Attualità

Do not disturb

L'eterna lotta tra i comici e gli heckler, i disturbatori molesti che interrompono lo show e che fanno parte del gioco della stand-up comedy.

di Pietro Minto

Nei Paesi anglosassoni hanno un termine per definire le persone che durante un comizio o uno spettacolo si mettono a urlare e a offendere l’oratore o gli attori. Li chiamano heckler. E, come spiega Linton Weeks della National Public Radio americana, in questi giorni sembrano in fibrillazione. Sarà la campagna elettorale, sarà la crisi o la primavera col suo vortice ormonale. Sempre più persone si alzano in piedi, interrompono un discorso e irritano il pubblico. Che è un po’ quello che ha fatto Beppe Grillo alle ultime amministrative. L’heckling è un concetto antico: non appena l’uomo ha creato un palco, un luogo in cui qualcuno poteva parlare – e magari ordinare -, è nato anche l’heckler. Come spiega la psicologa californiana Pamela Rutledge, il fenomeno «può essere visto come un’interruzione o un atto di rivolta al potere». Ma c’è caso e caso: nel caso di persone che interrompono comizi o dibattiti, lo scontro è effimero e dura il tempo necessario alla scorta o alla security di acciuffare lo scalmanato e allontanarlo. L’interruzione è solo momentanea, un monoscopio di qualche minuto, e poi si torna alla normalità, magari con una battutina scherzosa da parte della persona interrotta che subito scioglie la tensione, guadagna simpatia e vince lo scontro a tavolino.

Il vero heckling, invece, è sfida. Non al potere in quanto tale (la politica, l’economia) ma all’egemonia del microfono. Del palco. I comici stand-up anglosassoni, quelli che solcano nazioni intere conoscono bene la sensazione: stanno raccontando battute, cercando di guadagnarsi il favore di un pubblico non sempre attento o disposto a starli a sentire, ed ecco arrivare l’urlo. L’insulto. Il motherfucker ubriaco che interrompe la magia. E dà inizio alla sfida. Perché se un politico può (deve?) esimersi dal battibecco con un urlatore in vena di offese più o meno gratuite, un comico non può arretrare, poiché la sfida si gioca sul suo campo, quello dell’oralità. Se un cretino ti interrompe e tenta di mandare al diavolo il tuo show, devi avere la battuta pronta. E non importa in quale modo l’heckler possa rispondere alla tua replica: devi vincere, altrimenti ha vinto lui. E puoi dire addio al tuo pubblico.

Un esempio. Bryson Turner è un giovane comico americano magrolino e non particolarmente avvenente (dettagli importanti per questa storia). Come potete vedere nel video di seguito, una sera è sul palco di un locale, sta facendo il suo monologo e comincia a parlare della sua “prima volta”. Non fa in tempo a dire: «La prima volta che ho fatto sesso» che una vocina femminile domanda: «Ieri?» E il pubblico impazzisce. Si aspettava una battuta dall’omino sul palco; è arrivata dalla platea. Il boato dura parecchi secondi. Turner sembra spacciato. Umiliato. La heckler ha fatto ridere, forse più di quanto avrebbe fatto ridere la sua battuta interrotta. Ma il comico riesce a salvarsi. Aspetta che il pubblico si calmi e con calma risponde: «Mi fa piacere che te lo ricordi». Il pubblico apprezza la risposta: è breve, concisa, furba e batte la heckler nel suo stesso campo. Il comico vince.

Gli heckler sono per i comedian come i draghi per i cavalieri. Sono lì in giro e prima e se di mestiere vuoi fare ridere, sai che prima o poi ti prenderanno di mira. Col tempo però i professionisti del microfono hanno imparato a rispondere, ad affrontare il drago. Ed è nato un genere, perché se vuoi debellare un rompipalle dal tuo spettacolo comico puoi farlo solo se hai il pubblico dalla tua parte. E il pubblico te lo guadagni facendolo ridere. Ecco quindi una selezione – fior da fiore, ma su Youtube c’è un’offerta vastissima – dei migliori botta-e-risposta tra comici e heckler. Spesso il drago perde, a volte vince.

(Prima di cominciare vogliamo ricordare che la migliore risposta al pubblico in tumulto è quella di Ettore Petrolini, che a teatro rispose così a qualcuno che dal loggione lo fischiava: «Io nun ce l’ho cò te, ma cò quelli che te stanno vicino e nun t’hanno buttato de sotto».)

1. Il trattamento molesto /1 – George Carlin
Uno dei più grandi comici Usa di sempre, ispiratore di Bill Hicks e Louis C.K., tra gli altri. La sua tecnica anti-heckler è semplice: rovesciare secchi di merda dal palco verso chi lo interrompe. E il povero disgraziato che pensava di poter mettere Carlin all’angolo scompare, la coda tra le gambe. Da notare l’incipit in pieno stile carliniano: non appena l’heckler prova a mandare all’aria lo show, il vecchio maestro gli suggerisce di cambiare idea: «Qualcuno può infilare un cazzo in bocca a quel tizio? Perché è ciò che vuole: è un succhiacazzi e tiene la bocca aperta perché vuole che qualcuno gli venga dentro». E avanti così. Seguono minacce e meravigliose offese a profusione casuale (verso sua madre, sua moglie, il suo ipotetico figlio). Un bignami.

