Attualità

L’Italia è di moda

Una ventiquattr’ore a Venezia organizzata dallo Iuav in collaborazione con Studio per riflettere sul fashion system nostrano: le istituzioni, le scuole, i protagonisti, i giovani.

di Marta Casadei

La moda si progetta, si realizza, si osserva, si indossa. Perché abbia senso parlare di una cosa che nasce da un mix ben bilanciato tra genialità, savoir faire e intuizione commerciale, ma si nutre ben poco di chiacchiere, non è facilmente comprensibile. Eppure va fatto. «Non abbiamo mai lavorato per promuovere le specificità della moda italiana, un settore ad altissima complessità. Non lo abbiamo fatto per un lungo tempo», dice al telefono Maria Luisa Frisa, direttore del Corso di laurea in Design della moda e Arti multimediali all’Università Iuav di Venezia nonché uno dei critici e curatori di moda più noti a livello internazionale.

Prada - Front Row - Milan Collections Men SS16
Michael Shannon, Scoot McNairy e Jack O’Connell all’ultima sfilata di Prada (Getty Images)

La telefonata giunge un paio di giorni prima della 24 ore “L’Italia è di moda” che lo Iuav ha organizzato proprio in collaborazione con Studio il prossimo 2 luglio a Venezia, nella sede universitaria dei Tolentini. Il programma , che trovate al fondo dell’articolo, è semplice e nutrito allo stesso tempo: si parte alle 12 del giovedì, si finisce alle 12 di venerdì 3 luglio, giorno in cui alle 20.30 si terrà la consueta sfilata di fine anno. Vi parteciperanno imprenditori come Renzo Rosso, designer come Andrea Incontri, Lorenzo Serafini e Arthur Arbesser, ma anche esponenti del mondo della politica come il sindaco di Venezia Luigi Brugnano. E molti altri. È una full immersion nelle mille pieghe del mondo della moda, la maggior parte delle quali rimane invisibile all’occhio umano: basta pensare a quante persone si fermano a pensare a quale processo preveda la costruzione di una scarpa quando, in un negozio, ne scelgono un paio. Una manciata, forse.

Dietro l’idea di creare un contenitore in grado di suscitare interesse in un pubblico variegato – dagli studenti agli addetti ai lavori, passando per i semplici curiosi che vogliano addentrarsi in questa realtà “da copertina” che si nutre della cura minuziosa di tanti operai – c’è la convinzione che il futuro della moda italiana si giochi su due fronti, entrambi decisivi. Il primo è il rafforzamento del sistema all’estero: questo deve avvenire sia dal punto di vista dell’immagine che si deve consolidare nei mercati in cui, per un motivo o per l’altro (la concorrenza, ma anche la contraffazione) è confusa, sia sul piano economico. I mercati stranieri oggi, in un momento in cui i consumi in Italia sono stati e sono in forte calo, sono un Eldorado per le aziende italiane, piccole e medie perlopiù, che però non sanno come arrivarci. Bisogna, se non accompagnarle là (a fare questo ci stanno provando le fiere, in collaborazione con l’Ice), almeno supportarle in questo percorso difficile: la moda italiana, e il made in Italy come trademark e come valore insieme, vanno promossi e a gran voce. «Bisogna portare le lodi al nostro modo di essere in prima pagina, giocando in maniera intelligente con alcuni stereotipi e al contempo distruggendone per sempre altri. La moda dev’essere rimessa al centro di questa operazione. Devono esserlo le aziende, le istituzioni, gli studenti, i creativi, i manager. E dentro devono starci le idee e i punti di vista di tutti», scrive Federico Sarica, direttore di Studio, nell’introduzione a L’Italia è di moda.

