Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
L’evoluzione della barba dal 1840 a oggi


La scorsa settimana il New York Times, con un ritardo notevole, ha registrato la notevole diffusione della barba, in parte legata all’istituzionalizzazione dello stile hipster di Brooklyn. Secondo alcuni l’articolo ha segnato l’avvenuta globalizzazione di un dettaglio facciale un tempo ritenuto deplorevole, secondo altri ha decretato la fine del momento “cool” della barba per via del rapporto conflittuale tra trend moderni e giovani e il quotidiano newyorchese (come ha scritto GQ: «le barbe sono ufficialmente uncool perché il New York Times le ha definite di moda»).
Qualunque sia la posizione nel dibattito e il livello d’hipsteria del vostro volto, è utile rivedere l’evoluzione della barba nel corso degli ultimi anni, e a tal proposito torna d’interesse uno studio del 1972 pubblicato dalla rivista Illustrated London News, nel quale appare un grafico che mostra com’è cambiata la barba dal 1840 agli anni Settanta del Novecento. Come e quanto ci si faceva crescere peluria facciale, e in che stile. Dall’alto verso l’alto, il grafico mostra la diffusione delle basette, della combo basette + baffi, delle barbe intere, dei baffi, e le combinazione tra almeno due delle voci precedenti.

Qui trovate lo studio integrale (pdf).
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Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.