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Secondo il Guardian, The Worst Person in the World è già uno dei migliori film di Cannes 2021

È iniziato da appena quattro giorni il Festival di Cannes, ma il Guardian è già sicuro di aver visto uno dei migliori film di tutta la rassegna cinematografica. Si intitola The Worst Person in the World ed è stato proiettato ieri sera, 8 luglio, alla terza serata su altre 9 ancora che rimangono. Eppure Peter Bradshaw, il celebre critico del Guardian, che di film presenti alla kermesse ne ha già visti (come Annette con Marion Cotillard e Adam Driver, che ha aperto il festival, e che ha definito «bizzarro» e «pazzo», dandogli quattro stelle su cinque) ha assegnato il punteggio massimo a proprio a The Worst Person in the World. Soprannominato da Indiewire il Frances Ha norvegese, è una commedia romantica ambientata a Oslo, incentrata sulla vita di Julie, che come la protagonista del film di Noah Baumbach non sa cosa fare nella vita, cosa le piace studiare e chi le piace, concludendo sempre in maniera sistematica le sue relazioni felici.

Julie studia medicina, che poi lascia per psicologia, intanto lavora in una libreria, dove incontra uno scrittore, che poi lascia perché il suo libro è troppo controverso: «Ha paura che le sue scelte siano irreversibili, come ogni ventenne», ha scritto il critico, ed è d’accordo anche Variety che vede ritratta nella confusione di Julie l’irrequietezza della generazione dei Millennial. È sorprendente per Bradshaw perché è diversissimo dai precedenti film del regista Joachim Trier, che nel 2017 aveva diretto Thelma, un’angosciante thriller sulla telecinesi e nel 2011 Oslo, August 31st, sulla dipendenza. «Se mi aveste detto all’inizio del festival che sarebbe stata una tenera commedia romantica, fresca e con rimandi a Nora Ephron e David Nicholls», scrive, «non ci avrei creduto».

È proprio la grazia con la quale Trier si è mosso tra due generi, cioè perfettamente a metà tra il coming-of-age e la rom-com romantica, che ha estasiato il Guardian. “La persona peggiore del mondo” che richiama il titolo non può essere di certo secondo Bradshaw la protagonista Julie, interpretata da una giovanissima Renate Reinsve che descrive come «sublime» e saluta scrivendo: «A star is born»; da tenere d’occhio anche per Indiewire, che scrive «è più Dakota Johnson di Dakota Johnson stessa». Intanto non solo non abbiamo una data di uscita in Italia, ma nemmeno un trailer.