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I dazi turistici sono l’ultimo fronte nella guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa Mentre Trump impone agli stranieri una maxi tassa per l'ingresso ai parchi nazionali, il Louvre alza il prezzo del biglietto per gli "extracomunitari".
Papa Leone XIV ha benedetto un rave party in Slovacchia in cui a fare da dj c’era un prete portoghese Il tutto per festeggiare il 75esimo compleanno dell'Arcivescovo Bernard Bober di Kosice.
I distributori indipendenti americani riporteranno al cinema i film che non ha visto nessuno a causa del Covid Titoli molto amati da critici e cinefili – tra cui uno di Sean Baker e uno di Kelly Reichardt – torneranno in sala per riprendersi quello che il Covid ha tolto.
La presidente della Tanzania Samia Suluhu Hassan ha nominato il nuovo governo e ha fatto ministri tutti i membri della sua famiglia In un colpo solo ha sistemato due figlie, un nipote, un genero, un cognato e pure un carissimo amico di famiglia.
Sally Rooney ha detto che i suoi libri potrebbero essere vietati in tutto il Regno Unito a causa del suo sostegno a Palestine Action E potrebbe addirittura essere costretta a ritirare dal commercio i suoi libri attualmente in vendita.
In Francia è scoppiato un nuovo, inquietante caso di “sottomissione chimica” simile a quello di Gisèle Pelicot Un funzionario del ministero della Cultura ha drogato centinaia di donne durante colloqui di lavoro per poi costringerle a urinare in pubblico.
Dopo quasi 10 anni di attesa finalmente possiamo vedere le prime immagini di Dead Man’s Wire, il nuovo film di Gus Van Sant Presentato all'ultima Mostra del cinema di Venezia, è il film che segna il ritorno alla regia di Van Sant dopo una pausa lunga 7 anni.
Un esperimento sulla metro di Milano ha dimostrato che le persone sono più disponibili a cedere il posto agli anziani se nel vagone è presente un uomo vestito da Batman Non è uno scherzo ma una vera ricerca dell'Università Cattolica, le cui conclusioni sono già state ribattezzate "effetto Batman".

Qualcuno ha calcolato il numero di peni nelle opere di Michelangelo

28 Dicembre 2020

Brian VanHooker si è cimentato in una ricerca storica degna di Super Quark. O forse no. Il giornalista, su Mel Magazine si è infatti avventurato nella produzione artistica di Michelangelo alla ricerca di una cifra esatta: quella delle raffigurazioni di organi genitali maschili da parte del Buonarroti. A detta di VanHooker il primo sarebbe da cercare nella prima opera nota di Michelangelo, allora tredicenne, ispirata dalla “Tentazione di San Antonio” di Martin Schongauer, e a cercare bene eccolo lì: il pene, alquanto buffo, di uno dei demoni che assediano il Santo. Il secondo appartiene al “Giovane arciere”, una statua alta poco meno di un metro scolpita quando il Maestro aveva più o meno sedici anni, una delle prime sperimentazioni con i lineamenti umani. Partendo dall’altorilievo raffigurante la battaglia dei centauri, dov’è tra l’altro raffigurato Socrate nudo, passando per la “Battaglia di Cascina” in numeri salgono per via dei personaggi rappresentati. Tra i peni “persi”, ma di cui c’è traccia per via di disegni e documenti, c’è poi quello de “L’Ercole” del 1492, una statua commissionata da Lorenzo de Medici e andata perduta. William E. Wallace, esperto dell’opera di Michelangelo e Professore della Columbia University esperto di rinascimento spiega perché non è raro vedere così tanti nudi nell’opera del Buonarroti: «Il Rinascimento si base sui canoni dell’Antica Grecia e dell’Antica Roma, sopratutto per Michelangelo, dove la nudità non creava nessun tipo di scandalo». 

Nella produzione artistica sono molte le opere a sfondo religioso raffiguranti il Cristo, ma ben poche quelle in cui si vedono i suoi organi genitali: sei volte da adulto e tre da bambino per quanto riguarda la scultura e un paio di volte su tela. Contando gli organi genitali di due Cupido, uno dormiente e uno in piedi, si arriva a 24 peni in totale. Ma proseguendo nell’opera il numero è destinato a salire vertiginosamente. Ne servono altri tre per arrivare a quello più famoso: quello del “David” che tutti conosciamo, anche se ci sarebbero altre versioni andate perdute, tra cui una in bronzo: il che porta il numero complessivo a 31. Qui l’articolo del buon vecchio, e sconosciuto, Brian VanHooker si spinge oltre, ma sopportiamo la blasfemia in attesa del responso finale. Quella che lui definisce una «festa di peni», dove peni è una traduzione benevola, è la Cappella Sistina. Dopo aver passato ore setacciando i 200 metri affrescati da Michelangelo, VanHooker ha trovato 57 peni, il giornalista si è dedicato quindi al Giudizio Universale, nel quale, per suo sommo dispiacere, attualmente ce ne sono solo solo 17, per via delle celebri “braghe” applicate ai personaggi da Daniele da Volterra dopo il Concilio di Trento. Non contento ha analizzato anche la copia pre-censura del 1549 dell’artista Marcello Venusti, rintracciandone altri 19. Il conto arriva ora a 134. Contando la scultura “Il genio della Vittoria”, e alcune figure per la Cappella dei Medici si arriva a 140. Dulcis in fundo “La conversione di Saulo” e “La crocifissione di San Pietro”, entrambi in Vaticano ma poco visibili e restaurati ponendo una pezzuola a coprire le “oscenità”, lui comunque ne conta quattro. Dopo ore e ore di ricerche e sterminate battute per raccontarcelo, Brian VanHooker è arrivato a un verdetto: in 88 anni Michelangelo ha rappresentato 145 peni. 

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