Il secondo punto chiave è la formazione: la moda è un mestiere in grado di fare leva su sinergie che uniscono alla perfezione la sapienza antica e la genialità innovativa. Ma è un settore sempre meno accessibile alle giovani generazioni. Alla fine degli anni Cinquanta Yves Saint Laurent, poco più che ventenne, divenne direttore creativo della maison Dior sparigliando le carte della couture francese e ponendo le basi per un cambiamento radicale (che avrebbe poi portato avanti con la propria casa di moda) dell’abbigliamento femminile. E con esso la cultura.

Bottega Veneta - Runway - Milan Collections Men SS16
L’ultima sfilata uomo di Bottega Veneta (Getty Images)

Oggi è difficile che questa situazione si ripeta in modo altrettanto spontaneo. I giovani arrancano alla ricerca di qualcuno (un produttore, una boutique, un investitore) disposto a esporsi, a credere nel loro progetto e a scommettere su di loro, economicamente e non solo. E hanno bisogno di un’ offerta formativa allettante e completa, che faccia della moda non solo un settore per cui non vale la pena lasciare l’Italia, ma, di contro, per il quale valga la pena trasferirsi nel Belpaese. «In questi anni, è stato fatto moltissimo, ma ci sarebbe bisogno di una maggior consapevolezza da parte della politica sul tema della formazione in campo moda: il vice-ministro Calenda sta facendo un lavoro straordinario sul piano delle fiere, cui sono stati destinati ben 18 milioni di euro. Però molto è ancora da scrivere, soprattutto quando si parla dei corsi di laurea nelle università pubbliche», dice Frisa.

Lo Iuav ha fatto partire il primo corso di Laurea Triennale in Fashion Design dieci anni fa; nel 2005 è stata la volta del Corso di Laurea Magistrale: il percorso, tuttavia, è ancora lungo e complesso. «L’insegnamento della moda deve basarsi su regole molto diverse rispetto a quelle tradizionali – dice Frisa – perché il percorso di formazione degli addetti ai lavori del sistema moda non prevede solo lo studio sui libri».

La valorizzazione del sistema scolastico italiano (e, perché no, pubblico) nel panorama della moda internazionale è uno dei grandi passi da compiere. A doverlo fare sono il Governo, le università, le aziende: «Sono stufa di leggere che i brand italiani realizzano progetti con la Central St Martins di Londra: dovrebbero promuovere il loro Paese supportando i giovani. La moda è un sistema complesso fatto di forze diverse: gli attori non possono essere sempre gli stessi, bisogna spingere affinchè avvengano i cambiamenti giusti al momento giusto».

 

 

Il programma della 24 ore

2 luglio 2015

h12
Aula Magna
Apertura con Luigi Brugnaro (Sindaco di Venezia), Amerigo Restucci (Rettore Università Iuav di Venezia), Michele Bocchese (Presidente Sistema Moda Confindustria Veneto), Claudio Marenzi (Presidente Sistema Moda Italia), Maria Luisa Frisa (IUAV), Federico Sarica (Rivista Studio)

h12.30
Aula Magna
Siate creativi, fatelo con la testa: istruzioni per il successo
Renzo Rosso (Fondatore Diesel, Presidente OTB) in conversazione con Federico Sarica (Rivista Studio)

h14.30
Giardino
Manifattura, artigianato, co-design: una scelta di futuro
Corrado Facco (Origin Passion and Beliefs, Fiera di Vicenza), Stefano Micelli (Ca’ Foscari Venezia), Emanuele De Donno (Viaindustriae, Happy Fashion), Simone Sbarbati (Frizzifrizzi)
chair Clara Tosi Pamphili (Flash Art, Artribune)

h15.30
Aula Magna
Carta stampata, web, piattaforme social: Le nuove forme dell’editoria
Gianluca Cantaro (l’Officiel Italia, l’Officiel Hommes Italia), Andrea Batilla (Pizza), Sabrina Ciofi (Pizza), Federico Sarica (Rivista Studio), Simone Sbarbati (Frizzifrizzi)
chair Cristiano Seganfreddo

