Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Qualcuno ha restituito un reperto rubato a Pompei nel 1971
L’ha postato su Instagram Massimo Osanna, direttore del Parco archeologico di Pompei: un pacco con all’interno un reperto rubato dal sito cinquant’anni fa (sarà stato il 1971) e ora finalmente tornato alla sua casa originaria. «Cinquant’anni fa ho asportato da un edificio di Pompei questo frammento. Me ne vergogno e lo restituisco al proprietario. Scusate!», si legge nel biglietto che accompagna il fregio, che rappresenta un volto di donna. «A volte ritornano. Per posta, quasi settimanalmente», ha commentato il direttore Osanna nella didascalia che accompagna il post.
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E in effetti non è la prima volta che incauti turisti (o ladri di tombe, chi può dirlo) restituiscono oggetti al sito archeologico campano. Lo scorso ottobre, si era molto parlato del caso di una donna canadese che mentre era in luna di miele in Italia, nel giugno del 1964, aveva rubato un’antefissa in terracotta della fine del I secolo d.C., che ornava la copertura del quadriportico dei teatri, parti di un’anfora e un pezzo di ceramica. Ai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli, ai quali ha restituito il malloppo solo dopo diverse decadi, avrebbe detto: «Teneteveli, portano sfortuna!».

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