Una sconsolata Rachida Dati ha dovuto ammettere che i ladri hanno agito con calma, senza violenza e dimostrandosi molto esperti.
I ladri del Louvre sono stati catturati anche perché hanno lasciato indietro un sacco di indizi tra cui guanti, un casco, una fiamma ossidrica e un walkie-talkie
Un sospettato è stato fermato all'aeroporto Charles de Gaulle mentre tentava di partire per l'Algeria, l'altro mentre si preparava a partire per il Mali.
Due ladri (o presunti tali) della banda del colpo al Louvre sono stati arrestati mentre cercavano di lasciare il Paese. Sono due uomini sulla trentina di Seine-Saint-Denis, nella periferia a nord-est di Parigi e sono stati rintracciati grazie a più di 150 campioni di Dna che la banda ha lasciato dietro di sé durante la fuga. Tra questi sono state trovate impronte digitali su guanti, un casco, smerigliatrici angolari, una fiamma ossidrica, un giubbotto catarifrangente e un walkie-talkie. Un casco in particolare presentava tracce di DNA corrispondenti a quelle di uno dei sospettati arrestati. I video di sorveglianza registrati all’interno del museo e lungo la via di fuga hanno poi aggiunto un riscontro digitale agli indizi fisici. Le telecamere a circuito chiuso e quelle stradali hanno successivamente seguito la fuga a bordo di scooter lungo strada che costeggia la Senna.
Un sospettato è stato fermato all’aeroporto Charles de Gaulle mentre tentava di imbarcarsi su un volo per l’Algeria, l’altro è stato fermato nella periferia di Parigi mentre si preparava a partire per il Mali. Gli arresti sono stati effettuati dopo un’intensa indagine condotta da oltre 100 agenti dell’unità speciale Brigade de Répression du Banditisme (BRB). Sebbene i sospettati siano ora in custodia, le autorità sottolineano che i gioielli rimangono in gran parte non recuperati (solo la corona dell’Imperatrice Eugenia è stata trovata perché abbandonata durante la fuga). Come scrive Le Monde, la procuratrice di Parigi Laure Beccuau, non è contenta della prematura divulgazione degli arresti su diversi media, affermando che «potrebbe solo compromettere il lavoro degli investigatori mobilitati per recuperare i gioielli rubati e arrestare tutti i colpevoli» in quanto mettono in allarme tutti gli altri complici.
Nel frattempo, il Louvre ha riaperto, ma la Galleria Apollo, presa di mira, rimane chiusa mentre proseguono i lavori di revisione della sicurezza. Dei gioielli rubati non ci sono ancora tracce e, il ministro degli Interni francese, Laurent Nuñez durante un’intervista rilasciata dal settimanale francese La Tribune Dimanche ha espresso tutta la sua preoccupazione perché «purtroppo il bottino viene spesso nascosto all’estero. Spero che non sia così, rimango fiducioso» affermando anche che il furto sembrava essere stato compiuto da un gruppo criminale organizzato, ma aggiungendo che «i ladri alla fine vengono sempre catturati».