2. Il trattamento molesto /2 – Bill Hicks
Un video di scarsa qualità dal periodo alcolico del comico americano morto di cancro nel 1994. Un periodo in cui le sbronze sul palco erano la normalità e il pubblico gli passava da bere sul palco, per vedere fino a quanto avrebbe retto. Anni buii, raccontati bene nel documentario American. The Bill Hicks Story. Nello spezzone, Hicks offende una ragazza e le dice che rappresenta «tutto ciò che l’America dovrebbe buttare giù dallo sciacquone». Poi saltella per un po’ e grida imitandola: «Non ho un cazzo, quindi posso interrompere le persone».

http://www.youtube.com/watch?v=FD0jUtB3a-A&feature=share

3. Scherzarci sopra /1 – Richard Pryor
Leggenda della stand-up comedy e grande personalità della comunità black, Pryor è una leggenda. All’epoca si esibiva in enormi teatri riempiti da un pubblico partecipe. In questo caso la figura dell’heckler si fa strana: non punta tanto a mandare all’aria lo show, quanto a parteciparvi direttamente. Ogni grido sembra un tentativo di dialogare con il comico scomparso nel 2005. Il quale, infatti, non se la prende e lascia fare, prima di riprendere in mano la situazione.

http://youtu.be/CnR0OofTVGc

4. Scherzarci sopra /2 – Eddie Izzard
Comico e attore britannico d’origine yemenita, Izzard è partito dalla Gran Bretagna e ha avuto un enorme successo negli States, oltreché in Francia (dove ha fatto una breve tournée con la traduzione francese del suo monologo Dress to kill). In questo breve video (tratto dalla tournéè Usa dello stesso show), qualcuno del pubblico lo interrompe durante uno delle sue incredibili improvvisazioni e gli dice: «Move on!» («Vai avanti!»). Izzard risponde prima dicendo di andarsene e poi sfotte la fame di battute del pubblico («Dì le battute, veloce! È domenica, santo cielo, domani è lunedì!») ma non gli dà soddisfazione, anzi. E, ovviamente, non “va avanti” per un bel po’.

http://youtu.be/z3S7CE1iudA

5. Trollare l’heckler – Zach Galafianakis
Un piccolo capolavoro. Zach Galafianakis è diventato famoso col film Una notte da leoni ma ha alle spalle una lunga carriera nella stand-up comedy. Attualmente lo potete vedere su Funny or Die, dove conduce un folle anti-talk show, Between Two Ferns. In questo video, il comico approfitta della heckler (Claudia, 22 anni) per invitarla su palco e “disinnescare” il suo elemento di disturbo con una chiacchierata. La fa accomodare, le chiede chi è e che cosa fa per poi rimandarla in platea lamentandosi di «queste cazzo di 22enni che non capiscono le mie battute». Pwnd.

(N.B. Come si legge sulla descrizione del video, Claudia e Zach non erano d’accordo. È tutto vero — non possiamo dirlo con certezza ma ci piace pensare sia così.)

http://youtu.be/1qy9KvDtI5w

6. I love the smell of hecklers in the morning – Louis C.K.
Di Louis C.K. abbiamo già parlato, su carta e su sito. È considerato il più grande comico vivente, il Time lo ha inserito tra le 100 persone più influenti del mondo e, come se non bastasse, ha un rapporto unico con l’heckling. Lo considera crudele, senza cuore e cattivo. Ne ha parlato a Funny or Die, spiegando che una sera ha detto a una donna che parlava a voce alta e dava fastidio al pubblico: «Sei una persona cattiva e hai un’anima cattiva. So che pensi di essere divertente ma voglio che tu pensi a come la vivo io e quanto terribile è fare una cosa del genere a qualcuno». La ragazza reagì male: era sorpresa e offesa. Ma C.K. è un comico: far ridere è tutto ciò che ha e gli rimane (a parte le sue amatissime bambine). Rovinare uno show a un comico, quindi, vuol dire rovinargli in parte la vita. L’anedotto raccontato dall’attore. è finito anche in una puntata della prima stagione di Louie, la sit-com che scrive e dirige per FX. Nello sketch (potete guardarlo qui) il comico sta facendo uno show nel piccolo locale in cui si svolgono molte delle scene della serie, quando all’improvviso viene interrotto da una donna bionda seduta alla sua sinistra. L’episodio è evidentemente ispirato alla vicenda raccontata a Funny or Die: i due battibeccano, lui le spiega perché quello che sta facendo è cattivo e dannoso, lei non se ne capacita e si offende. A fine spettacolo lo raggiunge e pretende delle scuse. Che ovviamente non arrivano.

Al di là del risvolto amaro della faccenda, Louis C.K. sa difendersi dai draghi, e molto bene. Nello spezzone che presentiamo, lo vediamo alle prese con un heckler che viene umiliato a dovere. Anche in questo caso il comico vince. Stravince. Ed è anche per questo che è un grande professionista.

 

Immagine: un fotogramma dall’episodio “Heckler/Cop Movie” della prima stagione di Louie di Louis C.K. (FX)