L'immagine, pubblicata e poi cancellata dai social di Kojima, ha fatto arrabbiare prima gli utenti turchi, poi quelli italiani, per motivi abbastanza assurdi.
La cosa più piratata del mondo non sono più film, le serie tv o la musica, ma i manga
Come scrivevamo qui, fino a qualche anno fa, in Italia, c’era ancora chi si approcciava ai manga con un certo scetticismo (e una totale incomprensione del fenomeno: ad esempio tra chi ne parlava come se si trattasse di un genere, e non di un mezzo e un linguaggio). Era il 2022: nel frattempo i manga, vecchi e nuovi, hanno continuato a essere pubblicati, scambiati, letti e prodotti, e il pubblico dei manga si è ulteriormente ampliato. E se il successo di un prodotto si nota anche per la sua capacità di generare imitazioni o, come si dice oggi, “dupe”, in questo inizio del 2025 possiamo affermare che i manga hanno ormai conquistato il mondo. Variety ha riportato e commentato i dati di una ricerca effettuata da Muso: nel 2024 i 55 miliardi di visualizzazioni su siti illeciti di manga non autorizzati hanno toccato quota 70% di tutto il traffico pirata nel settore dell’editoria, mentre il prodotto più piratato al mondo non sono stati i film, le serie tv o la musica, ma proprio i manga, che sono stati scaricati illegalmente soprattutto da dispositivi mobili. Tra il 2019 e il 2024 la crescita della pirateria dei manga online è arrivata al 300%. E ancora: nella top 10 delle serie tv più piratate, ci sono ben 8 anime, ovvero adattamenti animati di manga. L’associazione parlamentare giapponese per manga, anime e videogiochi ha stimato che, nel 2024, la pirateria dei manga ha causato una perdita di 7 miliardi di dollari.
Etsy Witches, witchtok, gli antri su Instagram e le fattucchiere di Facebook. Per quanto maldestre e talvolta in malafede, le streghe online ci dicono come sta cambiando il nostro rapporto con internet e con la realtà.
Il caso SocialMediaGirls scoppiato in seguito alla denuncia della giornalista Francesca Barra è solo l'ultimo di una ormai lunga serie di scandali simili. Tutti prova del fatto che se non regolamentata, la tecnologia può solo fare danni.