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Il guasto di Cloudflare è stato così grave che ha causato anche il guasto di Downdetector, il sito che si occupa di monitorare i guasti su internet Oltre a X, ChatGPT, Spotify e tanti altri, nel down di Cloudflare è andato di mezzo anche il sito a cui si accede quando tutti gli altri sono inaccessibili.
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Diversi grandi hotel sono stati accusati di fare offerte ingannevoli e fuorvianti su Booking L’authority inglese che si occupa di pubblicità ha scoperto che quelle convenientissime offerte non sono mai davvero così convenienti.
Gli scienziati hanno scoperto che il primo bacio sulla bocca è stato dato 21 milioni di anni fa E quindi non se l'è inventato l'homo sapiens ma un ominide, un antenato comune di uomini, scimpanzé, gorilla e orango, animali che infatti si baciano.
Non si capisce bene perché ma Nicki Minaj è andata alle Nazioni Unite a parlare dei cristiani perseguitati in Nigeria Sembra che a volerla lì sia stato Trump in persona, dopo che in più occasioni Minaj gli ha espresso pubblico supporto sui social.
La nuova tendenza nell’industria del beauty è vendere prodotti di bellezza anche a bambine di 3 anni Da anni si parla di Sephora Kids, ma adesso ci sono storie che riguardano bambine addirittura più piccole.
Il Ceo di Google ha detto che nessuna azienda si salverebbe dall’eventuale esplosione della bolla dell’intelligenza artificiale Sundar Pichai ha detto che la "corsa all'AI" è un tantino irrazionale e che bisogna fare attenzione: se la bolla scoppiasse, nemmeno Google uscirebbe indenne.
La cosa più discussa del prossimo Met Gala non è il tema scelto ma il fatto che lo finanzierà Jeff Bezos Il titolo e il tema del Met Gala di quest'anno è Costume Art, un'edizione realizzata anche grazie al generoso investimento di Bezos e consorte.

Massimo Pericolo e il ritorno dell’odio

C'è un nuovo immaginario per un rap duro e poco incline alla melodia, che nasce in provincia ma cresce a Milano.

11 Marzo 2019

Ritorna dalle nostre parti il rap politico “a sua insaputa”: un nuovo rap duro e poco incline alla melodia, ma benedetto dall’hype, propone un immaginario inedito che dà un vocabolario contemporaneo allo scontento sociale. Rafilù, Speranza e soprattutto Massimo Pericolo ricollocano il disagio facendone un territorio di scontro.

Pericolo arriva dalla provincia di Varese, Brebbia sta davanti a quel lago Maggiore che nel video appena uscito di “Sabbie d’Oro” pare una piccola Twin Peaks coi personaggi di Donnie Darko e lo stile registico di Harmony Korine. Ci sono Alessandro, vero nome del rapper, e i suoi amici che in mutande con i mitra nell’acqua citano Gomorra di Matteo Garrone, sminuzzano pasticche di neurolettici tranquillanti in polo Fila e passamontagna bianco cantando un nichilismo CCCP fuori tempo massimo: “Meglio vendere la droga che comprare views/meglio credere di più che credere a Gesù/meglio guidare l’autobus che l’auto blu/meglio avere la mia vita che la tua tv”.

Nessuno degli ingredienti della ricetta musicale di Massimo Pericolo è nuovo, né la droga, né la galera metaforica e reale che ha vissuto, né il malessere della provincia, tantomeno l’odio per le istituzioni, a partire dalla tessera elettorale bruciata all’inizio del video di “7 miliardi” fino agli anatemi contro la polizia o alle citazioni dei morti di Stato Stefano Cucchi e Giuseppe Uva sparse ovunque. È dai tempi de L’odio di Kassovitz e delle foto con le auto in fiamme che abbiamo preso confidenza, normalizzandola, con questo tipo di narrazione. Ma se, come racconta il filosofo Alain Finkielkraut in un’intervista a La Repubblica del 19 febbraio, «l’ideologia dominante mette tutto sullo stesso piano, e la grande letteratura vale quanto il rap», allora non possiamo non considerare rilevante questo spostamento di significato di una piccola cultura di massa, com’è oggi la musica rap, messo in atto da Massimo Pericolo. Da quando la trap è diventata musica per ragazzini e “spaccare” – ovvero diventare famosi e sponsorizzati dai brand riempiendo palazzetti e scalando classifiche di streaming – è un obiettivo complementare al reddito di cittadinanza, le rime del musicista di Varese sembrano dare ossigeno e slogan situazionisti (“Fotte un cazzo di niente/non so neanche chi è il Presidente/non voto tanto non serve”) a un malessere sempre meglio definito che ha Milano, e nel “modello” che oggi si trova  a rappresentare, il suo habitat: è nella capitale delle manifestazioni per i diritti e delle affollate code notturne per le release dei nuovi modelli di sneaker che l’élite fashion culturale fa montare, alzandolo dall’underground, l’hype di Speranza e di Pericolo. Non è la Roma “de sinistra” – in quota gruppo L’Espresso – delle tre zeta – Zingaretti, Zoro, Zero Calcare – né la già premiata ma ormai prevedibile Napoli-Netflix col suo racconto epico.

Un frame del video di Massimo Pericolo “SABBIE D’ORO”

Sarà che Milano va veloce, i mezzi funzionano bene e ci si mette solo dieci minuti con la metropolitana gialla dal parchetto dell’eroina a cinque euro di Rogoredo per raggiungere lo spettacolo di Bernard Henry Levy al Franco Parenti; o sarà perché all’ombra del Bosco Verticale crescono sempre più rider di Deliveroo che start-up, ma è proprio qui che idiosincrasie e contraddizioni si mettono meglio in rima, come se fosse più semplice raccontarle o assorbirle – grazie anche a un attento lavoro di ricerca e cool hunting delle crew dei media – dalla provincia. Massimo Pericolo ha messo Gomorra dentro a un lago del nord, anestetizzando un decennio di retorica criminale. Quello che rimane è un ragazzino con le Nike incazzato col mondo, una sola tessera elettorale che brucia quasi come se potesse salvare dal fuoco tutte le altre, le nostre.

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