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La mattanza giapponese di balene nell’Oceano antartico

L’Istituto giapponese di ricerca sui cetacei ha appena confermato l’uccisione di più di trecento balenottere minori nell’Oceano antartico. La missione, scientifica almeno nelle intenzioni dichiarata dall’ente, è durata tre mesi e ha coinvolto quattro imbarcazioni inviate dal Giappone in prossimità della regione antartica.

«Le azioni del Giappone», ha scritto il Guardian, «vanno contro le critiche internazionali e succedono nonostante una decisione legale delle Nazioni unite che nel 2014 ha stabilito che le cosiddette cacce alla balena per fini scientifici nell’Oceano antartico sono in realtà una copertura per obiettivi commerciali».

Darren Kindleysides, direttore della Australian Marine Conservation Society, ha rivelato al quotidiano inglese che i massimi esperti australiani hanno esaminato il programma dell’Istituto giapponese di ricerca sui cetacei, trovando che si tratta di un’evidente violazione delle leggi internazionali. Lo scorso dicembre, quando il Giappone ha deciso di riavviare la sua caccia, che aveva interrotto durante l’estate precedente, il governo dell’Australia si era detto «profondamente deluso» e aveva parlato di pattugliare l’Oceano antartico e intentare azioni legali contro i nipponici.

Una megattera al largo delle coste antartiche (Eitan Abramovich/AFP/Getty Images)