È il secondo Paese in Europa che prende un'iniziativa simile: prima c'era stata la Germania, il cui abbonamento mensile costa anche meno.
In un editoriale su Politico, Pedro Sánchez ha definito la crisi abitativa «la più grande emergenza di questa epoca»
E ha invitato tutti i Paesi dell'Ue a iniziare a trattare il diritto alla casa come quello alla sanità e all'istruzione.
Il presidente del governo spagnolo Pedro Sánchez ha firmato un editoriale in cui definisce la crisi abitativa «la più grande urgenza del nostro tempo», indicando l’accesso alla casa come una questione fondamentale di giustizia sociale. Il testo è stato pubblicato da Politico e ha ovviamente riacceso il (mai sopito, a dire la verità) dibattito europeo su affitti brevi, prezzi delle case e disuguaglianze abitative.
Sánchez sostiene che l’aumento dei costi della casa stia colpendo in modo sproporzionato giovani, famiglie a basso reddito e lavoratori precari, e ribadisce che la casa «sta smettendo di essere un bene per vivere» per diventare sempre più «un asset di speculazione finanziaria». Nell’editoriale cita anche casi come Irlanda e Svezia, dove l’aumento dei prezzi e la scarsità di alloggi accessibili stanno producendo effetti simili a quelli osservati nelle grandi città spagnole. «Se non facciamo qualcosa, l’Europa rischia di diventare un rifugio senza case», scrive Sánchez. Che poi prosegue: «Le cifre parlano chiaro. La crisi abitativa sta distruggendo il tenore di vita in tutta Europa. Tra il 2010 e il 2025 i prezzi delle case sono aumentati del 60 per cento, il costo dell’affitto di quasi il 30. In Paesi come l’Estonia e l’Ungheria sono triplicati. Nelle zone densamente popolate o nelle città turistiche, le famiglie arrivano a spendere il 70 per cento del loro reddito per pagare l’affitto. Persone con lavori stabili, che vivano a Madrid, a Lisbona o a Budapest, non si possono più permettere di vivere nei luoghi in cui lavorano o in cui sono cresciute. 93 milioni di europei – un quinto della popolazione del continente – è a rischio povertà o esclusione sociale».
Il premier spagnolo ha invitato anche l’Unione europea a trattare l’abitazione come un pilastro del welfare, al pari di sanità e istruzione, chiedendo un maggiore coordinamento tra Stati membri e l’uso di fondi europei per sostenere politiche abitative strutturali e di lungo periodo.