Cose che succedono | Attualità

Scrittori inglesi contro scrittori americani (c’entra il Man Booker Prize)

Nel 2011 una dichiarazione dell’allora giudice del Man Booker Prize, Stella Rimington, suscitò un certo scalpore. La Rimington disse di aver giudicato i libri finalisti e scelto il vincitore del premio seguendo un principio di leggibilità, ovvero privilegiando quei libri che garantivano una certa facilità e scorrevolezza nella lettura. Un’affermazione che ben riassumeva l’andazzo preso dal Man Booker, che sempre di più premiava libri “facili” e pop.

Il Rathbones Folio viene istituito nel 2014 per sfidare il Booker con l’intenzione di premiare una fiction più sofisticata (tra gli otto finalisti di quest’anno c’è Sally Rooney con il suo Parlarne tra amici, a cui abbiamo dedicato una delle due copertine del numero 34 di Studio). Il Rathbones, caratterizzato anche dall’apertura a chiunque scriva in lingua inglese e pubblichi nel Regno Unito, consegna il primo premio all’americano George Saunders. Poco dopo anche il Man Booker, che fino a quel momento aveva considerato soltanto autori britannici e irlandesi, apre le porte a tutti, americani compresi.

Il risultato è che George Saunders, l’anno scorso, ha vinto anche il Man Booker, diventando il secondo autore americano a vincere dopo il cambiamento delle regole. Regole che, a quanto pare, iniziano a dare fastidio a molti: secondo i critici, il carattere del premio è stato alterato dalla presenza di importanti e riconosciuti autori americani – Saunders è un ottimo esempio – a discapito di scrittori britannici meno conosciuti, che fino a prima del cambiamento beneficiavano dell’evento anche a livello economico.

Recentemente, il 99% dei membri della Folio Academy, tra i quali Margaret Atwood, Ian McEwan e Zadie Smith, hanno chiesto al Man Booker Prize di tornare ad ammettere solo scrittori britannici, irlandesi e del Commonwealth, per impedire che gli americani s’impossessino del premio. Anche chi un tempo aveva incoraggiato l’apertura a chiunque scrivesse in inglese, oggi ha cambiato idea. Il Guardian ha riportato la dichiarazione di John Banville, autore vincitore nel 2005 e in origine un sostenitore del nuovo regolamento. «Il Man Booker era unico nella sua forma originale, poi ha perso la sua unicità. È diventato un normale premio tra i premi. L’amministrazione dovrebbe ammettere che il cambiamento è stato un errore e tornare indietro».

 

Foto Getty: libri finalisti del 2016, George Saunders vincitore del Man Booker Prize nel 2017