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Vine sta per tornare e sarà il primo social apertamente anti AI Jack Dorsey, il fondatore di Twitter, ha deciso di resuscitarlo. A una condizione: sarà vietato qualsiasi contenuto generato con l'intelligenza artificiale.
C’è una app che permette di parlare con avatar AI dei propri amici e parenti morti, e ovviamente non piace a nessuno Se vi ricorda un episodio di Black Mirror è perché c'è un episodio di Black Mirror in cui si racconta una storia quasi identica. Non andava a finire bene.
In Cina Wong Kar-wai è al centro di uno scandalo perché il suo assistente personale lo ha accusato di trattarlo male Gu Er (pseudonimo di Cheng Junnian) ha detto che Kar-wai lo pagava poco, lo faceva lavorare tantissimo e lo insultava anche, in maniera del tutto gratuita.
In Giappone un’azienda si è inventata i macho caregiver, dei culturisti che fanno da badanti agli anziani Un'iniziativa che dovrebbe attrarre giovani lavoratori verso una professione in forte crisi: in Giappone ci sono infatti troppi anziani e troppi pochi caregiver.
Rosalía ha condiviso su Instagram un meme buongiornissimo in cui ci sono lei e Valeria Marini  Cielo azzurro, nuvole, candele, tazza di caffè, Rosalia suora e Valeria Marini estasiata: «Non sono una santa, però sono blessed», si legge nel meme.
Hideo Kojima si è “giustificato” per la sua foto al Lucca Comics con Zerocalcare dicendo che l’ha fatta senza sapere chi fosse Zerocalcare Non c’era alcuna «intenzione di esprimere sostegno a nessuna opinione o posizione» da parte di Kojima, si legge nel comunicato stampa della Kojima Productions.
Anche Charli XCX si è messa a scrivere su Substack Il suo primo post si intitola "Running on the spot of a dream" e parla di blocco della scrittrice/musicista/artista.
A poche ore dalla vittoria al Booker Prize è stato annunciato che Nella carne di David Szalay diventerà un film Ad acquisire i diritti di trasposizione del romanzo sono stati i produttori di Conclave, noti per il loro fiuto in fatto di adattamenti letterari.

Instagram fa bene ai libri?

Un articolo del Nyt racconta che gli editori americani spingono perché le nuove uscite vengano promosse dalle celebrità. Ma in Italia è diverso.

di Studio
21 Agosto 2017

Nei giorni scorsi il New York Times ha fatto uscire sul T Magazine un pezzo sul  rapporto tra celebrità, Instagram e libri, la cui tesi di fondo è che oggi il social network fotografico è diventato il modo più efficace per promuovere le nuove uscite editoriali, soprattutto se la copertina del libro in questione finisce sul profilo di attori o utenti molto seguiti.

La tesi viene confortata dai pareri degli addetti ai lavori intervistati nell’articolo. Come James Meader, capo della pubblicità di Picador, che riferendosi a un post di Krysten Ritter (attrice della serie Jessica Jones, 655.000 follower), dice: «È probabile che il suo post su Instagram aiuterà le vendite del libro molto più della sua frase riportata in copertina, che verrà vista da persone che prenderanno in mano il libro in una libreria reale». Anche Todd Doughty, direttore della pubblicità di Doubleday, dice che prima «bisognava assicurarsi il lancio da Oprah o dal Daily Show, mentre oggi basta una foto di Reese Witherspoon su Instagram». «Le immagini di Emma Watson», scrive il magazine, «vengono viste da 38 millioni di follower su Instagram, mentre un’intervista su Fresh Air, popolare programma radio NPR raggiunge circa un milione di ascoltatori».

@oursharedshelf’s Jan & Feb book is #TheVaginaMonologues by Eve Ensler

Un post condiviso da Emma Watson (@emmawatson) in data:

Emma Watson è da annoverare peraltro tra le celebrità che hanno dato vita a un book club, una moda che in questo momento sta facendo molti proseliti. Reese Witherspoon ne ha uno, così come Sarah Jessica Parker. Lena Dunham, oltre che su Instagram, consiglia libri sulla sua newsletter. Emma Roberts, oltre al book club Belletrist, consiglia libri ai suoi follower con l’hashtag #currentlyreading e invita a comprare nelle librerie indipendenti. Tutte si sono rese protagoniste del successo commerciale di qualche libro di cui le rispettive case editrici non prevedevano il successo, come l’endorsement di Sarah Jessica Parker per No One Is Coming to Save Us di Stephanie Powell Watts.

Nell’articolo, Miriam Parker, direttrice di Ecco Books, afferma che la sua casa editrice cerca di far avere i libri a persone con un grande seguito sui social media. In realtà non si tratta di una novità in assoluto. Le case editrici, anche italiane, da sempre spediscono copie delle nuove uscite a personalità influenti contando sulla vecchia pratica del passaparola. Ma adesso è diverso, per una casa editrice diventa fondamentale che la copia si trasformi in un selfie con il libro in mano.

La situazione italiana non è assimilabile. Il post con la foto del libro è ancora un fenomeno che viene dal “basso”. Utenti che postano copertine si sprecano e qualcuno si è fatto conoscere con la sua estetica (il libro con la colazione, per esempio), ma gli effetti sulle vendite devono essere risibili, se sul suo account Twitter ufficiale, l’editore Einaudi, qualche settimana fa si lamentava così: «Non so però se questa cosa che i libri sui social media stanno diventando complementi d’arredo delle colazioni mi piace poi tanto», creando qualche scontento nei fotografi di copertine. L’unica vera celebrità italiana che promuove libri è Jovanotti, il cui ultimo libro postato su Instagram risale al 13 giugno ed è Il ministero della felicità suprema di Arundhati Roy: 6.700 like (ancora pochi rispetto ai numeri americani), ma qualche effetto sulle vendite forse sì.

A memoria, invece, ricordiamo una Chiara Ferragni presa in giro per una foto scatta nella biblioteca di Harvard, in cui si sottolineava quanto fosse poco a suo agio con l’oggetto, visto che sembrava averlo preso in mano al contrario, ma non era vero, i codici a barre della biblioteca di Harvard sono messi proprio in quel modo. Una spia forse di quanto riteniamo preferibile che la lettura resti un’attività per iniziati.

Foto Getty.
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