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21:37 giovedì 20 novembre 2025
Lorenzo Bertelli, il figlio di Miuccia Prada, sarà il nuovo presidente di Versace Lo ha rivelato nell'ultimo episodio del podcast di Bloomberg, Quello che i soldi non dicono.
Il più importante premio letterario della Nuova Zelanda ha squalificato due partecipanti perché le copertine dei loro libri erano fatte con l’AI L'organizzatore ha detto che la decisione era necessario perché è importante contrastare l'uso dell'AI nell'industria creativa.
Per evitare altre rapine, verrà costruita una stazione di polizia direttamente dentro il Louvre E non solo: nei prossimi mesi arriveranno più fondi, più telecamere, più monitor, più barriere e più addetti alla sicurezza.
L’unico a volere il water d’oro di Cattelan andato all’asta è stato un parco di divertimenti Lo ha comprato per dodici milioni di dollari: è stata l'unica offerta per un'opera che ne vale dieci solo di materiale.
Angoulême, uno dei più prestigiosi festival di fumetti al mondo, quest’anno potrebbe saltare a causa di scandali, boicottaggi e tagli ai finanziamenti L'organizzazione è accusata di aver provato a insabbiare un'indagine su uno stupro e centinaia di artisti hanno deciso di non partecipare in protesta. L'edizione 2026 è a rischio.
Il guasto di Cloudflare è stato così grave che ha causato anche il guasto di Downdetector, il sito che si occupa di monitorare i guasti su internet Oltre a X, ChatGPT, Spotify e tanti altri, nel down di Cloudflare è andato di mezzo anche il sito a cui si accede quando tutti gli altri sono inaccessibili.
Il nuovo film di Sydney Sweeney sta andando così male che il distributore si rifiuta di rivelarne gli incassi Christy sembra destinato a diventare il peggior flop dell'anno, il quarto consecutivo nel 2025 dell'attrice.
Diversi grandi hotel sono stati accusati di fare offerte ingannevoli e fuorvianti su Booking L’authority inglese che si occupa di pubblicità ha scoperto che quelle convenientissime offerte non sono mai davvero così convenienti.

Perché l’Etiopia sta creando un programma spaziale

06 Aprile 2017

Le montagne attorno a Lalibela, un’antica città dell’Etiopia del nord, secondo l’Economist di notte sono contornate dai «cieli notturni più limpidi che si possano immaginare», tanto che non sarebbe sbagliato immaginare che costituiscano la location perfetta per un osservatorio astronomico di rilevanza mondiale. A dire il vero, il Paese africano ha già fatto passi decisi nella direzione della costruzione di un programma spaziale tutto suo: a gennaio il governo ha annunciato che entro i prossimi cinque anni spedirà in orbita un satellite da una postazione oltremare, e lo userà principalmente per monitorare le rese dei campi e la situazione atmosferica.

In Africa, sempre più Stati sono interessati alla corsa allo spazio: la Nigeria ha mandato in orbita 5 satelliti nel 2003, e sostiene che siano uno dei suoi assi nella manica nella lotta al terrorismo di Boko Haram; il Sudafrica ha diversi satelliti; l’Egitto ha pagato per avere due postazioni di osservazione in orbita, ma entrambe non sono riuscite a raggiungere il loro obiettivo. E anche Kenya, Angola e Ghana vorrebbero unirsi al club.

ETHIOPIA-SCIENCE-SPACE-OBSERVATORY

Col lancio di nuovi dispositivi in orbita, l’Etiopia spera di poter ottenere vantaggi economici, ma anche benefici di altro tipo, come risolvere controversie territoriali, aumentare la produttività dei campi agricoli e migliorare la pianificazione urbanistica. Eppure, scrive l’Economist, ci sono già intere costellazioni di satelliti già orbitanti sopra l’Africa ogni secondo, e molte delle loro funzioni basilari – quali, ad esempio, la mappatura delle risorse e il monitoraggio dei raccolti – sono ormai gratuite o molto a buon mercato (senza contare che in molti casi sono state rimpiazzate dall’uso dei droni). E anche i satelliti dedicati alle telecomunicazioni, di norma più costosi, non motivano la scelta etiope: Keith Gottschalk della University of the Western Cape ha notato che basta un singolo satellite per trasmettere all’intero continente. In un momento storico in cui più di cinque milioni e mezzo di etiopi hanno bisogno di aiuti umanitari per trovare cibo e acqua, in sostanza, le missioni spaziali sembrano, dice l’Economist, «una strana priorità».

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