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Martin Scorsese ha scritto un editoriale sul New York Times in cui spiega perché Misery è il miglior film di Rob Reiner In un commosso editoriale, Scorsese ha individuato nel thriller del 1990 l’apice della filmografia del collega, ricordando la loro amicizia.
Dopo il documentario su Diddy arriverà un documentario sui figli di Diddy che parlando di Diddy Justin e Christian Combs racconteranno il rapporto col padre in una docuserie che uscirà nel 2026 e di cui è già disponibile il trailer.
La crisi climatica sta portando alla velocissima formazione del primo deserto del Brasile La regione del Sertão sta passando da arida a desertica nell'arco di una generazione: un cambiamento potenzialmente irreversibile.
L’episodio di Stranger Things in cui Will fa coming out è diventato quello peggio recensito di tutta la serie E da solo ha abbassato la valutazione di tutta la quinta stagione, nettamente la meno apprezzata dal pubblico, almeno fino a questo punto.
Il progetto europeo di rilanciare i treni notturni sta andando malissimo Uno dei capisaldi del Green Deal europeo sulla mobilità, la rinascita dei treni notturni, si è arenato tra burocrazia infinita e alti costi.
Un’azienda in Svezia dà ai suoi lavoratori un bonus in busta paga da spendere in attività con gli amici per combattere la solitudine Il progetto, che per ora è solo un'iniziativa privata, prevede un’ora al mese di ferie e un bonus di 100 euro per incentivare la socialità.
Diverse celebrity hanno cancellato i loro tributi a Brigitte Bardot dopo aver scoperto che era di estrema destra Chapell Roan e altre star hanno omaggiato Bardot sui social per poi ritirare tutto una volta scoperte le sue idee su immigrazione, omosessuali e femminismo.
È morta la donna che restaurò così male un dipinto di Cristo da renderlo prima un meme, poi un’attrazione turistica Nel 2012, l'allora 81enne Cecilia Giménez trasformò l’"Ecce Homo" di Borja in Potato Jesus, diventando una delle più amate meme star di sempre.

I russi stanno cercando di organizzare un press tour nei territori ucraini occupati

19 Maggio 2022

In un post pubblicato su Facebook, il Ministro della Cultura Oleksandr Tkachenko ha scritto che i russi stanno cercando di organizzare un “viaggio stampa” per i giornalisti stranieri nei territori ucraini occupati. La tappa principale di questo tour dovrebbe essere Mariupol, città che l’esercito russo recentemente è riuscito a conquistare dopo settimane di assedio.

«Le falsità e le campagne di disinformazione russe hanno raggiunto vette inimmaginabili. Questa volta gli occupanti stanno provando a organizzare un press tour per i giornalisti stranieri nella Mariupol occupata. L’obiettivo del nemico è screditare l’Ucraina, attribuendole responsabilità che non ha. In questo momento, a Mariupol stanno arrivando “decorazioni” speciali pensate per i media stranieri: frammenti di ordigni esplosivi e proiettili raccolte nelle zone occupate della regione di Donetsk, pubblico e attori che saranno presentati ai giornalisti come cittadini di Mariupol che sono stati testimoni oculari di crimini che l’esercito ucraino non ha mai commesso». Secondo il Ministro, la Russia fa tutto questo solo per scopi propagandistici. Qualsiasi cosa l’esercito russo stia organizzando a Mariupol e nelle zone limitrofe non può essere definito un “viaggio stampa”: i russi, scrive Tkachenko, «possono sistemare il palcoscenico come vogliono e diffondere così una narrativa a loro favorevole».

Il post di Tkachenko si conclude con un appello rivolto ai giornalisti stranieri. «Voglio sottolineare che attraversare i confini ucraini o superare la linea di demarcazione (con i territori occupati, ndr), soggiornare e svolgere attività giornalistica nei territori occupati, tutte queste cose sono possibili solo rispettando le leggi ucraine e internazionali. Per questo, la partecipazione di giornalisti stranieri a un qualsiasi press tour organizzato sul territorio ucraino, compresi i territori attualmente occupati dall’aggressore, devono avvenire in osservanza della legislazione nazionale», ha scritto il Ministro, invitando i giornalisti a non contribuire alla diffusione della propaganda russa.

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