h16.30
Aula Magna
Good News: La nuova moda italiana
Arthur Arbesser e Fabio Quaranta in conversazione con Gianluca Cantaro (l’Officiel Italia, l’Officiel Hommes Italia)

h17.30
Biblioteca
Change-Makers: Le basi materiali della moda sostenibile
Marco Ricchetti (Hermes lab Srl, Blumine Srl) e Alfonso Saibene Canepa (Canepa Spa)
chair Paola Severini Melograni (scrittrice e giornalista)

h18.15
Biblioteca
Good News: Nuove storie italiane di moda
Andrea Incontri (Andrea Incontri, Tod’s), Carlo Mengucci e Lorenzo Serafini (Aeffe Spa e Philsophy), Fausto Puglisi (Fausto Puglisi, Ungaro)
in conversazione con Marta Casadei (Rivista Studio), Maria Luisa Frisa, Serena Tibaldi (La Repubblica, D La Repubblica)

h19.15
Aula Magna
Tessile e moda: Il tempo della ricerca
Giovanni Bonotto (Bonotto Spa) in conversazione con Marta Casadei (Rivista Studio)

dalle h20 alle h21.30
Aula Magna
Moda a Venezia
footage dall’Archivio Storico Luce

h21.30
Aula Magna
Il talento internazionale a supporto del sistema italiano della moda
Stefano Beraldo (CEO OVS) incontra gli studenti di Italia Innovation Program, arrivati in Italia per un mese dalle migliori università del mondo per lavorare all’innovazione del Made in Italy
introduce Cristiano Seganfreddo
chair Federico Sarica (Rivista Studio)

dalle h22.30
Giardino
performance e sfilate
– Silhouette Sampler: Tre scuole italiane di moda dal vivo a cura di Maria Bonifacic
​In the mood for Roma: sfilata dell’Accademia di Costume & Moda Roma
​Divise: sfilata dello IED Moda Milano
​Sopra/Abiti: sfilata dello IUAV Venezia
– The New Old Times: performance di Manuele Scapin

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3 luglio 2015

dalle h1 alle h2
Aula Magna e Giardino
instant workshop di scrittura notturna con Simone Sbarbati (Frizzifrizzi)

dalle h2
Aula Magna e Giardino
Schermi di moda
– Una Giornata Moderna, regia di Marco Bertozzi (un progetto di Università IUAV di Venezia in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà)
– Sguardi sulla moda dall’archivio video di Pitti Immagine

dalle h8 alle h9
Giardino
Piccola colazione a cura di Aristortele (www.aristortele.it)

h9
Aula Magna
La moda dell’Archivio: Oggetti e immaginari
Gloria Bianchino (Università di Parma), Mario Lupano (IUAV), Andrea Montorio (Promemoria), Erilde Terenzoni (MiBACT)

h10
Aula Magna
La moda e i musei italiani: Un rapporto difficile
Maria Luisa Frisa, Alessandra Mammì (L’Espresso), Clara Tosi Pamphili (Flash Art, Artribune)
chair Serena Tibaldi (La Repubblica, D La Repubblica)

h10.45
Aula Magna
Talent Scouting
Andrea Batilla (CEO Italiana Marchi), Adriano Franchi (Altaroma), Sara Maino (Vogue Italia e Vogue Talents)
chair Serena Tibaldi (La Repubblica, D La Repubblica)

New Bohemians: Moda A-Sex
Angelo Flaccavento (Il Sole 24 ore) e Maria Luisa Frisa

h11.45
Aula Magna
conclusioni: Alberto Baban (Presidente Piccola Industria, Vicepresidente Confindustria), Carlo Magnani (Direttore Dipartimento di Culture del progetto, Università Iuav di Venezia), Andrea Tomat (Presidente Lotto Sport Italia Spa e Stonefly Spa)
chair Cristiano Seganfreddo

 

Nell’immagine in evidenza: l’ultima sfilata maschile di Zegna (Getty Images)