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La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.
I fratelli Gallagher si sono esibiti insieme per la prima volta dopo 16 anni In un circolo operaio a Londra.

Patto del Nazareno, istruzioni per l’uso

Dove siamo coi rapporti fra Renzi e Berlusconi e come e perché questi potranno essere decisivi per l'elezione del prossimo Capo dello Stato e per le dinamiche future della legislatura.

03 Dicembre 2014

Ecco, ci risiamo. Ogni volta che l’intesa cordiale tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi presenta alcuni elementi di fragilità si ripete sempre la stessa storia: Renzi apre al movimento 5 stelle, il movimento 5 stelle si divide tra chi vuole valutare l’apertura di Renzi, Forza Italia un po’ si spaventa e un po’ no e alla fine tutto torna come prima. Prima di capire se le aperture di Renzi ai 5 stelle siano vere o solo presunte o solo auspicate occorre spiegare bene e una volta per tutte come funzionano i rapporti tra il segretario del Pd e il capo di Forza Italia.

L’immagine è più o meno questa (proviamo a prenderla alla leggera). Renzi e Berlusconi sono come due fidanzatini destinati a sposarsi. La data del matrimonio è fissata intorno a gennaio, quando verrà eletto il nuovo Presidente della Repubblica, e tutti sanno che Renzi e Berlusconi si scambieranno l’anello e andranno beati in luna di miele. I problemi dei due fidanzatini sono però le rispettive famiglie. La famiglia di Renzi ha sempre sconsigliato a Renzi di avvicinarsi alla famiglia di Berlusconi e la famiglia di Berlusconi ha sempre sconsigliato a Berlusconi di avvicinarsi troppo a Renzi. Tra i due, però, chi è più legato ai propri familiari è Berlusconi: la sua famiglia politica l’ha tirata su lui ed evidentemente subisce più del suo promesso sposo l’influsso dei parenti.

Renzi lo sa e per questo, quando vede il promesso sposo tentennare, fa una cosa molto semplice: inizia a scrivere sms alla sua potenziale amante, la signorina 5 stelle, e poi ogni tanto, distrattamente, lascia sul tavolo da pranzo, in bella vista, il telefonino con gli sms dell’amante, in modo tale che Berlusconi possa leggerli, valutarli e ingelosirsi. La particolarità del processo è che la potenziale amante di Renzi, pur non amando Renzi, odia così tanto il matrimonio Renzi-Berlusconi da essere disposta a mostrarsi disponibile nei confronti di Renzi solo per far cessare il matrimonio. Renzi, da parte sua, non prova alcuna attrazione fisica per la signorina 5 stelle ma la usa solo per convincere Berlusconi a rimanere nel nido d’amore. Di fronte agli sms, Berlusconi si convince che farsi sbattere fuori di casa non è il caso, e trova la forza di riportare la famiglia sulla giusta direzione.

Il processo è sempre lo stesso e il meccanismo finora ha funzionato in tre occasioni in particolare. A inizio gennaio, quando Renzi propose al 5 stelle di fare insieme una riforma elettorale (intervista al Fatto Quotidiano del 2 gennaio, «un accordo per cambiare la storia italiana») e quando subito dopo utilizzò il canale fintamente aperto con Grillo per portare Berlusconi al Nazareno (18 gennaio). Stessa storia subito dopo l’estate, quando Renzi rinforzò il patto del Nazareno minacciando Berlusconi di essere sul punto di accordarsi con il 5 stelle sulla riforma elettorale (con Maria Elena Boschi che non escludeva una convergenza con Grillo e con Di Maio, nella parte della signorina amante a 5 stelle, che addirittura rilanciava dicendo che con il Pd sarebbe stato corretto impostare un ragionamento anche sul Quirinale). Stesso discorso oggi: Renzi sa che senza Berlusconi aumenta il rischio di rimanere ostaggio del partito dei congiurati e per questo, ancora una volta, prova a utilizzare l’amante a 5 stelle; Berlusconi, viceversa, sa che senza l’appoggio di Renzi il rischio che venga eletto un Presidente della Repubblica particolarmente ostile esiste e dunque, almeno fino al giorno del matrimonio, meglio non rischiare.

Il balletto andrà avanti così fino al giorno dell’elezione del Presidente della Repubblica. Renzi, al massimo, riuscirà a conquistare qualche grillino ribelle. Ma la storia di questa legislatura e di questo governo ci dice che non può esistere inquilino del Quirinale nominato fuori dal patto del Nazareno. Se il nuovo Capo dello Stato verrà eletto seguendo questo spartito, è difficile dire se sarà possibile andare a votare presto o meno; è al contrario più facile affermare che la legislatura potrà andare avanti. Viceversa, se il patto del Nazareno dovesse saltare, in quel caso non salterebbe soltanto un patto o un accordo politico ma perderebbe consistenza anche lo stesso governo Renzi. La recita andrà avanti ancora per qualche giorno. Ma tutti gli invitati al matrimonio sanno già che a fine gennaio Renzi e Berlusconi all’altare ci arriveranno mano nella mano.
 

Nell’immagine in evidenza: il premier Matteo Renzi (Getty Images).

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