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16:17 mercoledì 30 aprile 2025
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.

Le idee di Google per cambiare il mondo

Ci siamo: è in edicola il nuovo Studio: la cover story su Google, il reportage sull'International New York Times, il ritratto di Christian De Sica. E molto altro.

24 Novembre 2013

Nei giorni in cui andavamo in cui esce il nuovo numero di Studio, Google è dappertutto. Nelle cronache politiche, per via delle vicende legate alle rivelazioni sui sistemi di controllo dati degli Stati Uniti e al rapporto fra dipartimenti di sicurezza degli Stati e multinazionali digitali; in quelle economiche – i nuovi prodotti, le nuove acquisizioni, le contese fiscali aperte in mezzo mondo, Italia compresa. E ovviamente in quelle dedicate all’innovazione. Ma poi, a guardare bene, troviamo Google anche nelle pagine di moda e lifestyle, essendo stati i Glass fra i veri protagonisti dell’ultima tornata di settimane della moda dello scorso settembre; e poi, come ben sapete, ingenti quantità di inchiostro sul colosso di Mountain View sono state versate negli ultimi mesi soprattutto nelle cronache culturali, e in parecchi libri, blog e periodici in giro per il mondo.

La domanda che tiene insieme la trasversalità di campi in cui viene trattata la materia Google (ma il discorso potrebbe valere, in parte, per gli altri colossi della rivoluzione digitale) è, semplificando, la seguente: fin dove può arrivare l’influenza di Google sulle nostre vite e nelle nostre società? Il quesito ha semplicisticamente creato già da tempo due fazioni che si combattono in maniera radicale: gli entusiasti senza se e senza ma e i critici a oltranza.

La verità è che quella cui stiamo assistendo, e che Google incarna più di tutti, è una rivoluzione ancora in corso, probabilmente appena incominciata, che di tutto ha bisogno tranne che di tifosi. Come affrontarla se non raccontandola? È quello che tentiamo di fare con questa storia di copertina, che parte da un nostro incontro esclusivo a New York con Google Ideas, il laboratorio che ben simbolizza le ambizioni dell’azienda che, piaccia o meno, insieme a un altro paio, ha cambiato radicalmente le nostre vite.

Nel numero poi, come d’abitudine, trovate molto altro. A partire dai dispacci dei nostri editorialisti – da Gianni Riotta a Mariarosa Mancuso, passando per Claudio Cerasa, Filippo Sensi e Giuliano da Empoli. Opinioni, recensioni, punti di vista autorevoli, utili per prendere le misure alle molteplici sfaccettature dell’attualità.

La nutritissima sezione Altre Storie si apre con un ritratto-intervista di Michele Masneri al vero dominatore di trent’anni di commedia all’italiana, Christian De Sica, che ci ha aperto le porte di casa sua a Roma. In questi giorni fra l’altro si celebra il trentennale del primo Vacanze di Natale, quello che, faccia storcere il naso o meno, ha segnato le routine umoristiche di un paio di generazioni in maniere indelebile, come ci racconta Mia Ceran.

Siamo poi andati a vedere dove si cucina il primo giornale globale, quell’International New York Times nato lo scorso ottobre dalle prestigiose ceneri dell’International Herald Tribune. International New York Times di cui abbiamo intervistato il presidente e fotografato la celebre redazione parigina.

C’è molto altro nel numero: un portfolio fotografico di Spencer Murphy, fresco vincitore del Taylor Wessing Prize della National Portrait Gallery; un’inchiesta sulla simulazione calcistica per eccellenza, Football Manager; un delizioso racconto di Giuseppe Rizzo dal mondo dei videogiochi sulla mafia; un’analisti altra del Grande Raccordo Anulare scritta a quattro mani da Francesco Pacifico e Fabio Severo; un’indagine sullo stato dell’arte dei calendari.

E poi i nostri classici; la moda e la sempre più completa sezione Studiorama, vale a dire dal mondo di Studio di tutto un po’.

Vi aspettiamo in edicola, e vi ricordiamo che la cosa migliore resta abbonarsi a Studio. Come? Così. Perché?
Sei numeri del giornale a casa o in ufficio, senza sforzi. E soprattutto, molto presto, una serie di prodotti e offerte tagliate e cucite apposta per i nostri fedeli abbonati. Ci stiamo lavorando (anzi, a breve vi raccontiamo cosa stiamo preparando per il 2014).

Grazie del supporto e buona lettura.

Alcune pagine interne del numero 17 di Studio

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