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Quentin Tarantino ha detto che Paul Dano è un attore scarso e i colleghi di Paul Dano hanno detto che Quentin Tarantino farebbe meglio a starsene zitto Tarantino lo ha accusato di aver “rovinato” Il petroliere, definendolo «un tipo debole e poco interessante».
Già quattro Paesi hanno annunciato il boicottaggio dell’Eurovision 2026 dopo la conferma della partecipazione di Israele Spagna, Paesi Bassi, Irlanda e Slovenia hanno annunciato la loro intenzione di boicottare questa edizione se davvero a Israele verrà permesso di partecipare.
Pantone è stata accusata di sostenere il suprematismo bianco perché ha scelto per la prima volta il bianco come colore dell’anno L'azienda ha spiegato che dietro la scelta non c'è nessuna intenzione politica né sociale, ma ormai è troppo tardi, la polemica è esplosa.
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Lily Allen distribuirà il suo nuovo album anche in delle chiavette usb a forma di plug anale Un riferimento a "Pussy Palace", canzone più chiacchierata di West End Girl, in cui racconta come ha scoperto i tradimenti dell'ex marito, l'attore David Harbour.
Dario Vitale lascia Versace, appena nove mesi dopo esserne diventato direttore creativo Era stato nominato chief creative officer del brand, appena acquisito dal gruppo Prada, a marzo di quest'anno.
L’unica tappa italiana del tour di Rosalìa sarà a Milano, il 25 marzo Sono uscite le date del tour di Lux: partirà il 16 marzo 2026 da Lione e si chiuderà il 3 settembre a Portorico.
Secondo una ricerca, l’inasprimento delle leggi sull’immigrazione in Europa sta facendo aumentare e arricchire i trafficanti di essere umani Il Mixed Migration Centre ha pubblicato un ampio studio in cui dimostra che le politiche anti immigrazione stanno solo aggravando il problema che avrebbero dovuto risolvere.

La scrittura segreta di Patricia Highsmith

Saranno pubblicati per la prima volta i quaderni che raccolgono i pensieri della controversa scrittrice americana.

di Studio
06 Novembre 2019

Da una parte ci sono gli appunti professionali, le riflessioni e i ragionamenti sulla scrittura, dall’altra i diari veri e propri, con aneddoti personali e, soprattutto, la versione senza filtri di alcune delle sue opinioni più politicamente discutibili. Sono i quaderni finora inediti di Patricia Highsmith, la controversa autrice di classici del giallo e del noir come L’amico americano o Il talento di Mr. Ripley, dai quali sono stati tratti altrettanto celebri film. Sono stati ritrovati alla sua morte, nel 1995, in un armadio della biancheria nella sua casa a Tegna, piccolo comune nel Canton Ticino dove visse i suoi ultimi anni, ma saranno pubblicati per la prima volta in America solo nel 2021, dall’editore Liveright. Si tratterà di un unico volume di 650 pagine, completo di schizzi e disegni ad acquarello dell’autrice, come hanno raccontato al New York Times coloro che li hanno ritrovati, e cioè Anna von Planta, l’editor di lunga data di Highsmith, e Daniel Keel, il suo esecutore testamentario.

