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06:40 giovedì 4 settembre 2025
Trieste è piena di turisti delle crociere che non possono attraccare a Venezia e quindi li scaricano a Trieste Le persone fanno un giro in città e poi prendono l'autobus. Per Venezia.
I Radiohead hanno annunciato un nuovo tour che farà tappa anche in Italia Arriveranno a Bologna, a novembre. I biglietti saranno disponibili solo registrandosi prima sul sito della band dal 5 al 7 settembre.
Alla grande parata militare di Xi Jinping in Cina hanno partecipato anche dei soldati-lupi-robot Hanno sostituito i loro predecessori, i cani-robot, che evidentemente non hanno soddisfatto i generali cinesi.
Shein ha usato un modello AI uguale a Luigi Mangione in una pubblicità ma ha dovuto rimuoverla subito È durata poco, molto poco, la prima volta di Luigi Mangione come testimonial di una multinazionale (a sua insaputa).
Sulla Global Sumud Flotilla c’è anche la scrittrice Naoise Dolan «Qualunque cosa accada sulla barca non potrà causarmi più disperazione di quanta ne provocherebbe il non fare nulla», ha detto.
Chloe Malle è la nuova direttrice di Vogue Us Figlia dell'attrice Candice Bergen e del regista francese Louis Malle, dal 2023 era direttrice del sito di Vogue, dove lavora da 14 anni.
Anche la più importante associazione di studiosi del genocidio del mondo dice che quello che sta avvenendo a Gaza è un genocidio L'International Association of Genocide Scholars ha pubblicato una risoluzione in cui condanna apertamente Israele.
La standing ovation più lunga di Venezia l’ha presa The Rock Per il suo ruolo in The Smashing Machine, il biopic sul lottatore Mark Kerr diretto da Benny Safdie.

La nebbia e il boom

Luigi Ghirri, ma anche Tondelli, Prodi e gli altri. Dissertazioni sull'Emilia e i suoi figli, da una mostra del grande fotografo.

25 Aprile 2013

C’è stato un tempo in cui l’Emilia e la provincia italiana erano piena di promesse. A Scandiano, paese di svincolo tra Reggio e Modena, terra di distretti di piastrelle (ormai decotti) e parmigiani reggiani, nascevano non solo Luigi Ghirri, massimo fotografo di atmosfere e architetture cui ieri il romano Maxxi ha inaugurato una grande mostra, ma anche Pier Vittorio Tondelli e Romano Prodi. Mentre Ghirri operava da flâneur non tanto flaubertiano ma piuttosto salgariano compiendo “giri di massimo tre chilometri da casa”, fotografando naturalisticamente e programmaticamente un’Emilia immobile, nebbiosa, filtrata, lattiginosa, fuori si aggiravano gli anni Ottanta: Tondelli raccontava in Altri Libertini (1980) il vitalismo di corse a perdifiato con cinquecento truccate tra la via Emilia e il West e i tossici e le serate al Marabù di Reggio, e Vasco Rossi poco lontano a Zocca cantava “Sensazioni sensazioni sensazioni, sempre più forti. Non importa se la vita sarà breve, vogliamo godere! godere! godere!”.

A Parma, poco distante, Calisto Tanzi metteva su il suo Gioiellino con aerei privati per politici condiscendenti e la nostra futura Enron nostrana, facendosi poi fotografare con la Ferrari F40 in una già storica copertina di Capital sotto il ponte di Brooklyn. Romano Prodi era a capo dell’Iri, quando si facevano panettoni e auto di stato e qualcuno poteva permettersi però entrambi; e si eleggevano presidenti della Repubblica. Pietro Barilla sempre a Parma inventava l’epos della pasta italiana aspirazionale con Mercedes 560 che salivano su curve sinuose di ville senesi con sottofondo di Vangelis e non di Montepaschi.

Negli stessi anni fatali Ghirri invece si aggirava tra paesi di nome Rubiera, Campogalliano (importante svincolo industriale), Sassuolo, Formigine, Pomponesco, spigendosi a fotografare soggetti minimi: cipressi modenesi, botteghe modenesi con le loro insegne e le loro serrande, aperte e chiuse; persiane e tettoie di eternit a Marina di Ravenna; campetti di calcio; un Albergo Bersagliere di Boretto: anche molti interni, borghesi. Un biedermeier padano con il ritratto della madonna su letti da campagna, gemelli, e l’impianto della luce a treccia e la sua peretta (come nella Casa Cervi a Reggio Emilia). Tutto filtrato, dalla nebbia, da vetri smerigliati, foschia, riflessi di vetrine (non lontano, a Fontanellato, Paola Gonzaga in altri secoli si divertiva a spiare tra gli affreschi forse alchemici di Parmigianino cosa succedeva nella piazza). Anche una pompa di benzina, desolata: forse del tutto simile a quella in cui il giovane Bersani spendeva la sua giovinezza. Più a largo raggio, a Bologna, lo studio di Giorgio Morandi, le bottiglie di Giorgio Morandi; molti letti. Come quello minimalista e militare nello studio di Aldo Rossi, architetto che gli piaceva, autore del cimitero iconico di Modena. Ma anche le architetture, da camera: la tomba Brion di Carlo Scarpa, le case popolari di portoghesi a Trevigliano.

Quando Ghirri si imbatte in soggetti monumentali scatta subito il “foto-smontaggio”: la Sapienza piacentiniana di Roma è una moto parcheggiata sulle strisce deserte davanti alla città di travertino (dove oggi stanno accampati gli zingari). Il Colosseo è impallato da una siepe e da vasi di fiori. Capri viene fuori in scorci che sembra un po’ De Chirico e un po’ un lago italiano minore, magari d’Iseo. Poi molti giardini, sgarrupati, con rovine, a Rovereto, Ferrara, Formigine, Reggio Emilia, Versailles. C’è anche New York, con carcasse di auto vecchie e poca poesia; e invece un baretto di Porto Recanati che sembra Hopper. E un altro bar di Rimini a forma di macchina fotografica tipo Oldenburg. E c’è la villa brianzola di Macherio, vista di sguincio da un balconcino barocchetto dove forse oggi si aggirerà Veronica Lario forte della buonuscita. Ma poi si ritorna all’Emilia, al centro del Paese: San Polo d’Enza, Soragna, Castelfranco. Paesaggi composti, malinconici, solitari ma non tristi. C’è anche qualche circo abbandonato: ma non è condanna pasoliniana del benessere. È più una nostalgia istantanea: la periferia gentile emiliana rimaneva lì, sullo sfondo, con casoni e chiese nel nulla, e canali diritti e regge di provincia. Fuori, in città, c’era il boom, e ci speravamo tutti.

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