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Grazie a Kim Kardashian forse potremo correggere i tweet

Chiunque abbia un account Twitter sa bene che una della frustrazioni più cocenti è scrivere un tweet, rendersi conto troppo tardi di averci messo dentro un errore (qualsiasi, di battitura o anche un’inesattezza) e vederlo viaggiare a suon di retweet e cuori, sbagliato, nell’infinità dell’etere. Chiunque si è chiesto come mai, prima ancora di allungare i tweet o di affollare il feed di account che non seguiamo ma che l’algoritmo ci ripropone “nel caso ce li fossimo persi”, Twitter non abbia pensato a creare un provvidenziale tasto “edit”.
Ma forse le nostre richieste stanno per trovare una risposta. E per giunta potrebbe essere positiva. Come spesso accade è nei momenti informali che si trovano le soluzioni ai grandi problemi della Terra e infatti è stato al party di compleanno di Kanye West che Kim Kardashian ha a lungo discusso con il fondatore di Twitter. Kim ha portato alle orecchie di Jack Dorsey le nostre lagnanze e lo ha ufficializzato in un tweet di qualche ora fa, a cui Dorsey ha risposto in maniera ironica. E chi risponde ironicamente di solito non è così negativo.
Now I see why I was invited!
— jack (@jack) June 13, 2018
Sarà finalmente giunto l’agognato momento di poter correggere i nostri pensierini? Per i grammar nazi e i control freak sarà sicuramente un grande passo per l’umanità, ma che dire di tutti quei tweet in libertà di personaggi più o meno famosi che fanno il giro del mondo? Se Donald Trump potesse ammorbidire i suoi tweet contro questo o quello? Se il neo ministro o il neo presidente potesse ripulire il suo account Twitter senza cancellare, ma semplicemente correggendo le sue riflessioni senza peli sulla lingua contro quelli con cui dovrà lavorare gomito a gomito da oggi in poi? Forse se Kim Kardashian porterà a casa un altro risultato dall’alto della sua influenza sui grandi del pianeta, a beneficiarne saranno soprattutto i precisini. In ogni caso, giusto per una questione di trasparenza, suggeriamo che si possa comunque leggere la prima versione, come accade anche con gli status Facebook.

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