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21:48 mercoledì 17 settembre 2025
Nel nuovo film di Carlo Verdone ci sarà anche Karla Sofía Gascón, la protagonista caduta in disgrazia di Emilia Pérez La notizia ha permesso a Scuola di seduzione di finire addirittura tra le breaking news di Variety.
Enzo Iacchetti che urla «Cos’hai detto, stronzo? Vengo giù e ti prendo a pugni» è diventato l’idolo di internet Il suo sbrocco a È sempre Cartabianca sul genocidio a Gaza lo ha fatto diventare l'uomo più amato (e memato) sui social.
Ci sono anche Annie Ernaux e Sally Rooney tra coloro che hanno chiesto a Macron di ripristinare il programma per evacuare scrittori e artisti da Gaza E assieme a loro hanno firmato l'appello anche Abdulrazak Gurnah, Mathias Énard, Naomi Klein, Deborah Levy e molti altri.
Per Tyler Robinson, l’uomo accusato dell’omicidio di Charlie Kirk, verrà chiesta la pena di morte  La procura lo ha accusato di omicidio aggravato, reato per il quale il codice penale dello Utah prevede la pena capitale. 
Una editorialista del Washington Post è stata licenziata per delle dichiarazioni contro Charlie Kirk Karen Attiah ha scoperto di essere diventata ex editorialista del giornale proprio dopo aver fatto sui social commenti molto critici verso Kirk.
In Nepal hanno nominato una nuova Presidente del Consiglio anche grazie a un referendum su Discord Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.
Luigi Mangione non è più accusato di terrorismo ma rischia comunque la pena di morte L'accusa di terrorismo è caduta nel processo in corso nello Stato di New York, ma è in quello federale che Mangione rischia la pena capitale.

Il premio Nobel per letteratura Olga Tokarczuk pensa che dobbiamo prepararci a un nuovo mondo

10 Aprile 2020

«Per lungo tempo», scrive Olga Tokarczuk, premio Nobel per la letteratura (qui parlavamo del libro che l’ha consacrata, I vagabondi) «ho vissuto con l’impressione che il mondo fosse sempre “troppo”. Troppo pieno, troppo veloce, troppo forte. Per questo non sto vivendo alcun “trauma di isolamento” e non è affatto difficile per me non vedere le persone. Non mi dispiace che i cinema abbiano chiuso; sono completamente indifferente al fatto che i centri commerciali abbiano chiuso». E ancora: «Mi preoccupo, ovviamente, quando penso a tutte le persone che hanno perso il lavoro. Ma, quando ho saputo dell’imminente quarantena, ho sentito qualcosa di simile al sollievo. So che molte persone si sono sentite allo stesso modo, anche se si vergognano ad ammetterlo. La mia introversione, a lungo strangolata e abusata da estroversi iperattivi, è finalmente potuta uscire dall’armadio».

Nell’articolo pubblicato sul New Yorker l’8 aprile (e prima su Faz e Corriere), la scrittrice prova ad analizzare questo imbarazzante senso di sollievo e a rispondere alle domande che la pandemia da Coronavirus ci sta costringendo a formulare, arrivando a chiedersi: «Non potrebbe essere che siamo tornati a un normale ritmo di vita? E che il virus non sia un disturbo della norma, ma esattamente il contrario: e se fosse stato il mondo frenetico prima dell’arrivo del virus ad essere anormale?». Secondo Tokarczuk la pandemia ci ha ricordato che siamo creature delicate, composte del materiale più fragile. «Non siamo separati dal resto del mondo dalla nostra “umanità”, ma il mondo è una specie di grande rete in cui siamo invischiati, collegati con altri esseri da fili invisibili di dipendenza e influenza. Indipendentemente da quanto distanti siano i Paesi da cui veniamo, o da quali lingue parliamo, o di che colore sia la nostra pelle, restiamo colpiti dalla stessa malattia, condividiamo le stesse paure; moriamo la stessa morte».

Anche a livello politico e sociale, il virus ha evidenziato problemi già esistenti: la difficoltà della concretizzazione dell’idea di una comunità europea, le differenze di classe tra chi può vivere l’isolamento con tutti i comfort e chi invece si trova in situazioni di grave disagio. Secondo la scrittrice ci troviamo di fronte a un cambiamento epocale, molto più serio di quanto pensiamo: «Crediamo di stare a casa, leggere libri e guardare la televisione, ma, in effetti, ci stiamo preparando per una nuova realtà che non possiamo nemmeno immaginare, arrivando lentamente a capire che nulla sarà più lo stesso».

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