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Il governo americano vuole che i turisti rivelino i loro ultimi 5 anni di attività sui social per ottenere il visto Vale anche per i turisti europei che dovranno consegnare la cronologia dei loro account su tutte le piattaforme social utilizzate.
Ora su Letterboxd i film si possono anche noleggiare e sono già disponibili molte chicche introvabili altrove I titoli disponibili saranno divisi in due categorie: classici del passato ormai introvabili e film recenti presentati ai festival ma non ancora distribuiti su altre piattaforme.
Da quando è stata introdotta la verifica dell’età, nel Regno Unito il traffico dei siti porno è calato ma è anche raddoppiato l’utilizzo di VPN Forse è una coincidenza, ma il boom nell'utilizzo di VPN è iniziato subito dopo l'entrata in vigore della verifica dell'età per accedere ai siti porno.
Secondo una ricerca, nel 2025 abbiamo passato online più tempo che durante i lockdown Oramai i "vizi" presi durante la pandemia sono diventati abitudini: ogni giorno passiamo online tra le quattro e le sei ore.
Si è scoperto che Oliver Sacks “ritoccò” alcuni casi clinici per rendere i suoi libri più appassionanti e comprensibili Un'inchiesta del New Yorker ha rivelato diverse aggiunte e modifiche fatte da Sacks ai veri casi clinici finiti poi nei suoi libri.
Lo 0,001 per cento più ricco della popolazione mondiale possiede la stessa ricchezza della metà più povera dell’umanità, dice un rapporto del World Inequality Lab Nella ricerca, a cui ha partecipato anche Thomas Piketty, si legge che le disuguaglianze sono ormai diventate una gravissima urgenza in tutto il mondo.
È morta Sophie Kinsella, l’autrice di I Love Shopping Aveva 55 anni e il suo ultimo libro, What Does It Feel Like?, era un romanzo semiautobiografico su una scrittrice che scopre di avere il cancro.

Come le palme sono arrivate a Los Angeles

10 Luglio 2018

Dici Los Angeles, dici palme. Non tutti però sanno che le palme a Los Angeles sono un’introduzione relativamente recente. Come ci sono arrivate, allora? Su Atlas Obscura, Dan Nosowitz racconta la storia di come «le palme, sebbene non siano native di Los Angeles e anzi siano arrivate qui di recente, sono diventate l’elemento più iconico della città». Se uno dovesse guardare un’illustrazione di Los Angeles di metà Ottocento, una delle prime cose che noterebbe è che di palme non si vede l’ombra. L’introduzione di questi tipi di albero (anche se, tecnicamente, non sono alberi) risale all’arrivo della ferrovia in città, e alla conseguente speculazione edilizia: «Quando la ferrovia arrivò a Los Angeles, negli anni Ottanta dell’Ottocento, gli speculatori realizzarono che questo enorme posto vuoto sarebbe diventato un’ottima opportunità per vendere la terra», scrive Nosowitz. Già, ma come convincere la gente a «trasferirsi nel bel mezzo del deserto»? Ed è qui che arrivano le palme.

Le palme furono introdotte per tre ragioni. Primo, andava riempito dello spazio. Secondo, sono facili da spostare, piantare e non richiedono grande manutenzione. Terzo, ricordavano la Riviera francese, che faceva molto chic. Le palme non sono native né della California, né della Riviera francese. Esistono, sostiene l’autore, soltanto due specie di palme native dell’Europa mediterranea, che però non si sono diffuse un gran che; mentre nel Medio Oriente sono diffusissime e crescono naturalmente (a sua volta, come raccontavamo in un pezzo qui su Studio, in Medio Oriente probabilmente erano state importate dall’Africa e/o dall’Asia meridionale). Il risultato è che le palme hanno assunto una valenza religiosa: si iniziò a spostarle per celebrare la Domenica delle Palme e altre cerimonie palme-related.

Los Angeles Palme

Così si scoprì che erano proprio pratiche da trapiantare. «Spostarle è incredibilmente facile: non hanno radici complesse come le querce, ma soltanto una radice sferica e densa. È facile sradicarle e trasportarle, senza contare che, una volta piantate, le palme non faticano un gran che ad ambientarsi: basta avere acqua e sole». Un’altra cosa che le faceva amare dai costruttori era che le palme, a differenza di altri alberi, «non dimostrano grande differenze individuali». Siccome sono tutte uguali, è più facile piantarle in serie immaginando l’effetto che faranno.

Verso la metà del Diciannovesimo secolo, scrive sempre Nosowitz, la Riviera francese, che prima non interessava a nessuno, cominciò a diventare popolare, un po’ perché la visitavano degli scrittori famosi e un po’ perché a quei tempi i medici consigliavano quel tipo di clima a chi se lo poteva permettere. Ci fu un boom edilizio e ai costruttori francesi venne l’idea di piantare un sacco di palme. I costruttori di Los Angeles, dove il boom edilizio fu di poco successivo, copiarono l’idea da lì. Importarono le palme, per ovvie ragioni, non dalla Francia ma dal Messico, che a sua volta le aveva importate dal Medio Oriente per ragioni religiose. Un effetto non previsto però fu che le palme messicane, una volta trapiantate a Los Angeles, crebbero a dismisura. Presto divennero il simbolo della città e, di conseguenza, di Hollywood e della bella vita californiana: «Quando le palme si consolidarono a Los Angeles, l’industria del cinema e della tv le rese popolari».

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