Hype ↓
12:26 lunedì 15 settembre 2025
Non se lo aspettava nessuno ma quest’anno agli Emmy è andato tutto per il verso giusto Adolescence, The Pitt, Hacks, The Studio, Severance: tutte le serie più amate e discusse dell'anno hanno vinto.
Per la prima volta nella storia, nel mondo ci sono più bambini obesi che sottopeso Stando a un report dell'Unicef, oggi un bambini su 10 soffre di obesità, addirittura uno su 5 è in sovrappeso.
Su internet la T-shirt dell’assassino di Charlie Kirk sta andando a ruba, anche a prezzi altissimi Su eBay sono spuntati decine di annunci in cui la maglietta viene venduta a prezzi che arrivano anche a 500 dollari.
In Corea del Nord sono aumentate le condanne a morte per chi guarda film e serie TV straniere Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, il regime di Kim Jong-un ora usa anche l'AI per perseguire questo grave crimine.
L’episodio di South Park che prendeva in giro Charlie Kirk è stato “cancellato” La decisione è arrivata dopo le proteste dei conservatori statunitensi, che accusano lo show di aver contribuito al clima d’odio contro Kirk.
La bandiera di One Piece è diventata un simbolo di protesta in tutto il mondo Prima in Nepal e adesso anche in Francia: la bandiera del manga di Eichiiro Oda è diventato il vessillo di tutti coloro che si ribellano ai governi.
Il video dell’omicidio di una ragazza ucraina a Charlotte, North Carolina, è diventato un’arma di propaganda di tutta la destra mondiale A partire, ovviamente, dal movimento Maga nel Stati Uniti, da Donald Trump in persona, fino all'Italia, a Matteo Salvini.
Le proteste di Bloquons tout in Francia sarebbero partite tutte da un post in un gruppo Telegram Un post neanche tanto recente: è apparso su Telegram a maggio ma è diventato virale negli ultimi giorni, subito prima e subito dopo le dimissioni di Bayrou.

Il talento di Franca

La direttrice di Vogue Italia si è spenta ieri a 66 anni. Una figura leggendaria che ci lascia un’eredità unica e difficile.

23 Dicembre 2016

Nel giorno in cui Franca Sozzani è morta, sull’homepage di Vogue.it è comparsa una gallery di quasi duecento, splendide, fotografie, tratte dai più celebri editoriali realizzati per il suo giornale, e intitolata semplicemente Franca <3. In quella gallery ci sono alcune delle copertine più belle cui Sozzani ha lavorato, le stesse che hanno contribuito a costruire e consolidare come mito l’identità del magazine che le fu affidato nel 1988, nello stesso periodo in cui Anna Wintour prendeva il suo posto da direttore nell’ufficio di Vogue America. Sulla copertina di luglio/agosto di quell’anno, il numero con cui il nuovo direttore, classe 1950, esordiva nelle edicole, c’è una fantastica Robin MacKintosh ritratta da Steven Meisel, già collaboratore collaudato della giovane editor di origini mantovane: con lui, infatti, aveva sperimentato sulle pagine di Lei e il suo passaggio alla pubblicazione ammiraglia di Condé Nast non dovette apparirle che naturale. E no, non è stato l’unico: sulle pagine del Vogue italiano sono passati infatti Peter Lindbergh (che ha confessato di aver passato metà della sua vita in preda a una non meglio definibile cotta nei confronti del direttore), Herb Ritts, Bruce Weber e Paolo Roversi fra gli altri, ognuno dei quali ha regalato a Franca Sozzani, e a tutti i suoi lettori, la propria visione della donna. Tim Blanks ha scritto su The Business of Fashion che l’unica volta che è riuscito a strappare una mezza confessione alla notoriamente ermetica Sozzani riguardo la sua eredità, lei ha ammesso di voler esser ricordata come «colei che ha scoperto i più grandi fotografi della nostra era».

A sfogliare oggi quella gallery non sembra un epitaffio esagerato e, seppur velato di una certa riluttanza borghese da signora perbene laureata in Filologia, racconta bene lo stile e il pensiero Sozzani. Trovandosi a capo di un giornale con una tiratura decisamente modesta rispetto a molte delle sue controparti straniere, e per di più in italiano, le sembrò sin da subito che fossero le immagini (e la grafica, come gli appassionati sanno) lo strumento migliore per rendere Vogue Italia storicamente rilevante e non è un caso che, in queste ore in cui tutto il mondo della moda e della cultura la ricorda, ognuno condivida una foto di questo o quel servizio fotografico apparso sul voluminoso giornale da lei diretto «con il pugno di ferro inguantato nel velluto» per ventotto lunghi anni. Possono essere Christy Turlington e le altre top model, la cui iconografia lei stessa aveva contribuito a creare, sulla copertina di Vogue Italia del maggio 1993, oppure l’adorata Naomi Campbell in una delle quattro cover speciali del Black Issue, uscito nel luglio del 2008 e lanciato come una celebrazione della bellezza delle donne di colore, sempre a cura di Steven Meisel. È uno dei numeri più citati in queste ore, perché può essere considerato a buon diritto un manifesto: come scrisse Dodai Stewart su Jezebel, l’esperimento fu allo stesso tempo «un successo e un fallimento». Nelle edicole americane andò a ruba nelle prime settantadue ore e fu ristampato tre volte anche in Italia e nel Regno Unito, diventando così un oggetto da collezione rivenduto su eBay. Era davvero così rivoluzionario? L’idea senza dubbio sì, tanto più perché straordinariamente calata nel momento storico visto che di lì a qualche mese gli Stati Uniti avrebbero eletto il loro primo presidente nero, lo svolgimento, forse, un po’ meno. È facile, oggi come allora, criticarne la visione troppo poco inclusiva da giornale patinato, la stessa secondo la quale erano affrontati annualmente tutti gli argomenti di più impellente attualità, come la schiavitù di molte donne nei confronti della chirurgia estetica, la violenza maschile o l’inquinamento. Ma l’intuizione c’era, e questo è non poco. Allo stesso modo, anche le sezioni Curvy o Black, per lungo tempo presenti sul sito, hanno causato non poche controversie, a dimostrazione ulteriore di come su questi giornali si siano sempre giocate delle battaglie culturali di grande rilievo.

