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Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Negli oceani il rumore prodotto dagli uomini si sta facendo insopportabile

05 Febbraio 2021

Quando si parla di inquinamento degli oceani, si pensa immediatamente al problema della plastica, e più in generale ai rifiuti abbandonati, e agli sversamenti, ma c’è un altro tipo di inquinamento di cui dovremmo discutere. Si tratta di quello acustico, perché oltre a riversare in mare una quantità spropositata di spazzatura, gli esseri umani fanno un sacco di rumore. Lo rivela un nuovo studio, il primo esaustivo in materia, sulla prevalenza e l’intensità dell’impatto del rumore oceanico antropogenico, pubblicato sulla rivista Science. «Il passaggio delle grandi navi, i rilievi sismici, i cannoni ad aria compressa, i battipalo [una macchina per infiggere i pali nel terreno, ndr], la pesca con la dinamite, le piattaforme petrolifere, i motoscafi e persino il surf hanno reso l’oceano un luogo insopportabilmente rumoroso per la vita marina», scrive il New York Times commentando la ricerca, che è nata dalla collaborazione tra 25 autori di tutto il mondo attivi in vari campi dell’acustica marina, ed è la più grande sintesi di prove sugli effetti dell’inquinamento acustico oceanico.

Il rumore antropogenico spesso soffoca i paesaggi sonori naturali, sottoponendo la vita marina a uno stress immenso. Nel caso dei piccoli di pesce pagliaccio, ad esempio, il rumore può persino condannarli a vagare per i mari senza direzione, incapaci di trovare la strada di casa. Ed è solo uno dei tanti effetti negativi dei rumori da noi prodotti sugli ecosistemi marini: nell’oceano, i segnali visivi scompaiono presto e i segnali chimici si dissolvono dopo centinaia di metri, mentre il suono può viaggiare per migliaia di miglia e «collegare gli animali attraverso i bacini oceanici e nell’oscurità». Per questo motivo, molte specie marine si sono adattate in modo impeccabile per rilevare e comunicare con il suono: le balene cantano, i delfini si chiamano con dei “nomi”, le foche emettono un suono specifico simile a un trillo. L’oceano non è naturalmente silenzioso, anzi, sottolineano i ricercatori: il problema è che i rumori prodotti dagli uomini hanno iniziato a sovrastare quelli naturali, ai quali gli animali sono abituati e che sanno come interpretare, generando confusione e, di fatto, contribuendo a mettere a repentaglio la vita di molte specie.

Tuttavia, risolvere questo problema potrebbe rivelarsi più semplice di molti altri con cui oggi combattiamo e lo scopo dello studio è proprio sensibilizzar sulla questione. Esistono infatti già molte soluzioni all’inquinamento acustico di origine antropica, anche abbastanza semplici. «Rallenta, sposta la corsia di navigazione, evita le aree sensibili, cambia le eliche», ha spiegato uno dei ricercatori al Nyt. Molte navi fanno affidamento su eliche che causano una grande quantità di cavitazione: minuscole bolle si formano attorno alla pala dell’elica e producono un orribile rumore stridente. Ma esistono metodi alternativi e altri sono in lavorazione, per cui l’urgenza è regolamentare il traffico marino e settare degli standard al di sotto dei quali non possiamo più permetterci di scendere.

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