Bulletin ↓
09:45 domenica 13 luglio 2025
I Talebani hanno fatto un assurdo video promozionale per invitare i turisti americani a fare le vacanze in Afghanistan Il video con la sua surreale ironia su ostaggi rapiti e kalashnikov, mira a proporre il paese come meta di un “turismo avventuroso”.
Justin Bieber ha pubblicato un nuovo album senza dire niente a nessuno Si intitola Swag e arriva, a sorpresa, quattro anni dopo il suo ultimo disco, anni segnati da scandali e momenti difficili.
Damon Albarn ha ammesso che la guerra del Britpop alla fine l’hanno vinta gli Oasis Il frontman dei Blur concede la vittoria agli storici rivali ai fratelli Gallagher nell’estate della loro reunion.
La nuova stagione di Scrubs si farà e ci sarà anche la reunion del cast originale Se ne parlava da tempo ma ora è ufficiale: nuova stagione in produzione, con il ritorno del trio di protagonisti.
La danzatrice del ventre è diventato un mestiere molto pericoloso da fare in Egitto Spesso finiscono agli arresti per incitazione al vizio: è successo già cinque volte negli ultimi due anni, l'ultima all'italiana Linda Martino.
Ferrero (e la Nutella) va così bene che starebbe per comprare la Kellog’s Per una cifra che si aggira attorno ai tre miliardi di dollari. Se l'affare dovesse andare in porto, Ferrero diventerebbe leader del settore negli Usa.
Il cofanetto dei migliori film di Ornella Muti curato da Sean Baker esiste davvero Il regista premio Oscar negli ultimi mesi ha lavorato all’edizione restaurata di quattro film con protagonista l’attrice italiana, di cui è grandissimo fan.
Nell’internet del futuro forse non dovremo neanche più cliccare perché farà tutto l’AI Le aziende tech specializzate in AI stanno lanciando nuovi browser che cambieranno il modo di navigare: al posto di cliccare, chatteremo.

Scrollare Instagram o sfogliare il giornale?

Tra meme, video e infografiche, è più facile informarsi sui social che sui giornali. Ma a quale costo?

09 Settembre 2021

L’edizione del 12 settembre 2001 de La Repubblica è stata letta da milioni di persone. Oggi il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari ha una tiratura di circa duecentomila copie, pericolosamente vicina ai primissimi numeri degli Anni Settanta, e i giornali non sono più in vendita negli autogrill in autostrada. Qualcosa dev’essere successo, nel frattempo. Certo, l’invenzione di Youtube, Facebook, Twitter e compagnia: ma è sufficiente per spiegare un crollo così disastroso? In fondo tg, talk show politici e la maratona Mentana non hanno perso tutta questa rilevanza.

I giornali vendono meno copie e passeggiano sul viale della decadenza perché la qualità è peggiorata, o la qualità è peggiorata quando sono diminuiti i lettori e di conseguenza il fatturato? Un mio amico l’altro giorno mi ha detto che i giornali italiani fanno schifo, e che durante la pandemia sono addirittura peggiorati. Gli ho chiesto quanti giornali avesse comprato nell’ultimo anno e mezzo e lui mi ha risposto «nessuno, fanno schifo, te l’ho detto. Ma li ho sfogliati qualche volta al bar». Abbiamo tutti un amico così, e se non ce l’avete, è perché quell’amico siete voi.

Capita sempre più spesso di imbattersi in screenshot di titoli delle versioni online dei quotidiani cartacei accompagnati da osservazioni del tipo i giornali fanno schifo, stampa italiana e emoticon di una faccina che vomita o di una faccina arrabbiata, per non parlare dei commenti sulla pagina Facebook del Corriere della Sera. Molto meno spesso, mi pare, si elogia e si ritaglia un articolo per conservarlo. Insomma i giornali non godono, come si suol dire, di buona stampa.

