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Quanti animali si uccidono in un libro di ricette?

Quanti animali servono per cucinare tutti i piatti consigliati dai grandi chef nei loro libri di ricette? È questa la domanda che si sono posti il filosofo Andy Lamey e il teorico politico Ike Sharpless in un paper pubblicato sulla rivista Food Ethics. Come riporta Vox, lo studio esamina 30 libri di cucina di 26 famosi chef (definiti tali perché hanno condotto programmi televisivi negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Canada e in Australia). L’elenco comprende Gordon Ramsay, Ina Garten, Rachael Ray, Paula Deen, Marcus Samuelsson e Guy Fieri fra gli altri.

Da questa comparazione, i due analisti hanno ricavato una lunga tabella che elenca il numero di animali necessari per cucinare le ricette promosse dai celebri cuochi: il più “letale” è Molto gusto di Mario Batali, con 620 animali morti (5,25 a ricetta) di cui 527 anguille. Quello meno letale, invece, è il cookbook di Gaia De Laurentiis, Everyday Italian, un dato che dimostra come la stessa tipologia di cucina – in questo caso quella italiana – possa essere variamente interpretata. Oltre alle anguille, tra gli animali più martoriati ci sono le acciughe e i piccioni – presenti nei libri di Ramsay e Susur Lee, ad esempio – e, naturalmente, i polli. Nel suo 365: No Repeats Rachel Ray ne fa fuori 75, che è una cifra considerevole se si pensa che il libro vuole proporre un pasto diverso ogni giorno eppure “condanna” una famiglia che segue i suoi consigli a una media di 28 polli all’anno. Per chi fosse interessato, lo studio si legge qui.