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Perché non abbiamo ancora le pistole laser?

Lunedì la Marina statunitense ha annunciato che utilizzerà un sistema di abbattimento missili (e droni) mediante raggi laser nel golfo Persico, dopo aver condotto un test di esito positivo per valutare l’efficacia della tecnologia (vedi video a seguire). Pur essendo la prima volta che le forze americane impiegano il laser, la discussione su queste tecniche e aperta da millenni: già Archimede convogliò i raggi solari per bruciare le navi romane che assediavano le coste di Siracusa nel 212 a.C. L’assunto di fondo è sempre lo stesso: distruggere un obiettivo attraverso un raggio fatto di energia elettromagnetica condensata.

E allora perché ci è voluto tanto? Perché non abbiamo le pistole laser e gli heat-ray de La guerra dei mondi di H. G. Wells? Un articolo di Slate spiega che le difficoltà insite nello sviluppo e l’implementazione di questi armamenti sono uno scoglio tutt’altro che superato: a livello ingegneristico, innanzitutto, richiedono moltissima energia. In altre parole, possono essere caricate a bordo di un incrociatore della Marina – che ha fonti di energia di dimensioni adeguate, ma in altri casi sarebbe impossibile farne uso.

In secondo luogo, anche se, ipoteticamente, qualcuno trovasse una fonte di energia tanto grande, le dimensioni dell’oggetto lo renderebbero impossibile da trasportare a mano. Ci vorrebbe un sistema di raffreddamento, oltre ad una struttura capace di incorporare tre diversi raggi che servirebbero al fucile per funzionare.

Insomma, siamo ancora lontani dal vedere fucili e pistole laser, con buona pace dei fan di Star Wars.

 

Nell’immagine: Han Solo si appresta a usare una pistola laser in Star Wars.

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