Contemporaneamente a questo declino abbiamo visto nascere un surrogato dei giornali, nel luogo dove trascorriamo la maggior parte del nostro tempo: online. Bisogna però orientarsi fra una gran confusione. Ci sono i siti d’informazione fatti male, con i loro paywall, la vita sentimentale delle celebrità, gli animaletti accattivanti e i loro titoli acchiappaclick, e ci sono quelli fatti bene, con analisi, interviste e approfondimenti. E poi c’è Instagram, un’enciclopedia che giustappone informazioni impeccabilmente veritiere e informazioni infondate, ugualmente accessibili e sullo stesso piano, con i suoi profili che raccontano i fatti del giorno, i video, i meme, le infografiche, e con le pagine personali dei giornalisti, dove si alternano selfie vanitosi e analisi (più o meno partigiane) sull’attualità, e a volte, se si cerca bene, i reportage dai luoghi dove accadono le cose.

https://www.instagram.com/p/CS_y1NPokD7/

Secondo me i contenitori di notizie e i profili più di successo dedicati all’informazione su Instagram, penso a Will, a Factanza, a Spaghettipolitics, a Torcha, hanno un grande problema: sembrano redatti da tuttologi. La stessa persona ci spiega un giorno l’Afghanistan, il giorno dopo i vaccini e quello dopo ancora, perché no, dopo un salto veloce su Google, le politiche economiche della Cina. Conflitti decennali e complicate questioni geopolitiche si risolvono con un meme o con due minuti di spieganzioncina di qualcuno che può essersi preparato benissimo sulla faccenda, ma non è mai stato nei posti di cui parla. Mi sembra curioso che abbiano più visibilità e autorevolezza dei reportage di Lorenzo Cremonesi o di Pietro Del Re, in vendita tutti i giorni dall’alba al tramonto per pochi spiccioli in ogni angolo d’Italia. E se un domani i giornali sparissero, dove andrebbero poi a trovare le informazioni tutte queste community di Instagram? Diventeremo noi i direttori del nostro giornale personale sul telefono? Per gli esteri seguo Tizio, sugli interni mi fido solo di Caio, Sempronio è il mio follow di riferimento per quello che succede in Cambogia. «C’è poi un altro aspetto, non meno dissestante, della disponibilità informatica», scrive Roberto Calasso nel suo L’innominabile attuale (Adelphi, 2017). «Chiunque si è trovato a poter produrre, senza alcun vincolo, parole e immagini, virtualmente divulgabili ovunque, per un pubblico illimitato. Tanto è bastato per suscitare un diffuso delirio di onnipotenza, ma non più come fenomeno clinico. Al contrario, come arricchimento della normalità. La mitomania è entrata a far parte del buon senso», e quanti esempi ci vengono in mente.

Questo non vorrebbe essere un pezzo giornali vs. Instagram, sappiamo tutti che internet può essere un mezzo per contribuire alla crescita della stampa, che non c’è da aver paura, l’opinione di un blogger afghano sull’Afghanistan è molto più interessante di quella di un redattore che vive a Casalecchio di Reno, e probabilmente anche di quella di Lorenzo Cremonesi. Il problema è che per trovare l’opinione del blogger afghano su Instagram devo scavare in un mare di schifezze, mentre per sapere cos’ha scritto Lorenzo Cremonesi devo schivare, se va male, due marchette. Anche se, a dirla tutta, penso che il problema dei giornali sia che costano minimo un euro e cinquanta, e che devi andare fino in edicola a comprarli, e che leggerli conoscendo il contesto – chi è Natalia Aspesi, chi è Lorenzo Cremonesi, che cos’è Il Figlio di Annalena Benini – è fondamentale per goderseli. Ci vuole un piccolo sforzo. Viviamo in un mondo dove posso ascoltare il cd di Drake gratis un secondo dopo che viene pubblicato, posso avere un sandwich a casa in pochi minuti a qualsiasi ora, e anche la comprensione del contesto non se la passa benissimo. I giornali forse spariranno, ce ne faremo una ragione e andremo avanti, siamo sopravvissuti all’estinzione degli strilloni che urlano “Herald Tribune!”, ma ricorderemo sempre con affetto le edicole. A meno che non diventeranno tutte delle Poke House, come potrebbe succedere a Milano: in quel caso cercheremo di dimenticarcene in fretta il prima possibile, per non soffrire troppo.

Articoli Suggeriti
Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

Leggi anche ↓
Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Odessa ex città aperta

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.

Assediati dai tassisti

Cronaca tragicomica di come non sia possibile sfuggire alla categoria più temuta e detestata del Paese.