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10:27 martedì 16 settembre 2025
A Lampedusa sono arrivati tre immigrati palestinesi a bordo di una moto d’acqua I tre hanno usato ChatGPT per pianificare la rocambolesca fuga verso l’Europa, seminando le motovedette tunisine per arrivare in Italia.
Il concerto in Vaticano per il compleanno del Papa è stato uno degli show più assurdi di sempre La collabo Bocelli-Pharrell, i Clipse primi rapper a esibirsi in Vaticano, i droni del fratello di Musk, lo streaming su Disney+ e la diretta su Tv2000: è successo davvero.
L’ultima tappa della Vuelta di Spagna è stata annullata perché 100 mila manifestanti pro Palestina hanno invaso le strade A causa delle proteste non c'è stata nessuna cerimonia di premiazione, niente passerella finale e né festeggiamenti ufficiali.
Javier Bardem si è presentato con la kefiah al collo sul red carpet degli Emmy L’attore spagnolo ha chiesto la fine del blocco agli aiuti umanitari, guidando una folta schiera di star che hanno parlato della Palestina agli Emmy.
Non se lo aspettava nessuno ma quest’anno agli Emmy è andato tutto per il verso giusto Adolescence, The Pitt, Hacks, The Studio, Severance: tutte le serie più amate e discusse dell'anno hanno vinto.
Per la prima volta nella storia, nel mondo ci sono più bambini obesi che sottopeso Stando a un report dell'Unicef, oggi un bambini su 10 soffre di obesità, addirittura uno su 5 è in sovrappeso.
Su internet la T-shirt dell’assassino di Charlie Kirk sta andando a ruba, anche a prezzi altissimi Su eBay sono spuntati decine di annunci in cui la maglietta viene venduta a prezzi che arrivano anche a 500 dollari.
In Corea del Nord sono aumentate le condanne a morte per chi guarda film e serie TV straniere Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il regime di Kim Jong-un ora usa anche l'AI per perseguire questo grave crimine.

Perché Netflix vuole comprare un cinema?

10 Aprile 2019

Come riporta Vulture, Netflix sta per acquistare l’Egyptian Theatre di Los Angeles, «una grandiosa ma decadente sala cinematografica» che si trova sull’Hollywood Boulevard. Non si conosce il costo preciso, ma l’affare viene descritto da più fonti come multimilionario. Più che un’acquisizione, però, l’intera operazione assomiglia più a una vera e propria partnership.

L’Egyptian Theatre, infatti, è al momento di proprietà dell’American Cinematheque, un’associazione no-profit che si occupa della conservazione e valorizzazione dei film. In base all’accordo (che non è stato ancora finalizzato) «Netflix userebbe il teatro nelle notti dei giorni feriali per ospitare proiezioni e anteprime con red carpet, mentre all’American Cinematheque rimarrebbe la programmazione dei weekend, durante i quali continuerà a organizzare conferenze, proiezioni di film classici e, occasionalmente, dei festival del cinema».

Fino a questo momento la piattaforma di streaming ha utilizzato le sale solo per brevi promozioni ed è stata aspramente criticata per non rispettare i canonici 90 giorni dall’uscita nei cinema prima di rendere disponibili online i suoi film. Questa pratica ha inviso a Netflix alcune delle istituzioni e delle personalità più di prestigio del cinema internazionale, dal Festival di Cannes a Steven Spielberg. E se Thierry Frémaux, il critico delegato generale del Festival di Cannes, ha rivisto parzialmente la sua posizione di condanna (era stato lui a escludere dalla competizione i film che non erano passati nelle sale francesi), Spielberg ha dichiarato che il colosso californiano non dovrebbe neanche partecipare agli Oscar, visto che uno dei requisiti base è che il film sia rimasto per almeno sette giorni in programmazione in un cinema della contea di Los Angeles. Ed è qui che entra in gioco l’Egyptian, dove Netflix potrebbe tenere i suoi film in programmazione nei tempi richiesti, seppur (di fatto) bypassando la rete distributiva tradizionale.

Come fa notare Chris Lee su Vulture, poi, la questione non è affatto semplice e solleva anche alcuni interrogativi sulla legittimità legale dell’operazione, visto che una vecchia regola dell’antitrust vieta che gli studi cinematografici possiedano delle sale fisiche. Dallo scorso agosto, però, il Dipartimento di giustizia ha espresso la volontà di voler rivedere quella regola, aprendo così una nuova stagione del rapporto tra studi di produzione e sale cinematografiche, senza tener conto del fatto che il divieto risale a un periodo in cui Netflix nemmeno esisteva. La piattaforma di streaming, poi, non è di certo l’unica a volersi muovere in questa direzione: basti pensare che lo hanno già fatto, per via laterali, anche Disney e Sony. Per farla breve: fatti salvi i milioni di dollari di investimento, a tutt’oggi nulla può impedire a Netflix di comprarsi «un teatro dedicato a un faraone per presentare i film che poi metterà online».

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