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Liam Neeson ha detto che avrebbe ucciso un nero per vendicare lo stupro di un’amica

Già protagonista di uscite non esattamente improntate al politically correct, Liam Neeson ha rilasciato un’intervista ancora più controversa del solito, l’ha data all’Independent per promuovere il film Un uomo tranquillo, dove interpreta un cittadino-modello, trasformato dall’omicidio del figlio in sanguinario vendicatore dei trafficanti di droga responsabili. Dichiarando di aver compreso la motivazione «primaria» del suo alter ego cinematografico, Neeson ha citato lo stupro di una sua amica avvenuto anni prima, che lo avrebbe spinto a volersi vendicare di «qualcuno di colore». L’attore non ha fatto nomi, ha però ricordato come, dopo aver chiesto alla donna se sapesse chi era stato a stuprarla e aver scoperto che si trattava di un nero, abbia girovagato per una settimana con una mazza, sperando di essere avvicinato da «qualche bastardo nero» che, uscendo da un pub, gli desse un motivo «sufficiente a ucciderlo».

Alla successiva domanda dell’intervistatore, che gli ha chiesto se fosse consapevole della gravità dell’affermazione, Neeson ha precisato: «è stato orribile, anche adesso che ci ripenso. Ma alla fine ho imparato una lezione, mi sono ritrovato a pensare “cosa cazzo stai facendo?”»; ha poi rivelato come la sua concezione della violenza sia stata influenzata dall’infanzia trascorsa nell’Irlanda del Nord durante la guerra civile: «Conoscevo delle persone molto coinvolte nel conflitto, e comprendo quel bisogno di vendetta, che porta però solo a più uccisioni, l’Irlanda del Nord ne è la prova». Come detto l’attore, si è spesso contraddistinto per una certa disinvoltura nelle interviste: nel 2014, ad esempio, parlando del suo personaggio nel thriller Non-stop, aveva spiegato che «tutti abbiamo un lato razzista»; durante una puntata del The Late Late Show irlandese dell’anno scorso, invece, aveva definito il MeToo «una caccia alle streghe».