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Alla grande parata militare di Xi Jinping in Cina hanno partecipato anche dei soldati-lupi-robot Hanno sostituito i loro predecessori, i cani-robot, che evidentemente non hanno soddisfatto i generali cinesi.
Shein ha usato un modello AI uguale a Luigi Mangione in una pubblicità ma è stata subito costretta a rimuoverla È durata poco, molto poco, la prima volta di Luigi Mangione come testimonial di una multinazionale (a sua insaputa).
Sulla Global Sumud Flotilla c’è anche la scrittrice Naoise Dolan «Qualunque cosa accada sulla barca non potrà causarmi più disperazione di quanta ne provocherebbe il non fare nulla», ha detto.
Chloe Malle è la nuova direttrice di Vogue Us Figlia dell'attrice Candice Bergen e del regista francese Louis Malle, dal 2023 era direttrice del sito di Vogue, dove lavora da 14 anni.
Anche la più importante associazione di studiosi del genocidio del mondo dice che quello che sta avvenendo a Gaza è un genocidio L'International Association of Genocide Scholars ha pubblicato una risoluzione in cui condanna apertamente Israele.
La standing ovation più lunga di Venezia l’ha presa The Rock Per il suo ruolo in The Smashing Machine, il biopic sul lottatore Mark Kerr diretto da Benny Safdie.
Il Ceo di Nestlé è stato licenziato per aver nascosto una relazione con una sua dipendente Una «undisclosed romantic relationship» costata carissimo a Laurent Freixe, che lavorava per l'azienda da 40 anni.

Tangram secondo Clemens Behr

L'artista tedesco in mostra da ROJO artspace: se un gioco diventa una panic room

23 Marzo 2012

Non è un caso che mentre Clemens Behr mi sta raccontando come crea un’opera, alle sue spalle si manifestino messaggi contrastanti: una pioggia improvvisa che dura una manciata di minuti e un grosso tubo giallo che disegna un labirinto su un muro grigio.  Incontriamo l’artista tedesco, ventisette anni di cui molti vissuti a Berlino,  pochi giorni prima dell’inaugurazione della sua personale italiana, Special Purpos Solution presso la ROJO artspace di Milano (dal 22 marzo fino al 30 aprile), e il fatto che sia ancora in piena installazione della mostra lo si nota dalle macchie di vernice che hanno colpito la sua t-shirt con scritta Old Stuff, New Shit «questa? l’ha fatta un mio amico…»ammette sorridendo.

Messaggi contrastanti dicevamo perché nelle sculture di Clemens convivono fortissimi contrapposizioni, disturbi voluti ma inaspettati che colpiscono lo spettatore molti minuti dopo che si sta osservando un suo lavoro. Quando gli faccio notare l’enorme tubo giallo che gli incornicia le spalle lui si gira stropicciandosi il berretto di lana e ride «è bellissimo…no?». Ride ma mantiene sempre un monotono che stride con l’energia delle sue creazioni.  Ma, altro controsenso di Behr , quelle sculture massicce, boccioniane nel midollo, sono realizzate con materiali instabili:  in galleria mi farà annusare un cartone ancora vergine (cioè non smembrato e dipinto da lui)  svelando l’arcano: «sa ancora delle candele che c’erano dentro…quelle un po’ cheap che vendono al supermercato, lo senti?». La spontaneità e i materiali cheap, di scarto, trovati per strada, sono il punto di partenza per i macro collage di Behr: enormi strutture che s’impongono al centro di spazi pubblici come di salotti privati. «Utilizzo questi materiali di scarto per una questione di budget, ma anche perché ci inciampo mentre cammino e subito penso a come possano funzionare. Il prossimo traguardo sarà imparare a lavorare il legno, è difficilissimo, sto seguendo un laboratorio apposito in accademia (di Berlino ndr)… mi piace moltissimo…certo è molto più ingombrante da trasportare rispetto alla carta che uso ora».

A guardarlo Clemens Behr ha tutte le caratteristiche per invecchiare da buon falegname: cresciuto nella bucolica Koblenz, un villaggio-affresco fuori Colonia con tanto di fiume, affluenti e colline, non stupisce che abbia trovato in Barcellona (dove è iniziata la collaborazione con RoJO) il primo passo per la sua carriera «camminavi per le ramblas e ti sentivi meglio, a Koblenz è bello tornarci ma non viverci, è uno spaccato di natura pura, ma tutti i miei amici sono andati via». Agli amici Behr fa spesso rifermento “proteggendoli”anche dai luoghi comuni che li riguardano: «a Berlino c’è una full di giovani artisti? Sì, è vero, ma  c’è ancora un anonimato che ci permette di vivere ognuno nella sua realtà, c’è posto per tutti perché non ci si conosce, il clima di relax che si vive a Berlino lo si avverte anche nel movimento artistico, non c’è lo stress di una Londra o Parigi. Tra quelli a qui guardo ci sono soprattutto nomi storici però, come Matta-Clark Gordon».

Clemens è un ex skeater  ripulito («mi piace, è semplice libertà, sali e vai dove vuoi. Non ne sono più ossessionato ma di base sì, continuo a farlo,  mi fa stare bene. È un bel modo per muoversi») anche se la sua attuale  e apparente tranquillità viene meno nei suoi lavori. Perché quella che sta prendendo forma alla RoJO artspace è una panic room, dove sculture come enormi tangram riempiono lo stanza di prospettive diverse, in un gioco (ossessivo) di dimensioni, specchi e false prospettive. Un pop-up the mind? «Sì, delle volte è davvero difficile fermarsi, potrebbe essere una struttura infinita- e si gira a guardare ancora il tubo giallo mentre sorseggia il caffè-  anche se lo spazio è un limite. Spesso assemblo tutto nello spazio in cui mi trovo, così come il colore che utilizzo nasce da un equilibrio, per esempio se domina già il bianco in galleria, virerò per toni forti». Il colore più forte al momento è la carta stampa legno che giace in rotoli sul pavimento insieme a barattoli di vernice marrone. È finita la stagione dei No-Title? «Forse sì, io di base non dò un vero titolo -e si guarda spaesato- spesso le associo al luogo in cui sono (come Mexico ndr) oppure le “chiamo” con nomi di persone che mi hanno gravitato intorno mentre le costruivo». Inutile chiedergli se è ossessionato (segretamente) da vedere a che punto è nell’enciclopedica classifica di Art Facts «non ne ho la più pallida idea, cos’è?». Ingombrante nelle performance, ostinatamente understatement nelle azioni.

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