Cose che succedono | Storia

Negli archivi di Auschwitz sono state trovate delle musiche suonate nel lager

La vita nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau era scandita dalle musiche suonate da una banda di prigionieri. Atlas Obscura ricostruisce la vicenda dei musicisti reclusi nel luogo-simbolo dell’orrore nazista, costretti ad accompagnare musicalmente esecuzioni, ispezioni o riunioni dei vertici delle SS. Si trattava spesso di motivetti, come “The most beautiful time of life” del 1943, un titolo paradossale visto il contesto: a scoprire il brano è stata Patricia Hall, professoressa di teoria musicale all’Università del Michigan, che ha trovato l’arrangiamento originale nell’archivio del Museo Auschwitz-Birkenau. La studiosa ha esaminato a lungo le fonti, volando in Polonia una volta saputo dell’esistenza di queste partiture. Il manoscritto del suddetto motivo, opera di un compositore tedesco incentrata sull’amore primaverile, è stato compilato da tre musicisti e rielaborato in modo da adattarsi agli strumenti disponibili nel lager (tra gli altri violini, clarinetti e una tuba).

La Hall è riuscita a identificare due degli autori, che sui fogli avevano lasciato i loro numeri da prigionieri comei firma: Antoni Gargul e Maksymilian Pilat; il primo era un violinista e soldato polacco, il secondo un fagottista diplomato al conservatorio. Entrambi sono sopravvissuti all’internamento ad Auschwitz, come probabilmente l’ultimo uomo del terzetto. Le bande erano costituite soprattutto da prigionieri politici della Polonia con alle spalle una formazione musicale; i detenuti ebrei non potevano farne parte, dal momento che suonare in una banda, secondo gli standard del campo, era considerato un privilegio. L’orchestra dell’Università del Michigan suonerà “The most beautiful time of life” questa settimana. I musicisti, guidati dalla Hall, stanno inoltre registrando la melodia che, come specificato dalla professoressa, sarà il più possibile fedele all’originale del 1943.