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Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione 100 strade chiuse al traffico in 10 anni, inquinamento calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Chioggia e Courmayeur tra i 52 posti da visitare nel 2022 per il New York Times

11 Gennaio 2022

Per il secondo anno consecutivo, il New York Times pubblica la sua classica dei cinquantadue posti nel mondo che meritano di essere visitati con la pandemia in corso. L’anno scorso la lista era una sorta di “consolazione” in un momento in cui viaggiare era pressoché impossibile, «un maniera per ricordare che il mondo era ancora là fuori, in attesa». In quella lista c’erano posti sia lontani che vicini, il cui ricordo e la cui esistenza avevano aiutato a superare i durissimi lockdown decisi dai governi di mezzo mondo per affrontare la prima ondata della pandemia.

Il 2022 è il terzo anno in cui le forme e i tempi delle nostre vite sono decise (anche, soprattutto) dai movimenti e dalle trasformazioni del coronavirus. I viaggi sono più possibili e sicuri che nel 2020, ma le incertezze e le preoccupazioni restano. Ma, aggiunge il Nyt, nella mente dei viaggiatori di tutto il mondo si sta piano piano formando una nuova consapevolezza, si stanno costruendo priorità diverse che influenzano in maniera mai vista prima la decisione sulla prossima meta da raggiungere. Da questo punto di vista, a cambiare le nostre abitudini e priorità, ancora più della pandemia, sarà (è già, in realtà) il cambiamento climatico. «Incendi, alluvioni, tempeste, innalzamento del livello delle acque e aumento delle temperature: tutto ciò ci ricorda quanto sia fragile il nostro mondo». È per questo che l’edizione 2022 di questa lista del Nyt è stata costruita seguendo un principio nuovo, diverso: la sostenibilità non solo del turismo ma anche delle comunità. E non si tratta soltanto di una sostenibilità declinata in senso “ambientalista”: il Nyt parla anche di una sostenibilità, per così dire, urbana e sociale, citando esempi come Venezia e Barcellona, città vittime di un “eccesso” di turisti. È per questo che la lista di quest’anno ha un titolo leggermente diverso ma assai significativo: “52 places for a changed world”.

Nel passato, tra questi cinquantadue consigli per i viaggiatori c’erano luoghi in cui si potevano trovare ristoranti alla moda, nuovi musei o resort affollati. Nella lista di quest’anno, invece, «si raccontano posti in cui si sta verificando un cambiamento reale, dove vengono preservate le terre selvagge, dove vengono protette specie animali a rischio di estinzione, dove si sta cercando di correggere i torti della storia, dove si sostengono le comunità locali e dove, soprattutto, i turisti possono contribuire al cambiamento». È questa la spiegazione della scelta di alcuni posti che, a prima vista, sembrano davvero molto insoliti: un parco canadese gestito da una tribù indigena; una distilleria scozzese che sta cercando di implementare una produzione a emissioni zero; un ristorante del Midwest americano il cui staff è composto interamente da ex carcerati. E poi c’è il Parco Iberá in Argentina, dove i turisti possono scoprire l’importanza della flora locale per la sopravvivenza di un rarissimo uccello. E un classico europeo, la Normandia, da visitare in bicicletta dando così una mano nel tentativo di ripulirne l’aria.

L’Italia non manca mai e anche quest’anno ci sono anche tre nostre località, molto diverse tra loro praticamente da qualsiasi punto di vista. Sono Chioggia, Courmayeur e Napoli. La prima perché è «vicino Venezia, un paese antico ricco di storia e architettura e che è anche una via di fuga dalla calca turistica». Courmayeur perché «sta in equilibrio tra la conservazione e il turismo, un luogo in cui ghiacciai molto famosi sono a rischio di scioglimento». Napoli, infine, perché «gli abitanti si stanno rimboccando le maniche per combattere il cambiamento climatico, in una città in cui l’esplorazione a piedi è parte della soluzione».

Lo stesso Nyt ammette che questa non è una lista per tutti: i luoghi consigliati non sono facili né da raggiungere né da visitare (alcuni non sono nemmeno aperti ai turisti, in questo momento). «Il nostro messaggio non è di salire sul prossimo aereo, ma vorremmo che questa lista servisse per ispirare viaggi più “pensati” e ricchi di significato nei prossimi anni».

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