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A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.
Il nuovo film di Tom Ford è già uno dei più attesi del 2026, per tantissime e buonissime ragioni Un progetto che sembra quasi troppo bello per essere vero: l'adattamento di uno dei più amati romanzi di Ann Rice, un cast incredibile, Adele che fa l'esordio da attrice.
Nel primo teaser del Diavolo veste Prada 2 si vede già la reunion di Miranda e Andy Le protagoniste salgono insieme sull’ascensore che porta alla redazione di Runway, riprendendo una scena cult del film originale.
L’unica persona ancora convinta che Trump non sapesse niente dei traffici di Epstein è l’addetta stampa della Casa Bianca Nonostante le ultime rivelazioni riguardanti gli Epstein Files, Karoline Leavitt continua a ripetere che «il Presidente non ha fatto nulla di male».
È uscito il primo trailer di Marty Supreme, il film sul ping pong con cui Timothée Chalamet punta a vincere l’Oscar Il film di Josh Safdie è stato accolto con entusiasmo dalla critica e il suo protagonista è già lanciatissimo verso la statuetta per il Miglior attore. 
Da oggi scatta il blocco ai siti porno per i minorenni, solo che al momento non è bloccato niente Dal 12 novembre i portali per adulti devono controllare l'età degli utenti con un sistema esterno e anonimo, che però non è ancora operativo.
È morto Homayoun Ershadi, leggendario attore iraniano che Abbas Kiarostami scoprì a un semaforo Il suo ruolo ne Il sapore della ciliegia lanciò una carriera iniziata per caso: nonostante il successo, non si è mai sentito un vero attore.
Papa Leone XIV ha rivelato i suoi quattro film preferiti e tra questi non ci sono né ConclaveThe Young Pope E neanche Habemus Papam e I due Papi né nessun altro film che parli di Papi.

Una misteriosa malattia colpisce i figli dei rifugiati, ma solo in Svezia

27 Ottobre 2017

È come se si spegnessero all’improvviso. Un bambino o una bambina smettono di giocare, camminare e parlare. Dopo un po’, anzi, non aprono neanche la bocca e i dottori devono nutrire l’organismo con un tubetto trasparente attaccato al naso. Nel 2016 sono stati 169 i figli dei rifugiati affetti da questa sorta di “disconnessione” dal mondo reale, che i medici chiamano Resignation Syndrome, Sindrome della Rassegnazione.

La BBC racconta di Sophie, una bambina di nove anni, scappata con i genitori dall’ex URSS per cercare una nuova vita in Svezia. Durante il viaggio, Sophie ha assistito al linciaggio e al rapimento del padre da parte di alcuni mafiosi, dopo il quale ha assunto un atteggiamento vagamente assente. Dopo tre giorni il capofamiglia viene rilasciato e Sophie si rimette in viaggio con entrambi i genitori e la sorella (mentre un terzo figlio è in arrivo). Nel dicembre 2015 raggiunge la Svezia, e qui viene a sapere che non può restare. La notizia provoca una disconnessione completa: Sophie non mangia, non parla ed è ferma su una carrozzina da venti mesi. Per i dottori ha vissuto in un mondo così terribile che ha deciso di tagliare fuori la realtà.

La malattia dei piccoli rifugiati non si verifica in nessun altro Paese ad esclusione della Svezia, dove è stata osservata per la prima volta negli anni Novanta, raggiungendo un picco di 400 occorrenze tra il 2003 e il 2005. Inoltre colpisce soprattutto i bambini accompagnati dai genitori. Una delle sue possibili spiegazioni potrebbe trovarsi in questa statistica: per i figli, la madre o il padre sono il ponte con la realtà. Crollato questo importante collegamento, come nel caso di Sophie, è più probabile rifugiarsi nell’apatia. Le ragioni per cui la sindrome esista soltanto entro i confini di un solo paese sono invece più vaghe e potrebbero essere ricondotte alle convenzioni sociali di un luogo specifico. Fortunatamente esiste la possibilità che il bambino lentamente si risvegli, ma un presupposto fondamentale è un deciso miglioramento delle condizioni di vita, a partire da una maggiore stabilità.

Foto Getty
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