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20:47 mercoledì 17 dicembre 2025
In un editoriale su Politico, Pedro Sánchez ha definito la crisi abitativa «la più grande emergenza di questa epoca» E ha invitato tutti i Paesi dell'Ue a iniziare a trattare il diritto alla casa come quello alla sanità e all'istruzione.
La Romania spenderà un miliardo di euro per costruire Dracula Land, un enorme parco giochi a tema vampiri Il parco verrà costruito vicino a Bucarest e l'intenzione è di competere addirittura con Disneyland Paris.
Tra i 12 film nella shortlist dell’Oscar al Miglior film internazionale ce ne sono tre che parlano di Palestina È invece rimasto fuori dalla lista Familia: il film di Francesco Costabile, purtroppo, non ha passato neanche la prima selezione dell’Academy.
I sostenitori di Trump sono andati sotto l’ultimo post Instagram di Romy Reiner a festeggiare la morte del padre A fomentare ulteriormente il loro odio è stata la breve didascalia del post che contiene una frase contro Trump.
La Spagna introdurrà un abbonamento mensile di 60 euro per viaggiare con tutti i mezzi pubblici in tutto il Paese È il secondo Paese in Europa che prende un'iniziativa simile: prima c'era stata la Germania, il cui abbonamento mensile costa anche meno.
Amazon installerà nei Kindle una AI che ti spiega i libri se non li hai capiti
 La nuova funzione si chiama "Ask This Book” e servirà ai lettori confusi, distratti o non proprio sveglissimi.
Il distributore americano Neon ha organizzato una proiezione per soli manager di No Other Choice di Park Chan-wook, che è un film su un uomo che uccide manager Con tanto di lettera indirizzata a tutti i Ceo delle aziende Fortune 500, invitati a vedere il film il 17 dicembre a New York alle ore 17 locali.
Zohran Mamdani ha fatto una performance in un museo di New York invitando i cittadini a dirgli quello che pensano di lui Ispirandosi alla celebre performance di Marina Abramović, il sindaco ha offerto colloqui di tre minuti a chiunque volesse parlargli.

Storia di Lucia, l’influencer povera

Non ha mai chiesto soldi ai suoi follower e ha rivelato la sua identità solo quando è stata sfrattata dall'ex caserma che occupava abusivamente: con i suoi video brutti è diventata un esempio di neorealismo italiano su TikTok.

19 Aprile 2023

L’ascesa del neorealismo digitale italiano è ad opera di una ragazza coi capelli lilla sulle punte, smalto nero, vari piercing sul viso, passione per gli animali e senza fissa dimora. Da fine gennaio, su TikTok sono comparsi i sorprendenti video Influencer Povera, una ragazza che ha dato questo nome inconsueto al suo profilo. Scelta non dettata dall’ironia; non stiamo infatti parlando della solita normalissima influencer su Instagram che si lamenta di essere “povera”, magari perché è andata in vacanza a Cesenatico invece che a Dubai. L’Influencer Povera è veramente povera: il suo video più visto (con 1,8 milioni di views) è quello in cui fa vedere come lei e il suo ragazzo vanno in bagno. Non avendo un wc vero, usano una sedia “con buco” a cui agganciano un sacco nero della spazzatura. Ha deciso di pubblicare il video solo perché gli utenti incuriositi gliel’hanno chiesto, altrimenti avrebbe evitato: il suo scopo non è suscitare pena, non vuole passare per quella che fa la vittima. Ogni volta che pubblica qualcosa nei suoi commenti si scatena la cosiddetta gara di solidarietà, ma non ha mai lanciato raccolte fondi per sé stessa, non ha mai dato il suo account Paypal (quello che si usa per raccogliere donazioni spontanee dai follower), e neanche condiviso una “lista desideri” di Amazon.

Abituati come siamo a influencer in mental breakdown per qualsiasi cosa, a celebrità milionarie che si auto-certificano vittime del sistema, a “raccolte fondi” per le motivazioni più disparate, il profilo dell’Influencer Povera appare già per questo un unicorno. In più c’è da considerare l’estetica generale del suo profilo: riprese low-fi fatte evidentemente con uno smartphone arrangiato, inquadrature storte, sfocature. Eppure, cattura subito l’attenzione, incuriosisce: cosa sto vedendo? – si domanda chi scrolla, con il pollice sospeso sullo schermo. L’estetica colpisce, la voce rapisce: il punto di forza dei video dell’Influencer Povera è nella sua voce, mix di accento barese e filtro vocale, leggermente cantilenante mentre spiega ricette e racconta la sua giornata, che dà ai video un tocco ASMR. Sembra assurdo, ma guardare i video dell’Influencer Povera che cucina un Tenerone del discount, mentre racconta i fatti suoi, può avere un effetto incredibilmente rilassante.

