Cultura | Arte

Le cose belle della Milano Art Week

Una selezione di mostre, eventi e inaugurazioni che accompagnano miart, finalmente tornata a svolgersi, come da tradizione, all'inizio della primavera.

di Studio

Maurizio Cattelan, You, installation view by Roberto Marossi Courtesy MASSIMODECARLO

La prima edizione di miart dopo la pandemia si è tenuta a settembre: i collezionisti e gli addetti ai lavori l’avevano visitata in fretta e furia perché si incastrava perfettamente con Art Basel, subito dopo, e la design week, subito prima, anche quella spostata all’inizio di settembre a causa della pandemia. Sono state fiere strane: sradicate dal loro habitat e poste in un altro contesto stagionale e psicologico (il ritorno dalle vacanze, l’incombenza dell’autunno e dell’inverno). Si spera che il ritorno alla stagione di appartenenza possa restituire loro l’antico vigore. L’edizione 2022 di miart, per la seconda volta curata da Nicola Ricciardi, si tiene dal 1 al 3 aprile. Il tema scelto per questa 26esima edizione è Primo movimento: denominazione dell’inizio di una “forma musicale in più parti”, sarà proprio questo termine a definire una serie di collaborazioni con realtà del mondo della musica, della danza, della performance, per trasformare miart in uno stimolo a muoversi, tutti insieme – galleristi, collezionisti, artisti, cittadini e visitatori – alla ricerca della perfetta esecuzione di una sinfonia possibile. E a proposito di musica: tra gli eventi della settimana segnaliamo le serate di C2CMLN shared by GUCCI, il 31 marzo e il 1 aprile, e la performance di Riccardo Benassi e Michele Rizzo,OutPut, in Piazza Sempione l’1 aprile, curata da Davide Giannella e supportata dalla Fondazione Marcelo Burlon.

Tra le mostre in galleria vi consigliamo la collettiva Il sogno di una cosa da Fanta, Alessandro Carano e Anne Fellner da Castiglioni, Costanza Candeloro da Martina Simeti, Luca Trevisani da Spazio Lima e Valerio Nicolai da Clima (se avete visitato la Quadriennale di Roma, ricorderete di certo la sua fragola gigante, “Capitan Fragolone“). Queste gallerie sono disseminate nella stessa area, tra NoLo, Loreto e Città Studi, quindi è facile organizzarsi per visitarle tutte. Se poi avete voglia di cambiare zona, il 1 aprile da Ordet (Porta Romana), inaugura Afasta Nefasta, la prima personale dell’artista brasiliana Yuli Yamagata. Nelle sue opere, create cucendo e imbottendo tessuti, l’artista gioca con la propria fascinazione per il consumismo, i romanzi horror e i film di fantascienza americani degli anni ’90, infondendola con l’eredità culturale giapponese. A 10 minuti di distanza a piedi c’è Salotto Studio, dove dal 24 marzo trovate la mostra di Lula Broglio: otto dipinti a olio che raffigurano paesaggi fantastici dove convivono gatti dagli occhi laser, fantasmi, cocktail Martini, elfi e architetture razionaliste. Una bella abbuffata di artisti emergenti e gallerie giovani che potrebbe concludersi con una rilassante passeggiata tra le opere di Chantal Joffe, un porto sicuro. I soggetti dei ritratti in mostra da Monica De Cardenas (Porta Garibaldi), sono scrittori contemporanei acclamati dalla critica: autori di romanzi, poeti, saggisti e storici dell’arte (c’è anche Hanya Yanagihara).

Elmgreen & Dragset, What’s Left, foto Elmar Vestner

E poi due grandi mostre da non perdere. Elmgreen & Dragset, Useless Bodies alla Fondazione Prada dal 31 marzo al 22 agosto è una mostra monumentale che si espande negli ampi spazi della Fondazione, una riflessione sulla condizione del corpo nell’era post-industriale ma anche una retrospettiva della lunga carriera del duo di artisti che nelle loro installazioni cariche di dark humor mescolano design, moda e set cinematografici, trasformando il visitatore in un detective. Steve McQueen, Sunshine State, dal 31 marzo al 31 luglio al Pirelli HangarBicocca è un progetto espositivo che si sviluppa nello spazio delle Navate e su una delle pareti esterne raccoglie i video più importanti della carriera di Steve McQueen, artista e film maker vincitore del Turner Prize e del premio Oscar, più una nuova installazione video che dà il titolo alla mostra. Organizzata in collaborazione con la Tate Modern, è una mostra sulla costruzione dell’identità, il senso di appartenenza e il diritto alla libertà.

Se vi resta un po’ di energia, poi, c’è un doppio Cattelan. Dopo anni di separazione, il gallerista Massimo De Carlo e l’artista che l’aveva scotchato al muro nel 1999 sono tornati a collaborare: dal 28 marzo, nella galleria Massimo De Carlo, Maurizio Cattelan presenta “YOU”, una scultura che compare come una rivelazione e apre le porte di uno spazio inusuale degli splendidi spazi di Casa Corbellini-Wasserman, usato qui per la prima volta: il bagno (e che bagno). Se poi vi capita di passare dal Cimitero Monumentale troverete un’altra opera dell’artsta. Curata dal Museo del Novecento, dal Cimitero Monumentale e dal Maurizio Cattelan Archive la mostra Ninna Nanna esibisce per la prima volta in città l’opera “Lullaby” (1994), realizzata dall’artista con le macerie del Padiglione d’Arte Contemporanea di via Palestro, dopo l’attentato di matrice mafiosa del 27 luglio 1993. E se siete così mondani da voler partecipare a tutto, That’s contemporary pubblica quotidianamente una guida completa agli eventi, i talk e le inaugurazioni della giornata.