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16:00 martedì 30 dicembre 2026
Il progetto europeo di rilanciare i treni notturni sta andando malissimo Uno dei capisaldi del Green Deal europeo sulla mobilità, la rinascita dei treni notturni, si è arenato tra burocrazia infinita e alti costi.
Un’azienda in Svezia dà ai suoi lavoratori un bonus in busta paga da spendere in attività con gli amici per combattere la solitudine Il progetto, che per ora è solo un'iniziativa privata, prevede un’ora al mese di ferie e un bonus di 100 euro per incentivare la socialità.
Diverse celebrity hanno cancellato i loro tributi a Brigitte Bardot dopo aver scoperto che era di estrema destra Chapell Roan e altre star hanno omaggiato Bardot sui social per poi ritirare tutto una volta scoperte le sue idee su immigrazione, omosessuali e femminismo.
È morta la donna che restaurò così male un dipinto di Cristo da renderlo prima un meme, poi un’attrazione turistica Nel 2012, l'allora 81enne Cecilia Giménez trasformò l’"Ecce Homo" di Borja in Potato Jesus, diventando una delle più amate meme star di sempre.
C’è un’associazione simile agli Alcolisti Anonimi che aiuta le persone dipendenti dall’AI Si chiama Spiral Support Group, è formato da ex "tossicodipendenti" dall'AI e aiuta chi cerca di interrompere il rapporto morboso con i chatbot.
I massoni hanno fatto causa alla polizia inglese per una regola che impone ai poliziotti di rivelare se sono massoni Il nuovo regolamento impone agli agenti di rivelare legami con organizzazioni gerarchiche, in nome della trasparenza e dell’imparzialità.
Il primo grande tour annunciato per il 2026 è quello di Peppa Pig, al quale parteciperà pure Baby Shark La maialina animata sarà in tour in Nord America con uno show musicale che celebra anche i dieci anni di Baby Shark.
Bolsonaro è stato ricoverato d’urgenza per un singhiozzo che andava avanti ininterrottamente da 9 mesi Il singhiozzo cronico dell'ex Presidente si è aggravato durante la detenzione in carcere, rendendo necessario il ricovero e anche la chirurgia.

Il premio Nobel per letteratura Olga Tokarczuk pensa che dobbiamo prepararci a un nuovo mondo

10 Aprile 2020

«Per lungo tempo», scrive Olga Tokarczuk, premio Nobel per la letteratura (qui parlavamo del libro che l’ha consacrata, I vagabondi) «ho vissuto con l’impressione che il mondo fosse sempre “troppo”. Troppo pieno, troppo veloce, troppo forte. Per questo non sto vivendo alcun “trauma di isolamento” e non è affatto difficile per me non vedere le persone. Non mi dispiace che i cinema abbiano chiuso; sono completamente indifferente al fatto che i centri commerciali abbiano chiuso». E ancora: «Mi preoccupo, ovviamente, quando penso a tutte le persone che hanno perso il lavoro. Ma, quando ho saputo dell’imminente quarantena, ho sentito qualcosa di simile al sollievo. So che molte persone si sono sentite allo stesso modo, anche se si vergognano ad ammetterlo. La mia introversione, a lungo strangolata e abusata da estroversi iperattivi, è finalmente potuta uscire dall’armadio».

Nell’articolo pubblicato sul New Yorker l’8 aprile (e prima su Faz e Corriere), la scrittrice prova ad analizzare questo imbarazzante senso di sollievo e a rispondere alle domande che la pandemia da Coronavirus ci sta costringendo a formulare, arrivando a chiedersi: «Non potrebbe essere che siamo tornati a un normale ritmo di vita? E che il virus non sia un disturbo della norma, ma esattamente il contrario: e se fosse stato il mondo frenetico prima dell’arrivo del virus ad essere anormale?». Secondo Tokarczuk la pandemia ci ha ricordato che siamo creature delicate, composte del materiale più fragile. «Non siamo separati dal resto del mondo dalla nostra “umanità”, ma il mondo è una specie di grande rete in cui siamo invischiati, collegati con altri esseri da fili invisibili di dipendenza e influenza. Indipendentemente da quanto distanti siano i Paesi da cui veniamo, o da quali lingue parliamo, o di che colore sia la nostra pelle, restiamo colpiti dalla stessa malattia, condividiamo le stesse paure; moriamo la stessa morte».

Anche a livello politico e sociale, il virus ha evidenziato problemi già esistenti: la difficoltà della concretizzazione dell’idea di una comunità europea, le differenze di classe tra chi può vivere l’isolamento con tutti i comfort e chi invece si trova in situazioni di grave disagio. Secondo la scrittrice ci troviamo di fronte a un cambiamento epocale, molto più serio di quanto pensiamo: «Crediamo di stare a casa, leggere libri e guardare la televisione, ma, in effetti, ci stiamo preparando per una nuova realtà che non possiamo nemmeno immaginare, arrivando lentamente a capire che nulla sarà più lo stesso».

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