Rendere pubblicabili i 56 quaderni (quasi 8000 pagine) è stato uno sforzo monumentale, dice von Planta, proprio perché Highsmith si era impegnata a tenere separata la parte che riguardava il suo lavoro, dove raccoglieva idee e riflessioni sulle trame dei suoi libri, da quella in cui invece scriveva di questioni più strettamente personali. Secondo l’editor, «aveva costruito un doppio sistema di contabilità». Era legatissima ai suoi quaderni: li custodiva gelosamente e quando qualcuno dei suoi amanti li ha trovati e letti, ha smesso di scriverli per un breve periodo concentrandosi solo sulle note lavorative. L’esistenza di questi diari era un fatto già noto nel mondo letterario: custoditi dagli Swiss Literary Archives, fino a questo momento sono stati consultati solo da studiosi e biografi, non ultimi Andrew Wilson e Joan Schenkar, autori rispettivamente di Beautiful Shadow (Bloomsbury, 2003) e The Talented Miss Highsmith (St. Martin’s Press, 2009). Recensendo il libro di Wilson, Natalia Aspesi scriveva nel 2003 su La Repubblica: «A questo immenso archivio privato, Wilson ha potuto attingere, ricostruendo così, anche con molte interviste, ogni attimo della sua vita, ogni pensiero, e paura, e malattia, e depressione e follia, ogni sentimento, e amore, e rancore; ogni preferenza letteraria o sociopolitica (dal comunismo a Perrot, antifascista e razzista, liberale, anarchica e socialdemocratica, un po’ antisemita, molto antifemminista, e come membro di Amnesty International, pro Palestina contro Israele)».

Proprio le opinioni tutt’altro che politicamente corrette di Highsmith sono state sempre oggetto di particolare interesse, a cominciare dall’antisemitismo dichiarato fino al complicato rapporto con l’omosessualità. Dopo l’esordio fulminante con Sconosciuti sul treno nel 1950, nel 1952 pubblicò, dietro lo pseudonimo di Claire Morgan, Carol (The Prince of Salt), uno dei primi romanzi mainstream che aveva due donne lesbiche come protagoniste. Come dimostrano bene molte delle sue storie, Highsmith aveva una fascinazione fortissima per la violenza e per le sue conseguenze psicologiche: «Uccidere è un po’ come fare l’amore, una specie di volontà di possesso», scriveva nel 1950. Ebbe moltissime partner e anche dei rapporti eterosessuali, come quello con lo scrittore Arthur Koestler, definito «un episodio miserabile e senza alcuna gioia». Decise di andare in terapia per «mettere me stessa nella condizione di essere sposata», disprezzava gli uomini anche più delle donne: «il maschio americano non sa cosa fare di una ragazza una volta che l’ha avuta. Non è veramente depresso o inibito dalle sue restrizioni puritane ereditate o interiorizzate: semplicemente non ha obiettivi riguardo al sesso», ha scritto. Un suo grande ammiratore era Graham Greene, secondo il quale Highsmith «aveva costruito un mondo senza fini morali», viaggiò moltissimo in giro per l’Europa e si stabilì poi nel Ticino, prima ad Aurigeno, dove Aspesi la incontra nel 1987 «nel suo casolare buio e punitivo, dalle finestrine con le sbarre, una specie di prigione o di antro dell’orco, (..) dove viveva con bottiglioni di birra sul tavolo e due gattini siamesi con la diarrea», e poi a Tegna, dove morirà. 

Secondo von Plant, la pubblicazione di questa enorme mole di materiale privato aiuterà a inquadrare meglio la parabola artistica e privata della scrittrice, che ebbe un’infanzia difficile (esiste il sospetto che abbia subito degli abusi) e un rapporto conflittuale con la madre e la propria identità sessuale. Ha scritto spesso di sessualità, frustrazione sessuale, del bene e del male in senso filosofico, di solitudine e di intimità. La divulgazione delle memorie più intime di scrittori famosi è però un argomento piuttosto delicato, come dimostra il caso di John Cheever, i cui diari privati (Una specie di solitudine, Feltrinelli) crearono dissidi tra la moglie e i due figli, che spinsero per la pubblicazione. In vita Highsmith era ferocemente protettiva nei confronti delle sue memorie, ma von Plant dice che nel suo testamento ha lasciato delle indicazioni, seppur vaghe, su come editarle, e cioè di «togliere tutte le ripetizioni». In una lettera del 1940 a un amico scriveva: «Nessuno scrittore tradirebbe mai la sua vita segreta. Sarebbe come rimanere nudi in pubblico». Aveva anche previsto, però, che un giorno i suoi diari sarebbero stati pubblicati. Difficile che li abbia edulcorati.

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