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Tra i 12 film nella shortlist dell’Oscar al Miglior film internazionale ce ne sono tre che parlano di Palestina È invece rimasto fuori dalla lista Familia: il film di Francesco Costabile, purtroppo, non ha passato neanche la prima selezione dell’Academy.
I sostenitori di Trump sono andati sotto l’ultimo post Instagram di Romy Reiner a festeggiare la morte del padre A fomentare ulteriormente il loro odio è stata la breve didascalia del post che contiene una frase contro Trump.
La Spagna introdurrà un abbonamento mensile di 60 euro per viaggiare con tutti i mezzi pubblici in tutto il Paese È il secondo Paese in Europa che prende un'iniziativa simile: prima c'era stata la Germania, il cui abbonamento mensile costa anche meno.
Amazon installerà nei Kindle una AI che ti spiega i libri se non li hai capiti
 La nuova funzione si chiama "Ask This Book” e servirà ai lettori confusi, distratti o non proprio sveglissimi.
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Zohran Mamdani ha fatto una performance in un museo di New York invitando i cittadini a dirgli quello che pensano di lui Ispirandosi alla celebre performance di Marina Abramović, il sindaco ha offerto colloqui di tre minuti a chiunque volesse parlargli.
Negli anni ’60 la Cia ha perso un ordigno nucleare sull’Himalaya e ancora non l’ha ritrovato Nel 1965, sulla vetta di Nanda Devi, l'intelligence americana ha perso un dispositivo alimentato a plutonio. È ancora lì, da qualche parte.

Il Guardian ha fatto un elenco di interviste imbarazzanti come quella di Hugh Grant

14 Marzo 2023

Nonostante il popolo dei commentatori di internet si sia schierato in due fazioni (chi difendeva lui e chi Ashley Graham), tutti erano d’accordo nel considerare l’intervista a Hugh Grant il momento più imbarazzante di questa edizione degli Oscar. Dall’equivoco sull’uso dell’espressione “vanity fair” (lui intendendo “fiera delle vanità”, lei intendendo la rivista) al surreale scambio sul suo completo («di chi è il completo che indossi?», risposta: «è mio»), il dialogo tra l’attore di 61 anni e la modella è un capolavoro di disagio e incomprensione. Come ha ricordato il Guardian, però, non è certo l’unico caso di “awkardness” che si è verificato sul red carpet (che quest’anno era in realtà un champagne carpet, come l’ha giustamente definito Vanessa Friedman).

Nel suo articolo Stuart Heritage cita l’intervista a Roberth Smith del 2019, con l’intervistatrice che urla come una pazza e lui che risponde abbastanza scazzato (ma non così a disagio da risultare divertente come Grant) e quella del 2015 a Taylor Swift, con la presentatrice che allude al fatto che di certo la cantante, dopo la cerimonia, tornerà a casa insieme a «molti uomini». Ricorda anche l’intervista a Melanie Griffith e Dakota Johnson sul tappeto rosso degli Oscar del 2015, quando l’intervistatrice si prende la responsabilità di insistere con la madre sul motivo per cui non ha voluto vedere Cinquanta sfumature di grigio.

L’unico video che riesce a superare l’imbarazzo che trapela da quello di Hugh Grant è molto recente – risale soltanto all’anno scorso, al Toronto Film Festival – e ha per protagonista una Mia Goth in evidente difficoltà. L’attrice di Pearl (e modella per l’ultima sfilata di Miu Miu) non riesce a decidere se rispondere alle domande dell’intervistatore o assecondare la persona che la spinge ad andarsene, si incastra e crea un momento di perfetto disagio: ascolta la domanda ma poi, invece di rispondere, se ne va, per fermarsi qualche metro più in là e fare ciao ciao con la mano al povero intervistatore interdetto, che commenta: «That was weird as hell».

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