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Musica dallo spazio

Wanda Diaz-Merced e un suo collega ricercatore all’università di Glasgow, Gerhard Sonnert, hanno scoperto un modo veramente interessante di occuparsi di astrofisica. Il loro metodo parte da un’assunto: lo spazio produce musica.

Utilizzando un software sviluppato dai laboratori della NASA capace di risintetizzare dati scientifici di ogni tipo in suoni musicali, xSonify, Wanda è riuscita ad analizzare impulsi solari e raggi X provenienti dalla costellazione dell’Idra. Modificando pitch, volume e ritmo dei dati rappresentati, ha potuto assegnare uno strumento musicale diverso a seconda della frequenza elettromagnetica della radiazione.

Diaz-Merced ha scoperto che la sua attività può anche rivelarsi utile nel monitoraggio dei dati: ascoltando il flusso musicale sintetizzato, ricerca anomalie che possono portare a scoperte nel settore dell’astrofisica.

L’idea di rendere ascoltabili le radiazioni dell’Idra invece è venuta a Sonnert, che nel tempo libero fa il bassista. Non contento, le ha anche rese canzoni jazz, blues e rock lavorando in coppia con un compositore, che ha convertito manualmente i dati in nove pezzi poi rilasciati in un album apposito. Si chiama X-Ray Hydra e si trova anche su Amazon.

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Nei video: due pezzi di origine stellare