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Vicino a Glasgow c’è un ponte da cui i cani continuano a suicidarsi

Un cane stregato attirato in un baratro da una forza malevola: è la strana storia che ha raccontato la signora Mackinnon al New York Times, in un articolo che racconta il caso del cosiddetto “ponte dei cani suicidi, a circa un’ora e mezza da Glasgow, in Scozia. Giunta nei pressi del ponte, la cagnolina Bonnie ha iniziato a comportarsi in modo strano: «Prima si è bloccata, poi è partita di scatto, come posseduta da una strana energia, si è messa a correre ed è saltata giù dal ponte». Quello di Bonnie è soltanto uno dei centinaia di casi di cani che si sono improvvisamente buttati giù dall’Overtoun Bridge negli ultimi 50 anni – anche se a quanto pare la struttura è lì dal lontano 1895 – finendo sulle rocce della valle sottostante. Bonnie, in realtà, è la protagonista di una storia a lieto fine: inoltrandosi coraggiosamente tra i cespugli e gli alberi sotto al ponte, Ms. Mackinnon l’ha trovata viva. Almeno 50 cani però sono morti a causa del salto e, secondo la gente del luogo, sono circa 300 quelli che si sono buttati di sotto, seguendo un misterioso richiamo.

Alcuni ricercatori hanno avanzato spiegazioni razionali che coinvolgono il terreno e gli odori dei mammiferi che vivono nella gola (visoni, martore a altre specie di piccoli animali) che possono guidare i cani verso il limite del ponte, dal quale poi puntualmente cadono giù. Altre spiegazioni assumono un tono paranormale. La posizione isolata, il silenzio, la natura rigogliosa che lo circonda: dettagli che ben si adattano alla descrizione di ciò che i Celti chiamavano “thin place“, un luogo ipnotico dove il cielo e la terra si sovrappongono e il regno dei morti entra in contatto con quello dei vivi. Un certo Paul Owens, professore di filosofia e religione a Glasgow, ha dedicato all’indagine del mistero un intero libro (qui il sito dedicato al progetto). La teoria di Owens, popolare tra alcuni residenti locali, ha a che fare con la leggenda del fantasma della “White Lady of Overtoun”, la vedova in lutto del figlio di James White, il primo proprietario delle terre sulle quali sorge il ponte.