L’Influencer Povera si chiama Lucia, ha 27 anni, viveva fino a poco tempo fa, in uno stabile abbandonato (l’ex Caserma Rossani di Bari) insieme al suo compagno Vanni, di 24 anni. Sappiamo della sua vita dai suoi racconti: una vita modesta ma normale fino all’inizio della pandemia, quando lei e il compagno hanno perso il lavoro, e non sono più riusciti a pagarsi l’affitto. Trovano alloggio nelle stanze piene di spifferi e invase dai topi di un’ex caserma occupata, le ripuliscono con cura, le arredano con mobili che sono scarti di traslochi altrui. Si occupano di cani e gatti randagi, a fine pandemia trovano dei lavori ma in nero; dunque, non hanno una busta paga che gli permetta di trovare un altro appartamento in affitto: in effetti, uno dei pochi appelli che Lucia ha fatto è se qualcuno conosce qualcun altro disposto ad affittare a gente come loro. La vita nella caserma abbandonata è dura, soprattutto in inverno, quando piove e quando si allaga tutto. Non hanno acqua corrente e Lucia è perennemente raffreddata. Questo profilo TikTok è così: una sequenza di muri scrostati, stanze allagate e muffa, cemento armato, la spesa ai discount, la doccia calda una volta a settimana quando vanno a trovare la mamma di lui.

Detta così, potrebbe sembrare uno di quei servizi stile Iene in cui “i poveri fanno i poveri”, atti a suscitare pietà; in realtà, il punto di vista in prima persona di Lucia rende tutto più normale. Per una volta viene normalizzato qualcosa che nessuno osa normalizzare: la povertà. Lucia che esclama “ciao, amicuzzi!” con accento barese non è troppo lontana da Chiara Ferragni che esclama “hi, guys!”; commenta serenamente la sua marca preferita di ginseng solubile, ride con i suoi follower nelle live mentre si mette male lo smalto nero, condivide la sua beauty routine fatta di salviette umidificate e crema Cera di Cupra. Scenari talmente mai visti sui social media che infatti, ad un certo momento, altri tiktoker hanno cominciato a mettere in dubbio la veridicità dell’Influencer Povera, o quantomeno hanno iniziato a quantificarne la povertà: come fa a permettersi uno smartphone? Come fa a fare la spesa, s’è addirittura comprata i biscotti Mulino Bianco, non è allora poi così povera. Il fatto che siamo più disposti a considerare autentiche le rappresentazioni patinate delle vite degli influencer di Instagram, che non scenari neorealistici su TikTok, è l’ennesima dimostrazione che non giudichiamo la realtà rappresentata con i parametri della realtà ma con quelli della fiction.

L’Influencer Povera non aveva mai mostrato il suo viso, né tolto il filtro vocale alla voce, fino allo sgombero dello stabile occupato, quando ha concesso un’intervista a un giornalista indipendente, che l’ha anche aiutata a portare tutta la sua roba dall’edificio occupato, alla casa della madre di Vanni, in attesa di una nuova sistemazione. Intanto i follower crescono, la community si sta appassionando sempre di più: è chiaro che tutti aspettano la prosecuzione della storia, la “nuova stagione” (come dicono i commentatori sarcastici), magari il “glow up” di Lucia, con episodi crossover che la porteranno a Napoli, a farsi un panino da Donato e selfie con Rita de Crescenzo. Lucia ha portato scompiglio su TikTok Italia, inserendosi nel trend dell’autenticismo estetico ma andando ben oltre, acquisendo una certa rilevanza culturale. Con TikTok, Lucia ha trovato degli amici con cui parlare e a cui raccontare la sua storia, ha trovato in effetti una nuova famiglia. Viene voglia di proteggerla, ma più che dalla sua realtà a cui alla fine è anche abituata, dai social media e da quello che il ciclo dell’hype fa alla vita delle persone. Certo, è con la piattaforma “comunista” che ha trovato una specie di strada per il riscatto, ma è anche distopico prendere atto che ci si debba munire di adeguato storytelling e nascere col talento dell’ASMR per trovare riscatto nella vita. Rimane la bio di Lucia a testimonianza: «Felici con poco. Purtroppo, abbiamo avuto sfortuna. Spero in un domani migliore».

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