anonimo concorrente. Che poi prosegue dicendo che «La gente veniva portata via dai medici ma gli altri non potevano dire nulla. Se avessimo parlato, saremmo stati eliminati… Ogni tanto si sentiva qualcuno gridare “medico!” e vedevamo la troupe del programma che iniziava a correre. Tra una ripresa e l’altra siamo rimasti fermi anche per mezz’ora. Alla fine c’era gente che strisciava». Che non si dica che lo spirito di Squid Game non è stato rispettato, insomma. Sarà contento il creatore della serie, Hwang Dong-hyuk.