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Come sta rispondendo il mondo cattolico al prete sexy di Fleabag

La seconda stagione di Fleabag è un piccolo mezzo miracolo: perché è anche meglio della prima, tanto per cominciare, e perché ha provocato un innamoramento collettivo verso un personaggio in particolare, quello del prete interpretato da Andrew Scott, che a prima vista sembrerebbe stonare in una serie tv scritta da e per i Millennial. Invece Phoebe Waller-Bridge si è impossessata di un cliché da soap opera, il tropo dell’oggetto sessuale non disponibile e perdipiù votato a Dio e non ai piaceri carnali, e l’ha trasformato in un’ossessione social. Dopo la premiere nel Regno Unito, le ricerche di video porno a sfondo religioso su Pornhub sono aumentate del 162%, mentre dopo la messa in onda della quarta puntata, in cui la protagonista si confessa al prete sexy, seguendo l’hashtag #kneel (“inginocchiati”) su Twitter si potevano leggere confessioni tutt’altro che pie o devote. C’è addirittura una candela con la sua faccia e la scritta “kneel”.

Ma c’è qualcuno che non ha apprezzato l’ironia e la naturale sensualità del personaggio interpretato da Scott: i cristiani e i cattolici. Come riporta Slate, infatti, sono stati molti i giornali e gli autori di quell’area a condannare il comportamento del prete immaginario, che invece era stato lodato dai media laici perché rappresentativo di un’interazione tra adulti consenzienti. B.D. McClay ha scritto sulla rivista cattolica Commonweal che, sebbene la storia fra i due non sia spiacevole, l’aver “sessualizzato” il confessionale inevitabilmente rimanda a situazioni ben più oscure. Per il Church Times, invece, il prete di Scott non è che «un altro molestatore» che ha infranto il voto di castità mentre il National Catholic Reporter titola senza mezzi termini “Il prete di Fleabag non è per niente cool”. Nella sua raccolta di opinioni su Slate, però, Ruth Graham nota come la maggior parte delle critiche si concentri sul ruolo di guida spirituale del prete nei confronti della protagonista, più che sulla sua decisione di fare sesso con lei: molti commentatori hanno infatti sottolineato come il suo grande fallimento fosse proprio lì, perché «Fleabag aveva bisogno di un prete, non di un amante» come ha scritto il reverendo Thomas Reese proprio sul National Catholic Reporter. Anche i critici più severi, insomma, non se la son sentiti di condannare la serie: quando gli ricapita, d’altra parte, un momento di popolarità come questo.