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Aphex Twin ha caricato a sorpresa su SoundCloud due nuovi brani ispirati a una vacanza in Sicilia Le tracce sono comparse a sorpresa e sarebbero state ispirate da una vacanza italiana del musicista, intristito dalla pioggia autunnale.
Il sindaco di Pesaro si è dovuto scusare perché ha coperto di ghiaccio la statua di Pavarotti per far spazio a una pista di pattinaggio Ma ha pure detto che Pavarotti resterà "congelato" fino a dopo l'Epifania: spostare la statua o rimuovere la pista sarebbe troppo costoso.
Siccome erano alleati nella Seconda guerra mondiale, la Cina vuole che Francia e Regno Unito la sostengano anche adesso nello scontro con il Giappone Indispettita dalle dichiarazioni giapponesi su Taiwan, la diplomazia cinese chiede adesso si appella anche alle vecchie alleanze.
È morto Tom Stoppard, sceneggiatore premio Oscar che ha reso Shakespeare pop Si è spento a ottantotto anni uno dei drammaturghi inglesi più amati del Novecento, che ha modernizzato Shakespeare al cinema e a teatro.
La tv argentina ha scambiato Gasperini per il truffatore che si era travestito da sua madre per riscuoterne la pensione Un meme molto condiviso sui social italiani è stato trasmesso dal tg argentino, che ha scambiato Gasperini per il Mrs. Doubtfire della truffa.
La parola dell’anno per l’Oxford English Dictionary è rage bait Si traduce come "esca per la rabbia" e descrive quei contenuti online il cui scopo è quello di farci incazzare e quindi interagire.
A giudicare dai nomi in gara, Carlo Conti vuole che Sanremo 2026 piaccia soprattutto ai giovani Tanti nomi emergenti, molto rap e veterani al minimo: è questo il trend di Sanremo 2026, pensato per un pubblico social e under trenta.
I dazi turistici sono l’ultimo fronte nella guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa Mentre Trump impone agli stranieri una maxi tassa per l'ingresso ai parchi nazionali, il Louvre alza il prezzo del biglietto per gli "extracomunitari".

Netflix sta andando peggio del previsto

20 Aprile 2022

Dopo dieci anni di ininterrotta crescita del numero degli abbonati, per la prima volta Netflix ha registrato una perdita di iscritti. Alla fine del primo trimestre del 2022, infatti, 200mila persone hanno deciso di non rinnovare il loro abbonamento alla piattaforma streaming (forse siamo davvero all’inizio della “grande disiscrizione” di cui abbiamo parlato settimane fa su Rivista Studio), causando una perdita di valore del titolo azionario dell’azienda pari al 20 per cento. Il mercato si aspettava cifre molto diverse: a Wall Street si prevedeva un aumento di 2.5 milioni di abbonati. Adesso, Netflix ha dovuto rivedere al ribasso tutte le sue previsioni e ha annunciato di aspettarsi di perdere ben due milioni di abbonati alla fine del trimestre appena cominciato.

Netflix ha fornito diverse ragioni per spiegare questi numeri. Innanzitutto, l’azienda ha raggiunto ormai delle dimensioni tali che è difficile continuare a immaginare una crescita continua come quella vissuta in questi anni. Senza considerare che, all’inizio del decennio di crescita ininterrotta di cui si è detto, la competizione non era nemmeno lontanamente numerosa e agguerrita come adesso: le guerre dello streaming, insomma, prima o poi dovevano fare delle vittime. E poi c’è la più generale crisi dell’economia globale dovuta alla pandemia, aggravata dalla guerra in Ucraina (soltanto la decisione di chiudere il servizio in Russia è costata circa 700mila abbonati).

E poi, una questione di cui si è molto discusso in queste settimane, anche in Italia: i problemi portati dall’abitudine di condividere le credenziali di accesso allo stesso account Netflix tra più persone. Se è vero, come dice l’azienda, che 222 milioni di famiglie possiedono un abbonamento alla piattaforma, ce ne sono almeno altre 100 che accedono ai contenuti Netflix grazie al cosiddetto “password sharing”. Un problema che l’azienda ha già fatto capire di voler risolvere a breve: in Cile, Costa Rica e Perù si sta già testando un aggiornamento della piattaforma che prevede che per ogni nuovo account che accede al servizio usando le stesse credenziali, l’intestatario dell’abbonamento debba pagare una quota aggiuntiva. Al momento, però, non è chiaro se e quando questo aggiornamento verrà introdotto in altri Paesi.

In tutti questi anni, inoltre, ci siamo abituati a guardare serie tv e film su Netflix (e sulle altre grandi piattaforme) senza l’interruzione della pubblicità. Anche questo, a quanto pare, per Netflix sta diventando un problema. Il calo degli abbonati porta inevitabilmente a un calo del fatturato, soldi in meno che da qualche parte, in qualche modo, devono rientrare. È per questo che nelle ultime settimane si sta discutendo della possibilità di inserire spot pubblicitari sulla piattaforma. Per il momento, l’opzione sarebbe solo per quegli abbonati che sottoscrivono il piano più economico. Della possibilità di inserire spot pubblicitari ha parlato anche il Ceo di Netflix, Reed Hastings: «Sono sempre stato contrario alle complessità del modello pubblicitario e ho sempre preferito la semplicità dell’abbonamento. Preferisco ancora di più, però, concedere al consumatore il massimo della libertà. In questo caso, ciò significa concedere a chi vorrebbe abbonarsi a Netflix a un prezzo più basso la possibilità di farlo, a patto di accettare la pubblicità. Mi sembra una cosa sensata».

In questo momento, l’unica buona notizia per Netflix viene dal mercato asiatico. Se non fosse stato per la crescita degli abbonamenti nella zona geografica Asia-Pacific (1.1 milioni in più), le perdite del primo trimestre del 2022, infatti, sarebbero state molto più pesanti: 650mila abbonati in meno tra Stati Uniti e Canada, 350mila in America Latina, 300mila tra Europa, Medio Oriente e Africa. In una lettera inviata agli azionisti, Netflix ha confermato che in mercati come Giappone, India, Filippine, Thailandia e Taiwan la crescita dell’azienda continua.

Secondo gli analisti, il merito sarebbe in gran parte da attribuire a Squid Game, il più grande successo mai prodotto dalla piattaforma, uno show il cui valore in prospettiva è stato precedentemente stimato dalla stessa Netflix attorno ai 900 milioni di dollari. Il successo di Squid Game ha convinto l’azienda a investire molto su quel mercato. Ovviamente a cominciare da quello sudcoreano, dove nel 2021 si prevedevano nuovi contenuti per 500 milioni di dollari. E poi c’è il Giappone e, in particolare, gli anime: stando a quanto dichiarato da Kohei Obara all’Hollywood Reporter, più di metà degli abbonati a Netflix guardano gli anime. Cifre che fanno capire perché, se questo principio di crisi dovesse confermarsi, la piattaforma taglierà gli investimenti in contenuti originali in tutto il mondo, tranne che in Asia.

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