71st Venice Film Festival - Alternative Views

Franca Sozzani appartiene a quella sempre più esigua schiera di figure che non ci si sente ridicoli a definire leggendarie – in inglese c’è una parola bellissima per descriverle che è “maverick”, letteralmente cane sciolto, anticonformista – sulla cui fisionomia si sono costruiti interi stereotipi più o meno realistici, ma comunque dall’innegabile impatto popolare, come quello del direttore del giornale di moda. In quanto tale, molto del suo personaggio è affidato alle cronache di palazzo e sono in pochi quelli che possono dire di averla conosciuta per davvero: sì, era esile ed elegante e sì, era famosa per non essere proprio malleabile. Guardando Enrico Mentana citarla nel monologo di apertura del suo tg – «in chiusura del giornale ricorderemo Franca Sozzani, un personaggio che non si può non conoscere» – ho sorriso per la sorprendente riverenza di un direttore (lo stesso che ha scelto di non includere la moda nel suo telegiornale) verso un altro direttore, definito nel servizio come una pioniera, promotrice delle arti e della fotografia, instancabile scopritrice di talenti e nuovi volti (Who Is On Next, il progetto di scouting per giovani stilisti lanciato nel 2004 ad Alta Roma è stato una sua idea). Era però un tributo necessario, perché “la Sozzani”, i cui biondi ricci preraffaelliti e la grazia filiforme hanno consacrato all’eterna e difficilmente scalfibile immagine della signora di classe, resterà un mito. La signora della moda italiana, appunto, come i titoli su Google News ci ricordano oggi.

Al contrario di Anna Wintour, che si è schermata dietro i suoi occhiali neri per trent’anni e solo recentemente ha studiato il graduale “scongelamento” del suo personaggio pubblico – vedi il video con Amy Schumer – Franca Sozzani ha voluto un blog dove confrontarsi quotidianamente con i suoi lettori, che (così si racconta) ha scritto sempre da sola e con ostinata dedizione. Anche il documentario presentato alla scorsa edizione della Mostra del cinema di Venezia, Franca. Chaos and Creation, e diretto dal suo unico figlio Francesco Carrozzini, ci restituisce l’immagine di infaticabile, raccontata da chi – fotografi, registi, artisti – con lei e per lei hanno lavorato. Della sua vita privata sappiamo poco e nulla ed è difficile immaginarla al di fuori del suo ruolo di direttore di Vogue Italia, così perfettamente cristallizzata nell’immaginario collettivo da risultare immutabile, proprio come lei avrebbe voluto.

Fotografie di Vittorio Zunino Celotto per Getty Images.
Articoli Suggeriti
Giorgio Armani ha fatto tutto, prima di tutti, meglio di tutti

Quando ha iniziato, lo stilista era una figura ancora indecifrabile, il Made in Italy appena agli albori, e nessuno avrebbe mai immaginato che un "creatore di vestiti" potesse arrivare fin dove è arrivato lui.

È morto a 91 anni Giorgio Armani

Con infinito cordoglio, il gruppo Armani ha annunciato la scomparsa del suo ideatore, fondatore e instancabile motore.

Leggi anche ↓
Giorgio Armani ha fatto tutto, prima di tutti, meglio di tutti

Quando ha iniziato, lo stilista era una figura ancora indecifrabile, il Made in Italy appena agli albori, e nessuno avrebbe mai immaginato che un "creatore di vestiti" potesse arrivare fin dove è arrivato lui.

È morto a 91 anni Giorgio Armani

Con infinito cordoglio, il gruppo Armani ha annunciato la scomparsa del suo ideatore, fondatore e instancabile motore.

La nuova campagna di Valentino è ambientata in un bagno pubblico

Scattata da Glen Luchford, celebra uno spazio liminale in cui tutte le identità si incontrano.

Chloe Malle è la nuova direttrice di Vogue Us

Figlia dell'attrice Candice Bergen e del regista francese Louis Malle, dal 2023 era direttrice del sito di Vogue, dove lavora da 14 anni.

Miley Cyrus è diventata la prima celebrity a fare da testimonial a Maison Margiela

La campagna scattata da Paolo Roversi è una rivoluzione nella storia del brand.

La stylist di Julia Roberts non vuole rivelare il brand del cardigan con la faccia di Luca Guadagnino

Il misterioso cardigan indossato dall'attrice al suo arrivo a Venezia è già diventato l'oggetto del desiderio della Mostra del Cinema.